Cosa distingue una storiella da una pagina di alta letteratura? Maria Teresa Siciliano ce lo dice attraverso le parole di una bravissima autrice italiana: Maria Masella.
Vorrei
prendere in esame con voi un brano di Celtique, il dodicesimo giallo Mariani di
Maria Masella.
Antonio
Mariani viene da una famiglia comunista. Sua madre è stata partigiana. Rosso
sempre l’ambiente in cui è cresciuto. Negli anni Settanta era in piazza a
sfilare e imprecare contro la polizia. Poi ha lasciato Genova, imbarcandosi
come marinaio.
Al
ritorno ha fatto una scelta fortemente riprovata da sua madre ed è entrato in
polizia come commissario.
Sono passati molti anni. Ora è sposato con due figlie, Manu
e Ludo, e continua a combattere il crimine sempre in modo molto personale.
L’azione del romanzo comincia quando viene contattato da Mannini, un amico dei
tempi della contestazione, che ha fatto la scelta opposta della lotta armata e
della latitanza. Materia da polizia e da servizi segreti.
Alla fine del capitolo 41, Mariani ha passato una giornata
sfibrante per mettere a punto il piano per l’indomani, la resa dei conti con
Mannini. Di cosa farà e di cosa accadrà noi lettori non sappiamo nulla.
Quindi, invece di andare a casa, fa una cosa insolita. Va
dalla madre Emma.
Ho trovato posto per l’auto non tanto
lontano dalla casa di mia madre.
Si è un po’ stupita vedendomi ma non ha
commentato.
“Non ho molto – Infatti, mangia sempre
meno. – Cose da vecchi.”
“Passando ho preso farinata e cuculli.”
Abbiamo cenato faccia a faccia,
parlando soprattutto di Manu e Ludo.
Perché
è andato dalla madre? Non lo sappiamo, anche se abbiamo un sospetto. E allora
perché non le dice niente? Perché parlano solo del più e del meno?
Soltanto dopo il caffè, al momento di
andar via, ha detto, all’improvviso: “Uno dei motivi per cui non avrei voluto
che tu entrassi in polizia era proprio questo, Nino.”
È ormai l’unica a chiamarmi Nino, e lo
conserva per le grandi occasioni.
“Questo?” perché non le ho detto nulla
di quanto mi rode dentro, cuore e testa e pancia.
Senza
parlare, madre e figlio si sono comunicati qualcosa sulla drammaticità della
decisione da prendere per Antonio. Ed Emma chiarisce finalmente una delle
motivazioni che l’avevano spinta ad avversare la scelta di vita del figlio.
“Prima
o poi sarebbe arrivato il momento in cui avresti dovuto decidere a chi dare la
tua fedeltà.”
Prima o poi viene il momento di scegliere. I compagni che
sbagliano o la legalità? La polizia o la parte politica vicina al suo cuore e
al suo cervello?
“L’ho scelto.”
Lui ha scelto. Ma, prima di agire, ha bisogno di chiudere i
conti anche con sua madre. Che rappresenta per lui la scelta di stare sempre
dalla parte degli ultimi, dei poveri, dei diseredati. E contro i potenti
egoisti e spesso corrotti. Ma questo non vuol dire complicità con chi è fuori
dalla legge o chiudere un occhio sulla violenza.
“Lo so.” Mi posa la mano sul braccio,
un gran gesto per una donna così parca di dimostrazioni d’affetto. “Ora vai a
casa da tua moglie” ed è raro che non la chiami “Francesca”.
Emma ha compreso e condiviso la scelta di Antonio. In modo
forse molto genovese e poco italiano. Tutto è, del resto, tranne una madre
tradizionale e soffocante. C’è un momento in cui si deve lasciare andare il
figlio, permettergli di trovare il proprio punto di equilibrio e la propria
autonomia.
Emma ha iniziato questa strada decenni fa, ma gli esami non
finiscono mai. E siamo all’ultima tappa.
Immagino che per questo chiami la nuora “tua moglie”. È il
riconoscimento che l’ultimo cordone ombelicale è stato reciso.
Ho voluto sottoporvi questo brano per farvi capire, come io
non saprei fare, cos’è una narrazione essenziale ed efficace.
Mica occorre essere logorroici. Mica occorre essere
melodrammatici. Una scrittrice deve anche lasciare spazio ai silenzi.
Così si scrive, secondo me, una pagina di alta letteratura.
Matesi
L'autrice:
Maria
Masella,
conosciuta anche con lo pseudonimo Mary M. Riddle è nata a Genova. Laureata in Matematica, ha
insegnato per molti anni al liceo scientifico.
La
sua carriera da scrittrice ha avuto inizio con la pubblicazione di alcuni suoi racconti
di spionaggio nella collana Segretissimo di Mondadori ma ha poi cambiato
più volte genere scrivendo racconti o romanzi fantasy, gialli e romance con
ambientazione sia storica che contemporanea.
Ha
partecipato varie volte al Mystfest di Cattolica, ed è stata premiata in due
edizioni (1987 e 1988). Due suoi racconti sono stati finalisti al Premio
Tolkien.
Con
Frilli Editori, ha pubblicato una serie di gialli aventi come protagonista il commissario
Antonio Mariani: il buon successo ottenuto dal personaggio ha portato alla
vendita dei diritti per la realizzazione di una fiction televisiva.Per INSAZIABILI LETTURE ha scritto il racconto SINDROME DI SAN VALENTINO in occasione dell'evento letterario "Amore tra le righe"
Visita il sito dell'autrice: http://www.mariamasella.it/
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grazie a Teresa Siciliano, che del suo nome doppio ha eliminato il "Maria" che ho conservato nel mio!
RispondiEliminagrazie al blog!
Su alcune pagine si lavora molto e sono soprattutto quelle in cui non accade nulla. Ricordo di averla scritta per avere una pausa prima degli eventi. Alcune pagine sono faticosissime, come la prima dell'ultimo mariani e la prima del racconto noir che uscirà in un'antologia. Ho usato la prima dell'ultimo mariani come traccia per una mini lezione di narrativa a degli studenti. spero che non ci siano errori di battitura, ho pc ballerino.
ancora grazie!
Nei giorni scorsi con la Palevi e altre giovani scrittrici avevamo discusso cosa sia la prolissità. Allora mi è venuta in mente questa tua meravigliosa pagina, che fin dall'inizio mi aveva colpito in modo particolare. Ed è nato l'articolo.
RispondiEliminaMi è stato fatta rilevare una svista nell'antefatto del romanzo: Mariani e Mannini non si incontrano da ragazzi, ma quando Mariani è un giovane commissario e guida l'inchiesta sulla morte dell'ex partigiano Primo.
RispondiEliminaErrata corrige: Mi è stata
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