Genere: Fantasy romantico
Editore: Youcanprint
Pagine: 266
Prezzo cartaceo: € 14,99
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Prezzo ebook: € 4,49
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Uscita: dicembre 2014
Sinossi:
La storia di un’unica stirpe alla ricerca di equilibrio, alla ricerca di pace e
redenzione. Sullo sfondo della primordiale lotta tra il Bene e il Male, si
inseriscono le vicende di Nike, una giovane donna perseguitata dal vecchio
Gregorij, un uomo avido di potere e pericoloso ben oltre l’immaginabile. Nike
non è sola nella fuga, affiancata dal suo primo amore, Dimitri, corre disperata
alla ricerca di un luogo in cui far germogliare una vita serena per la loro
famiglia, per il loro bambino, generato in quel caos di paura tra i ghiacci
dell’affascinante Alaska. Tuttavia, Nike non potrà concedersi il lusso di
fermarsi alla realtà apparente, poiché un tornado di avvenimenti, segreti e
mondi paralleli, la risucchierà presto in un universo che lei non potrà ignorare.
Un viaggio alla scoperta di sé stessa, alla conoscenza del mondo e della fede
in un continuo confronto tra i suoi invincibili sentimenti e le contorte
personalità che affollano il suo percorso. Picchi di gioia e abissi di
disperazione, Nike riuscirà a comprendere ed accettare il disegno del destino?
Genesi è il primo romanzo della misteriosa e
affascinante trilogia “In Equilibrio”.
Presentazione:
è una saga appartenente
al genere della vita: il mondo di oggi dipinto di avventura, realtà
fantastiche, religione, amore, lotte tra
mente e cuore in un viaggio di crescita personale. Tutti questi ingredienti si
fondono in quest’avvincente storia, con l’intenzione (e la speranza) di potersi
rivolgere a qualsiasi tipo di pubblico. Un libro emoziona, influenza, fa
riconoscere i lettori nelle mille vite che racconta, ed è proprio per questo
immenso potere, che un singolo genere non sarebbe stato sufficiente ad
esprimere le infinite possibilità attraverso le quali la vita si può
sviluppare. Siano esse figlie della realtà o dell’immaginazione, giuste o sbagliate,
ognuno costruisce le proprie scelte con l’intenzione di giungere ad un
equilibrio personale, che permetta di addormentarsi la sera con la certezza di
un domani sereno. Questo è ciò a cui la nostra protagonista scoprirà di anelare
e, di conseguenza, il traguardo che proverà a raggiungere attraverso sé stessa
e le vite in cui si rispecchierà.
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ESTRATTO:
Ci
nutrimmo di quel bacio in silenzio, con devozione, con la premura di un artista che guarda il suo capolavoro, con la
speranza di un fedele che guarda la Croce, con la nostalgia che la luna prova
per il sole. Nulla poteva interrompere quella muta conversazione, né il
desiderio pulsante nato da quell’intesa improvvisa: in quel frangente lui seppe
tutto di me, laddove io ebbi la consapevolezza di ritrovare in lui la mia
adolescenza mai avuta, che riscoprii, per la prima volta, di rimpiangere con
desiderio. Dunque, dimenticai gli avvertimenti di Delia e percepii di avere tra
le mani una svolta decisiva che avevo tutte le intenzioni di cogliere. Non
servivano parole, né ore, né anni, era bastato un solo sguardo a farmi perdere la
prospettiva della razionalità ed a mettere in libertà la Nike ribelle della
quale avevo sempre avuto paura. Si piegò verso di me, mi mise una mano tra i
capelli, invitandomi a curvare il capo, cosicché poté venerarmi il collo con la
bocca, gemito dopo gemito, arrivando fino all’orecchio. Le sue dita affondarono
nella mia guancia, prima per accarezzarmi il viso con veemenza, poi per
riaprire alle sue labbra sottili la strada per la mia bocca. Sentivo
l’eccitazione sulla punta della lingua, la musica di una gloriosa felicità che
adornava l’anima di bellezza con l’energia di fuochi artificiali. Le sue
braccia forti ed esperte mi sollevarono sul sellino della moto, gli buttai le
mie al collo e lo attirai maggiormente a me, in modo da evitare che quel bacio finisse.
Non volevo dover tornare sulla terra, poiché sapevo che avrei dovuto fare i
conti con la strana me che era comparsa. Quell’abbraccio fu talmente forte che
avrebbe potuto soffocarci, se non ci fossero stati gli spasmi, preziosi filtri
tra la mia bocca e la sua, che ci permisero di sopravvivere a quel tornado di
fuoco che stava divorando la foresta. Fu un bacio incredibilmente intenso, di
gioia ma anche di disperazione, di consolazione e di speranza per un futuro
migliore per entrambi, di tristezza e dolore per un passato oscuro che ci
tormentava ancora con i suoi fantasmi. Non a caso, improvvisamente si frenò,
lasciò cadere le mani dal mio viso, strinse i pugni inspirando forte, e poi si
allontanò adagio. Si era distaccato dalla mia bocca, lasciandovi non solo la
passione del momento, bensì anche uno stonato disagio che, neppure in quel
momento, l’aveva abbandonato. Se n’era andato indugiando alcuni istanti sulla
mia fronte, evitando il mio sguardo, per poi incamminarsi verso il fiume a
testa a bassa. Il cuore mi batteva ancora a mille e, sebbene non riuscissi ad
interpretare la sua reazione, non avevo intenzione di permettergli di rovinare
tutto. Gli corsi dietro e, rischiando più volte di cadere, lo afferrai per un
braccio, obbligandolo a delle spiegazioni. Il suo sguardo assomigliava ad un
mare in tempesta, era ancora più severo di quanto avessi immaginato, frattanto
che mi ricadeva addosso con rimorso ed apprensiva dolcezza. Non riuscivo a
immaginare cosa gli passasse per la testa, non poteva trattarsi esclusivamente
di umore lunatico. Mi posi tra lui e il fiume, fronteggiando inutilmente il suo
silenzio invincibile.
« Perché
non dici niente? Che diavolo ti prende?!?», provai a scuoterlo.
« Niente »
balbettò, perso passivamente nel vuoto, fomentando le mie preoccupazioni.
« Niente?
L’espressione da cane bastonato la chiami niente?!?» incalzai, calcando la
rabbia piuttosto che il dispiacere.
« Nike è
tutto a posto, davvero», sollevò le mani per allontanarmi e proseguire.
« No! », lo
ostacolai.« Non prendermi per stupida, lo vedo benissimo che non è così e
pretendo che tu mi dica perché stai rovinando tutto!» mi calò la voce, al
morbido gusto del ricordo « Prima è stato così bello e...»
« E’ stato
un errore!» tagliò bruscamente lui. La freddezza del suo tono mi lasciò senza
fiato e m’imbarazzò a tal punto che avrei pianto volentieri. La sua figura si
era trasmutata in quella di un giustiziere divino e irremovibile sulle sue
decisioni.
« Cosa...?
» balbettai, rifiutandomi di accettare quelle parole.
Accorgendosi
dell’espressione sconvolta che si dipinse sul mio viso, sembrò pentirsi di
essere stato così duro e, per un attimo, nei suoi occhi riapparve l’affetto di
prima. Voleva scusarsi, schiuse appena le labbra, ma poi ritornò immediatamente
sui suoi passi, chiudendo gli occhi e stringendo i pugni, come per richiamare
all’ordine sé stesso. Intuii che quando li avrebbe riaperti, probabilmente
sarebbe stato ancora più duro di prima, e così fu. Non passò neanche un
secondo, che il suo sguardo infuocato riapparve scansando il mio, in quanto,
altrimenti saremmo morti entrambi per lo spessore del muro che di lì a
poco ci
avrebbe divisi.
« Mi
rincresce Nike, è stata una mia imperdonabile debolezza e non sarebbe dovuto
accadere. Ti chiedo umilmente di perdonarmi, se mai potrai » implorò abbattuto.
« Perché
ti stai flagellando così? », lo sollecitai con voce
insaziabilmente
incredula.« E’ perché sono incinta, vero? Oppure è per la differenza di età?»
« Certo
che no, non dire stupidaggini! Non è assolutamente nulla che riguardi te»
replicò frustrato.
« E
allora?!? Non puoi trattarmi così e non darmi neanche una spiegazione, sarebbe
da maleducati e tu non lo sei di certo. Quel bacio è venuto da sé, ed io
sentivo che piaceva anche a te. Tuttavia, per quanto mi sforzi, non comprendo
perché ora lo rinneghi con così tanto ardore! », mi stava portando all’esasperazione,
nonostante ciò non mi sarei arresa senza un chiarimento. Abbassò lo sguardo
ancora: non voleva affrontarmi direttamente, non poteva rispondermi.
«
Allora?!?», mi feci più vicina.
« Nike,
non possiamo e basta. Smettila di fare domande!», si agitò incollerito.«
Abbiamo sbagliato, anzi, ho sbagliato… In primis portandoti qui! Non mi
capacito di come sia stato così irresponsabile, avrei dovuto affidarti a
qualcun altro…» si lasciò scappare, e subito si morse la lingua.« Maledizione!
» biascicò in silenzio. Era strabordante d’ira, si forzava di contrastare le
sue stesse emozioni, bloccate da una paura sconosciuta.
«
Irresponsabile? Qualcun altro?!? »
« E’ la
verità, punto. »
« Ma...»,
mi si gonfiarono gli occhi di lacrime.
Lui
sospirò afflitto senza scelta, dopodiché rilassò le spalle nel tentativo di
calmarsi. Aveva lo sguardo furente ma pacato allo stesso tempo e si vedeva da
un miglio di distanza che quello che stava dicendo faceva male a lui almeno
quanto a me. Prese la mia mano tra le sue, la strinse per un attimo
accompagnandosela alle labbra, per poi rivolgersi a me con voce tormentata, ma decisamente
più controllata.
« Nike,
ascoltami, a quanto pare ho molto di cui scusarmi. Non hai idea di quanto io
odi me stesso in questo istante, ma ti prego di non rendere le cose più
difficili di quanto già non siano. Mi dispiace averti ferito, però
sfortunatamente (e devi credermi sulla parola!), non ho altra scelta. Finirei
solo per rovinarti la vita ed è l’ultima cosa che vorrei. Mi preme comunque
confessarti che, al di là di tutto, quello è stato il bacio più bello della mia
vita. »
«
Davvero?», non riuscii a trattenermi.
« Lasciami
finire » mi ammonì.« Sì, non credevo che avrei potuto provare ancora un
sentimento così intenso. Non voglio che tu pensi che io non sia stato felice o
che non tenga a te, ti chiedo semplicemente di essere comprensiva, o di
provarci almeno », mi tornarono in mente gli avvertimenti di Delia ed ebbi una
stretta al cuore.
« L’unica
spiegazione che posso darti, è che se quel bacio avrà un seguito, il dolore che
provi adesso non sarà neanche lontanamente paragonabile a quello che sentirai
dopo, in quanto toccherebbe direttamente te e il tuo bambino » m’intimò
spaventandomi, anche se la Nike cattiva prevalse tanto incosciente quanto
ruggente.
L’autore:
Zaira Lucariello è nata a Napoli nel 1993,
diplomata al Liceo Classico, è iscritta all’Università degli studi di Napoli
“L’Orientale” e attende all’ultimo anno del corso di laurea triennale “Lingue,
letterature e culture dell’Europa”. Attualmente vive ancora con la famiglia ma,
in seguito alla laurea, prospetta il trasferimento a Berlino con il compagno,
Andrea.
“Mi reputo una persona estremamente semplice,
con una forte passione per la lettura e la scrittura, nonché con la tendenza a
vivere più di sogni e storie fantastiche, che di realtà vere e proprie. Scrivo
da sempre, ma la trilogia "In Equilibrio" è il capolavoro della mia
vita. L'ho scritta in ben sette anni, lasciandole volontariamente il tempo di
sbocciare, maturare e crescere secondo i suoi desideri e necessità. Il mio modo
di scrivere e di vivere la creazione di una storia è molto
"pirandelliano", nel senso che credo fermamente che siano stati i
personaggi ad avermi scelta come autrice, che siano loro a raccontarmi la
storia passo dopo passo, secondo i loro capricci, passioni e sentimenti.
Scoprire le personalità contorte di questa trilogia è stata per me
un'esperienza incredibile che mi ha coinvolta in prima persona e mi ha
stravolto l'anima completamente. Ho amato, odiato, venerato e ripudiato i miei
personaggi e le loro scelte, ma li ringrazio profondamente, così come ringrazio
coloro che, leggendo la loro storia, sapranno averne cura, poiché mi hanno
mostrato i riflessi più scintillanti del caleidoscopio della vita.
Scrivo da quando ero piccola, amo i libri in
tutti i sensi, per me sono stati un fondamentale mezzo di evasione dalla
monotonia della routine quotidiana. Trovo che il mondo di oggi sia diventato
troppo triste, troppo meccanico e guerrigliero... Troppo poco umano. Perciò ho
scelto di dare la penna in mano ai miei personaggi, volevo che si sentissero
completamente liberi di spaziare dal possibile all'impossibile a loro
piacimento, desideravo ( e desidero ) che potessero accompagnare il lettore in
vite straordinarie, in mondi che ormai non riusciamo neanche più a
sognare...Volevo che, aprendo un libro, si schiudessero le porte di un'ideale
oasi di pace e bellezza infinita e melodiosa, che si potesse toccare, vedere e
sentire. Per questo motivo, ho provato a dare respiro a questa storia non solo
attraverso la scrittura, ma anche "rubando" l'immagine ad attori
meravigliosi (ciò incarna, naturalmente, anche l'ambizioso sogno di ogni
autore, di vedere la propria creatura prendere forma sul grande schermo), che
dessero forma e colori alle anime di "In Equilibrio". Inoltre, la
musica è il sostegno principale di uno scrittore, poiché ti permette di incanalare
le tue sensazioni in binari ben precisi: è come se la musica fosse la lente che
ti permette di ingrandire quelle nuvole d'aria delle quali è gravida
l'immaginazione. Ogni melodia mi aiutava a costruire scene, a creare parole e
discorsi ben precisi. Grazie alla musica riuscivo a cavare il senso di un
capitolo ancora prima che questo divenisse chiaro a me stessa, motivo per il
quale, presto pubblicherò tutte le soundtracks che mi hanno accompagnato
capitolo per capitolo durante la scrittura, di modo che possano ampliare
l'esperienza del lettore.”
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