Genere: New Adult
Editore: Leggereditore
Pagine: 259
Prezzo Ebook: 4,99€
Uscita: 20 Agosto 2015
Sinossi
La curatrice museale Summer Hawthorne ha sempre considerato la splendida
coppa in porcellana azzurra regalatale dalla sua tata giapponese un
tesoro dal valore solo sentimentale, finché qualcuno non la rapisce e
tenta di ucciderla pur di averla. Per fortuna l’agente Takashi O’Brien è
lì per salvarla. O almeno così sembra. In realtà, O’Brien lavora per il
Comitato, un’associazione segreta che ha il compito di monitorare gli
equilibri mondiali. Il Comitato sa che quella coppa è un reperto dal
valore inestimabile e potrebbe innescare una lotta di potere di
dimensioni globali. Gli ordini sono chiari: chiunque è sacrificabile,
purché la missione venga portata a termine. Il Comitato sa anche che
nella memoria di Summer è custodito un ricordo, un segreto che nelle
mani sbagliate potrebbe portare la morte di centinaia di persone. A
O’Brien non resta che uccidere la donna, in modo che il segreto si
estingua con lei. Ma a frapporsi tra lo spietato agente e la sua
missione, che si snoda dal Pacifico alle alture del Giappone, giunge un
sentimento inaspettato, che porterà O’Brien a usare ogni risorsa pur di
proteggere l’unica donna che abbia mai scaldato il suo cuore di
ghiaccio.
Ho
chiuso la mia ultima recensione di Anne Stuart scrivendo “So solo
che ‘Ghiaccio nero’ mi era piaciuto, ma ‘Freddo come il
ghiaccio’ è ancora meglio”. Senza girarci troppo intorno, ‘Cuore
di ghiaccio’, numero tre della serie Ice, non mi è piaciuto
proprio. Potrebbe essere che la signora Stuart non attraversasse un
bel periodo della sua vita, ma sinceramente non saprei cosa dire di
buono.
Partiamo
dal titolo che, come sempre, nelle traduzioni perde un po’ del
valore originale: in inglese è ‘Ice Blue’ e lo ritroviamo anche
nel testo ad identificare il particolare colore delle decorazioni
dell’urna. In italiano abbiamo ‘Cuore di ghiaccio’ che di per
sé già evoca l’immagine del protagonista, uomo bello ma algido
che poi alla fine si scioglie al sole del novello amore con la
protagonista di turno. Metà trama quindi è già andata.
La
copertina originale, come al solito, si attiene al contenuto, bella e
colorata; quella italiana ricorda un po’ James Bond un po’ Rita
Hayworth ma niente a che fare con un cuore di ghiaccio, con il
Giappone o con una setta religiosa. Mi faccio una domanda, quindi,
che forse gli addetti al settore troveranno insolita: ma colui/colei
che sceglie le cover, legge almeno le sinossi?
Si
aggiunga pure il fatto che quando si parla di sette religiose il mio
interesse non balza alle stelle anche e questo romanzo sembra una
leggera critica (derisione?) a questi gruppi parareligiosi che, in
nome di un nuovo battesimo del mondo, sono pronti a raggirare le
persone e a causare morte e dolore. E qui mettiamo un punto
altrimenti usciamo fuori tema.
La
protagonista è Summer, donna di cultura, con un buon lavoro, che ha
la sfortuna di possedere qualcosa che i cattivi vogliono. È una
donna di polso, sicuramente spaventata per quello che le succede ma
anche caparbia, spiritosa e insolente; secondo me sono proprio i
tratti principali che l’autrice ha messo in evidenza perché fra
tutti quei pazzoidi un pulcino spaventato non avrebbe fatto trama.
Fino alla fine ha avuto un suo stile.
Lui
è Takashi, serio e freddo killer che sembra stare con una margherita
in mano e sfogliarla mentre prende la decisione ‘la uccido, non la
uccido, la uccido, non la uccido’. A volte sembra essere una
trasfigurazione di Houdini perché sale scale, apre porte ma nessuno
sente neanche un minimo spostamento d’aria. Una scena che avrei
evitato è quella del primo approccio sensuale tra i due, dove,
essendo lui grande conoscitore del piacere sessuale, decide che solo
lei deve godere e che lui può aspettare. Come no! Leggete la scena e
poi mi fate sapere. E poi, dulcis in fundo, alla fine fa anche la sua
scenetta teatrale di dichiarazione d’amore nel climax dell’azione:
letta come è inserita nel romanzo fa piangere, e forse se fosse
stata descritta ampiamente avrebbe avuto un suo motivo d’essere.
Il
finale mi è piaciuto. Sembrava che ci fossero tutti i protagonisti,
presenti e passati, sul palcoscenico a salutare il pubblico e sono
state gettate pure le basi per un eventuale spin-off che forse un
sorriso ce l’avrebbe strappato, mettendo insieme due personaggi un
po’ strani, ossia, Reno e Jilly. ‘Blue Ice’ ha vinto un
prestigioso premio come riportato nella copertina italiana. Non
commento, le mie parole potrebbero essere gelide.
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