Chi è il vostro colpo di fulmine letterario? Teresa Siciliano ci racconta gli uomini che ha amato e le scrittrici che li hanno creati. Da Emily Bronte a Lisa Kleypas, passando per la nostra Miriam Formenti, ecco a voi l'autobiografia di una lettrice rosa!
Ho
cominciato a leggere rosa nell’adolescenza e fin dall’inizio il mio eroe
preferito, l’equivalente del Principe Azzurro delle favole, ha avuto certi
tratti caratteristici: sempre alto ovviamente (nonostante io sia davvero
bassina), bruno, energico. Questo tipo si incarnava allora nei protagonisti di
Delly e in particolare nell’indimenticabile Lotario di Waldenstein, il principe
di uno staterello tedesco di inizio ottocento, con tratti moderatamente sadici,
che aspettava solo la sua Eloisa, cioè ME, per diventare il partner ideale.
Alessio Boni nei panni di Heathcliff |
Immagino
che, nonostante le grandi differenze, dietro di lui, nel mio inconscio,
incombesse il fantasma di Heathcliff. Davvero un mistero il personaggio della
Bronte! Di origini oscure, al punto che qualcuno pensava potesse essere di
natura demoniaca, di indole già in partenza incline al male, perseguitato dalla
sorte e dalla crudeltà del “fratello” Hindley, per una serie di circostanze non
troverà nella Catherine - da lui esclusivamente amata - la donna che potrebbe
salvarlo. Diventato ricco, non sappiamo come, e quindi potente, tornerà a Cime
tempestose per portare avanti una terribile, crudele vendetta, che andrà a
colpire soprattutto degli innocenti. Tutte noi ragazzine pensavamo che se
avesse amato noi, invece di Catherine (mai sopportato quella donna!), ah! le
cose sarebbero state diverse. In fondo, probabilmente, lo pensava anche la
Bronte, altrimenti non avrebbe inventato il finale della terza generazione dove
la figlia di Catherine, che porta il suo stesso nome, e Hareton, che è una
specie di secondo Heathcliff, troveranno la via della felicità.
Negli
anni seguenti, sotto la spinta di una maggiore esperienza della vita, questo
tipo d’uomo mi ha affascinato solo occasionalmente: potrei citare forse lo
Scorpione della Stuart o il Francesco della Formenti, che si richiamava allo
Sceicco stupratore di Hull, mentre qualche perplessità mi ha suscitato infine il
pur affascinante Mickey O’Connor della Hoyt, che assomiglia troppo ad un
mafioso, né mi è mai piaciuto il Cam della Kleypas.
Colin Firth nei panni di Mr. Darcy |
Quindi
pian piano il mio punto di riferimento è diventato il Darcy della Austen,
l’eroe a lungo misconosciuto, schiacciato dal confronto con il fascino ipocrita
di Wickham e anche con quello genuino, ma forse non sostenuto da adeguata
intelligenza, di Bingley. Il personaggio ha trovato nei rosa infinite
reincarnazioni: dal Wulfric duca di ghiaccio della Balogh, al Darcy (?!) di
Bridget Jones, fino al David Marton della McCabe.
Al
momento la caratteristica che mi attrae di più, oltre alla dirittura morale, è
la capacità di governo e amministrazione, il senso di responsabilità e anche lo
spirito progressista, il fiuto, che fa intuire la direzione in cui sta andando
la società, la duttilità che permette di modificare le proprie idee e le
proprie concezioni. Qui ovviamente svettano ai miei occhi due personaggi, probabilmente
di valore disuguale: innanzitutto il John Thornton della Gaskell, un
personaggio notevole perché l’autrice si guarda bene dal farne un buonista: è
un uomo intelligente che si è fatto da sé ed ha lo sguardo lucido sia per
quanto riguarda lo sviluppo dell’economia, sia per ciò che concerne la
personalità della donna che ama, all’inizio senza speranza. E comprende bene
che uno sviluppo duraturo si deve basare sull’interesse di tutti: la Gaskell
aveva già capito questo principio elementare in piena età vittoriana.
Un
personaggio simile, anche se indubbiamente di statura minore, è l’Alexander di Passione proibita, che, pur partendo da
poche conoscenze sulla situazione in cui si trova ad operare, apprende alla
svelta e soprattutto ha il coraggio di una scelta di campo divergente rispetto
al ceto cui appartiene.
Heath Ladger interpreta Casanova |
E
i libertini? vi chiederete. Il casanova, lussurioso ma superficiale sottaniere,
è ricorrente nel rosa. E in tutti i romanzi che si incentrano su di lui è
destinato a trovare la donna che lo domerà. Guarda caso, si tratta quasi sempre
di una bellezza modesta, però molto intelligente e determinata e vivace, quindi
capace di mettergli il guinzaglio. Lo confesso: mi piace molto questo genere di
narrativa, è un tipo di vicenda che seguo sempre con passione. Ma, mentre un
tempo anch’io sognavo (intendiamoci, senza crederci mai) di incontrare un uomo
fascinoso, ricco naturalmente o, almeno, benestante, che al primo incontro si
innamorasse pazzamente, PAZZAMENTE, di me (di ME, che non ho mai avuto dietro
una coda di corteggiatori), col tempo mi sono convinta che uomini così non
esistono e, in ogni caso, mai si sarebbero innamorati di me.
Molto interessante, e come sempre ben scritto, anche questo articolo. Bravissima .
RispondiEliminaMiriam Formenti
Un bel 9, signorina Matesi. Soddisfatta?
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