Genere: Narrativa
moderna e contemporanea
Editore: Newton
Compton Editori
Collana: Narrativa
1049
Pagine: 320
Prezzo: €
4,99
Uscita: 17
settembre 2015
Sinossi:
Zia Oleander è morta, e la sua famiglia allargata la vuole ricordare radunandosi in un giardino per raccontare vecchie storie e rievocare memorie perdute. Oleander ha lasciato ad ognuno di loro un prezioso scrigno con dei semi. Ciascun lascito, però, è accompagnato da un segreto che può far sciogliere i cuori più induriti, ma anche svelare gli scheletri nell’armadio rimasti sepolti per tanti anni… Storia complessa e attualissima sul valore di ciò che rimane dopo la morte e sullo svelamento che ne consegue, Il messaggio segreto delle foglie è senz’altro il romanzo più importante di Scarlett Thomas – un tempo giovane enfant prodige della letteratura inglese, e diventata ormai un vero e proprio classico contemporaneo della scena britannica – e una significativa parabola sul nostro ruolo nella società e sul nostro posto nell’universo.
La
storia travagliata di una famiglia complicata che inizia con la morte della
prozia Oleander. Tre cugine senza famiglia alle spalle che si confrontano con
la vita di ogni giorno, fino allo struggente e drammatico finale.
Letto
così il libro merita tutte le cinque stelline che la maggior parte delle
recensioni ha dato.
La
mia, se permettete, dissente notevolmente con le altre.
Le
protagoniste principali sono tre: Fleur, la figlia illegittima, Clem, l’esperta
botanica, e Byony l’alcoolista.
Fleur
è quella più legata alla prozia, molto naif,
dirige un centro spirituale e tantrico con la defunta. Ha una storia torbida
alle spalle ed è l’unica che ha un bel finale, un finale meritato.
Clem
è la “secchiona” del gruppo. Ha un marito che insegna all’università, gira
documentari sulle piante e ha un programma radiofonico sulla botanica. Di lei
si parla poco nel libro, troppo poco perché sia una vera protagonista.
Infine
troviamo Bryony. La donna più odiosa e ottusa che io abbia mai incontrato in un
racconto. Una donna che si auto commisera ma che non agisce mai, che scarica
sul povero marito tutte le sue colpe, e lui, “cornuto e mazziato”, subisce in
silenzio.
Il
resto dei personaggi, numerosi, a volte troppi, sono solo un insieme di nomi
senza volto che entrano, vanno a letto con qualcuno ed escono.
Se
da un lato l’eviscerazione caratteriale dei personaggi è condotta in maniera
esemplare e completa, dall’altro lato la struttura della storia risulta
un’accozzaglia di nomi, facce, scheletri nell’armadio e volgarità.
Ammetto
che leggere questo libro è stato oltremodo complicato e merita l’unica stellina
assegnata solo per il finale conclusivo e sensato.
Provo
a spiegare con precisione l’impressione che ho avuto: il libro inizia con la
preparazione al funerale della prozia e con un excursus sia sulle famiglie
delle protagoniste che sulla loro posizione nella famiglia e, fino a un certo
punto, seppur con qualche divagazione, il libro procede in modo sensato.
Circa
a un quarto della lettura, ci si inizia a chiedere quale sia lo scopo della
storia. Dove si voglia andare a parare. Il problema è che, a parte l’evidente
analisi psicologica, non si capisce, o almeno non l’ho colto io.
Il
romanzo è scritto in terza persona ma è un enorme e infinito flusso di
coscienza. Vuoto e inconcludente.
Lo
stile è complesso e poco lineare e i salti di narrazione tra un personaggio e
l’altro non aiutano.
Altra
enorme pecca del libro è la volgarità.
Incesti,
figli illegittimi, tutti che vanno a letto con tutti incuranti non solo dei
sentimenti altrui ma anche dei legami di parentela. Senza una sola, vera scena
di sesso, il libro è molto più volgare di molti erotici mal scritti.
Un
romanzo davvero brutto, letto a fatica e che non mi sento di consigliare.
Una
stellina per essere generosa.
Peccato! Sembrava un libro piuttosto interessante!
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