La nostra piccola rassegna "Amore fra le righe" si conclude con IL racconto di San Valentino.
Luce Loi in "Una cena per quattro" ci racconta in modo romantico e frizzante la serata di due coppie benedette dal santo patrono degli innamorati!
Non perdete questo delizioso racconto.
– Prestami Giorgio.
Ci sono mille modi per iniziare una giornata. Il peggiore
di tutti è quando la tua migliore amica ti chiede di prestarle il tuo ex. –
Alice, credimi, non l'ho comprato. Può fare quel che vuole, l'ho lasciato il
mese scorso.
– Quindi non sei intenzionata a rimetterti con lui?
– Non in questa vita.
Lei mi guarda come se fossi ammattita. – Ma lunedì è San
Valentino, Flavia! Vuoi passarlo da sola?
– No, tesoro, con la persona che amo di più. Me stessa. –
Ogni tanto dimentico la sua ossessione sanvalentinese: mai passare la festa da
soli, altrimenti la sfortuna amorosa ti perseguiterà per tutto l'anno.
Terribile, vero? Peccato che sia solo lei a crederci. Meglio darle altro a cui
pensare prima che passi all'attacco. – Hai il suo numero? O vuoi che lo chiami
io?
Gli occhi di Alice brillano di commozione: – Davvero lo
faresti? Per me?
– Certo, tesoro. – In realtà ho un secondo fine.
Liberarmi di Giorgio definitivamente, dei suoi messaggini e dei suoi tentativi
di convincermi a tornare da lui. E lei può essere la mia arma migliore.
Prenderò due piccioni con una telefonata.
– Sei la migliore amica del mondo!
Sorvolo sul complimento immeritato e digito il numero.
La risposta è immediata, cosa che rasenta il miracolo con
Giorgio.
– Ciao matta.
Il saluto m'innervosisce. Com'è possibile che fino a un
mese fa lo adorassi? L'amore fa strani scherzi al cervello. Fortuna che fra noi
è finito. – Ciao. Senti, sei libero per sabato sera?
Anche la risatina che mi sembrava sexy è diventata
fastidiosa. – Lo sapevo che saresti tornata sui tuoi passi. Per te mi libero,
tranquilla.
Meglio mettere i puntini sulle "i". – Non è per
me, Giorgio. È per Alice.
Silenzio.
– Mi hai sentita?
– Alice? E che c'entra con noi?
Tiro tre respiri e lancio un'occhiata a lei, che mi
guarda implorante. – Mi ha detto che le piacerebbe uscire con te. Non me ne ha
parlato prima perché stavamo insieme, ma ora che ci siamo lasciati...
– Che tu mi hai lasciato. – Giorgio non perde occasione
di puntualizzare.
Ma io non mi lascio scomporre: – Ora che fra noi è finita
non mi dispiacerebbe se provaste a frequentarvi.
Silenzio bis.
– Che mi dici? Te la sentiresti?
– Sì.
Rivolgo un cenno trionfante ad Alice, che trattiene un
gridolino di entusiasmo.
– A patto che ci sia anche tu.
La frase di Giorgio mi gela all'inizio dei
festeggiamenti.
– Mi hai sentito?
– Sì. Mi stai proponendo un'uscita a tre?
– No, Flavia. Ti sto proponendo un'uscita a quattro. – Fa
una pausa strategica, durante la quale posso capire che sta per lanciare una
bomba. – Mio cugino Davide è tornato single.
Davide il nerd. Il famigerato cugino Davide che non mi ha
mai presentato perché troppo impegnato a leggere, chattare, studiare e giocare.
L'uomo metà sedia e metà computer. Almeno, così me l'ha sempre descritto. Bene,
nemmeno stavolta riuscirà a spiazzarmi. Tiro un profondo respiro. – Sarà un
vero piacere incontrarlo, finalmente. Per me va bene.
Giorgio non mi risponde subito, sembra disorientato. Poi
parla, brusco: – Ci sentiamo domani, ti faccio sapere dove e quando ci vedremo.
Ok?
Lo sillabo ad Alice, che annuisce. – D'accordo. A domani,
allora. – Chiudo la telefonata e mi giro verso la mia amica. E so già che
dovremmo prepararci a una serata indimenticabile... in un modo o nell'altro.
Giovedì e venerdì passano abbastanza in fretta,
nonostante le paranoie di Alice su come vestirsi e i riesumati messaggini di
Giorgio con i dettagli sull'appuntamento. Io e lui siamo stati insieme tre
anni, e non sono stati poi così male, questo devo ammetterlo. Il guaio con certe
storie è che un giorno ti accorgi che finiscono e non sai nemmeno il perché. Ti
svegli e d'un tratto comprendi che non lo ami più già da un po', e che non
c'entra niente il fatto che, in fondo, sia un bravo ragazzo, che abbiate
passato del piacevole tempo insieme e che vi siate divertiti. Conta solo che
sai che con lui non potrai trascorrere il resto della tua vita. Con Giorgio è
stato così. Quel “restiamo amici” che nei film mi ha sempre fatto rabbrividire,
è davvero quello che vorrei. Alice mi ha offerto un'ottima via d'uscita. Se
solo loro due si piacessero, avrei una possibilità di frequentarlo come amico,
senza che lui abbia secondi fini. E se per ottenere questo risultato devo
sopportare Davide il nerd, allora lo farò.
Me lo ripeto nello specchio, mentre passo in rassegna
mentale tutti i trucchi che ho alla ricerca di quello adatto. Niente di troppo
appariscente, ma nemmeno di sciatto. Alla fine opto per un trucco naturale
sugli occhi e un rossetto deciso. Capelli sciolti e tirati, un tubino nero con
brillantini e un dolcevita bluette. Il risultato mi sembra ottimo.
– Sei pronta? – Alice esce dalla sua stanza, un vestitino
a pois dall'aria vintage con un cardigan rosso intonato alle scarpe.
– Sei una favola, bimba!
– Dici? – Anche le guance si sono intonate, con un bel
rossore diffuso.
– Certo che sì! Dai, finiamoci di truccare che fra dieci
minuti arrivano.
Puntuali come non mai, dieci minuti dopo suonano al
citofono. Sorreggo Alice per le scale, e lei trema come una foglia. Se non
dovessi reggerla, tremerei anch'io.
Provo a lanciare un'occhiata al posto del passeggero,
giusto per familiarizzare con Davide il nerd, ma non c'è seduto nessuno.
– Buona sera, ragazze.
Sobbalzo nel sentire quella voce sconosciuta, dalle ombre
alle mie spalle. Mi giro.
Due occhi scuri mi fissano, dietro un paio di occhiali
dalla montatura importante. Tutto il resto è ancora più notevole. Viso liscio e
dai lineamenti marcati, capelli neri e ricci, sorriso accattivante. Da dove è
uscito questo figo da paura? Non ha una virgola sbagliata, almeno a giudicare
dalla camicia scura che gli delinea il torace. E sembra che ce l'abbia con noi.
– Dici a noi? – Meglio esserne sicure.
– Flavia e Alice, vero? Io sono Davide.
Dio mio! Questo è Davide il nerd? Sono talmente senza
parole che dovrei andarle a comprare al mercatino. Ma almeno ho imparato una
lezione importante: mai fidarsi dei giudizi dei maschi quando si parla di
maschi.
– Giorgio ci aspetta. – Rimango a guardare mentre lui ci
apre entrambe le portiere, come uno di quegli uomini d'altri tempi.
Alice è perplessa quanto me. – Io avanti? – chiede,
incerta.
– Certo, Alice. Sali, su. – Questa è la voce di Giorgio e
lui sembra divertito.
Raddrizzo la schiena, mentre nel mio cervello gira una
sola certezza: sarò seduta dietro con Davide. Io e lui. Soli. L'idea più
intelligente che Giorgio abbia mai avuto.
Il ristorante, rigorosamente cinese viste le nostre
scarse finanze, è pieno di coppie.
Noi parcheggiamo nel posto più lontano, e le mie povere
scarpe affrontano il fango impreparate. Fortuna che Davide mi porge il braccio,
anzi, doppia fortuna perché posso apprezzare la solidità del muscolo. Ora
capisco perché non me l'ha presentato, Giorgio. Guardo la figura del mio ex,
che fa il galante con Alice lanciandomi delle occhiate quasi impercettibili.
Alto, magro, con un'andatura da divo del cinema. Poi torno su Davide. Solo per
me non c'è paragone? O forse anche lui pensava che incontrando il cugino non
avrei potuto non fare un confronto? Perché Giorgio è un bel ragazzo, simpatico
e brillante ma Davide è dieci volte meglio. Abbiamo scambiato poche parole in
macchina, ma abbastanza per capire che è davvero un ragazzo intelligente e
colto, di quelli che si trovano solo alla milionesima ostrica. So che sembra
assurdo, ma un quarto d'ora di macchina è bastata per farmi sentire di nuovo
pronta a innamorarmi. Dev'essere l'aria di San Valentino.
Entriamo e raggiungiamo il nostro tavolo, sedendoci donne
di fronte a uomini. La sera scorre liscia, il cibo è buono e la compagnia
sarebbe perfetta, se Giorgio non ne approfittasse per lanciarmi continue
frecciatine. Fortuna che Alice non se ne accorge, concentrata com'è ad
adorarlo. Io mi sento sulle spine. Davide è carinissimo, ma sembra più interessato
alla cena che a me, mentre Giorgio non mi toglie gli occhi di dosso. Le cose
non stanno andando proprio come avrei sperato. Prima che arrivi il secondo mi
alzo, fingendo di dover andare in bagno. Per fortuna, Alice non mi segue.
Da sola con lo specchio, mi chiedo cosa fare. È chiaro
che Giorgio sta remando contro i miei piani. Forse dovrei parlargli, dirgli
che...
– Flavia.
Alzo gli occhi. Giorgio è lì. Accanto ai lavandini dei
bagni delle donne. – Sei ammattito? Che ci fai qui?
– Puoi venire fuori con me? Dobbiamo parlare.
Vedo gli sguardi delle altre appuntarsi su di noi,
incuriositi e scandalizzati. Meglio uscire e lasciarle fantasticare in pace.
Fuori fa più freddo del previsto, forse perché il piumino
è rimasto nel locale.
Giorgio si passa le dita fra la barbetta rada, come fa
sempre quando è nervoso. – È un mese che non ci vediamo – esordisce.
Quando la prende alla larga sta sempre per dire qualcosa
di grosso, quindi mi metto tranquilla in attesa.
– Devo dirti la verità , ho accettato questo invito strano
perché volevo rivederti. Ma alla fine ho capito che avevi ragione tu.
Alzo lo sguardo e sono così stupita da dubitare delle mie
orecchie. Io? Ho ragione?
Giorgio se ne accorge e sorride. – Neanch'io avrei mai
creduto di dirtelo. Ma ti ho osservata per tutta la cena. E mi sono reso conto
che per te ormai provo solo un affetto da...
– Amico?
Lui accetta il mio suggerimento. – Sì, amico.
Come dice mia zia, questa dichiarazione è meglio di un
terno a lotto. Sono libera. E Giorgio è pronto a diventare mio amico. Se solo
Davide mi avesse calcolata per cinque minuti, sarebbe stata una serata
meravigliosa. Forse per questo mi spingo oltre. – E Alice?
Giorgio mi guarda, imbarazzato. – Non la ricordavo
così... non avevo mai notato che fosse così bella.
– Ovvio, non potevi, eri abbagliato da me.
Ci guardiamo, ridiamo. Come due amici.
– Quindi pensi di riuscire con lei?
– Direi di sì. Anche su questo avevi ragione tu.
Bene anche questo. La tecnica di Alice di non restar sola
a San Valentino per lei ha funzionato. Due su tre. Non dovrei per niente
lamentarmi. Cerco di convincermene, poi mi rendo conto che è meglio pensare ad
altro. – Che ne diresti di rientrare per il secondo?
Lui mi sorride, poi mi appoggia una mano sulla testa, con
un gesto affettuoso che mi è mancato. – Grazie, matta.
Non gli rispondo. In fondo, posso essere contenta anche
così. Si vede che per me non è ancora giunto il momento di essere felice.
Da quando io e Giorgio abbiamo parlato, l'atmosfera è
cambiata. Ci siamo divertiti, raccontandoci di tutto. Davide si è dimostrato
ancora più perfetto: sa raccontare le barzellette, ha i miei stessi gusti sul
cibo e ogni tanto tira fuori delle curiosità che non ho mai sentito. Ucciderei
Giorgio per avermelo nascosto così a lungo. Ma poi mi rendo conto che Davide
continua a darmi poca considerazione e preferisco finire il gelato fritto.
– Apri il biscotto, Alice.
La mia amica non si fa pregare, anche perché la richiesta
viene da Giorgio. Lui le è sempre piaciuto, anche quando stavamo insieme, ma me
lo ha detto solo mercoledì. Spero proprio che anche lui possa capire quanto è
speciale.
– Cosa c'è scritto?
Alice apre il foglietto e legge ad alta voce: – “Oggi
inizia un viaggio indimenticabile”. – Alza gli occhi su Giorgio e lui le
sorride.
Un ottimo auspicio. Guardo il mio, ancora intatto nella
plastica.
– E il tuo Giorgio? Che dice? – La domanda è di Davide,
che ha davanti il suo bigliettino.
– “Credi in ciò che vedi”. Boh. Il tuo?
Lui fa spallucce e richiude il foglio, infilandolo in
tasca. – Nulla di interessante.
– Flavia, tu non lo apri? – Alice non ha notato niente,
forse. Troppo felice per accorgersene.
Apro il biscotto e prendo il bigliettino. – Anche il mio
è strano: “Attendi e tutto andrà come speri”.
– A me sembra chiaro. – Alice si sporge per leggerlo con
me. – È di buon augurio.
Lancio un'occhiata a Davide, che continua a ignorarmi.
Già , davvero di buon augurio.
Fuori è scesa l'umidità e fa ancora più freddo.
Giorgio e Alice si sono avviati verso la macchina,
cercando di far sembrare la cosa casuale.
Io mi sono attardata sulla soglia del locale a infilare
il braccialetto della fortuna. Con tutta questa fortuna, domani dovrei vincere
al Superenalotto.
Davide esce dietro di me. Sento il suo calore, la sua
presenza è come una calamita.
Sospiro. Forse è meglio che mi allontani. Ora.
– Flavia.
Perché non sono scappata prima? – Dimmi.
Non mi giro a guardarlo, ma sento che si fruga nelle
tasche e tira fuori qualcosa. – Leggi.
È il bigliettino della fortuna. “Hai davanti chi ti farÃ
sognare”. Lo leggo la prima, poi la seconda volta.
– Davanti a me c'eri tu, lo sai.
Mi giro.
Davide sorride, stavolta un po' imbarazzato. – Giorgio mi
ha detto che avete parlato, prima, e che le cose sono cambiate.
– Quali cose?
Decisamente imbarazzato. – Giorgio voleva trovare
l'occasione per rimettersi con te stasera, per questo io ho preferito
ignorarti. Ma poi mi ha detto che avete chiuso definitivamente.
– Sì. – Non aggiungo altro. Stavolta ho davvero paura di
illudermi.
– Quindi per te non ci sono problemi se ti dico che
vorrei conoscerti meglio? Mi sei piaciuta subito, Flavia. Questa è la verità .
– Anche tu.
Ci guardiamo e l'imbarazzo lascia il posto a una speranza
di felicità .
Davide mi tende la mano. – Allora proviamo a far avverare
questo bigliettino?
– Direi proprio di sì. – Suggelliamo l'accordo con un
sorriso, siamo ancora entrambi troppo storditi per provare con un bacio. Ma
sono certa che non passerà molto tempo prima di provare le sue labbra.
Ci avviamo verso la macchina, sorridenti, pronti a
scoprire cosa ci riserva il futuro. E chissà che l'ossessione di Alice per San
Valentino non renda felice anche me.
Veramente molto carino questo racconto.
RispondiEliminaFresco e scorrevole, ci trasporta in una serata di vita comune dove però tutto è possibile.
Brava Luce! :)