Oggi Teresa Siciliano ci parla di una regina del romance storico, Mary Balogh, e di una delle sue coppie piĆ¹ riuscite, quella formata da Wulfric Bewcastle e Christine!Leggete cosa pensa la nostra Teresa del bellissimo Duca di ghiaccio e della sua irriverente compagna!
All’inizio del Duca di ghiaccio ormai noi lettrici conosciamo bene Wulfric: per
tutti i cinque romanzi precedenti della serie, senza contare il prequel Un’estate da ricordare, ĆØ l’ennesima
reincarnazione dell’aristocratico inglese freddo e imperturbabile in qualunque
circostanza. La sua presenza non manca mai nei momenti piĆ¹ importanti della
vita dei suoi fratelli, ma il suo self control ci impedisce sempre di
conoscerlo fino in fondo.
Sappiamo che ĆØ diventato duca
giovanissimo a 17 anni: da allora si ĆØ dovuto prendere cura dei suoi immensi
possedimenti e di tutte le persone che ci vivono, nonchƩ dei suoi cinque
fratelli, tutti piĆ¹ giovani di lui. Era il suo dovere e lo ha sempre compiuto
fino in fondo, sacrificando tutte le sue aspirazioni e i suoi desideri
personali. Adesso, a quasi 36 anni, quando tutti i suoi fratelli si sono fatti
una famiglia, ĆØ un uomo solo: non si ĆØ mai sposato e ha perduto di recente
Rose, la sua amante per dieci anni, una donna a cui non ĆØ stato legato da amore
e neppure da vera passione, ma da una specie di affettuosa amicizia. Per una
serie di equivoci, ma soprattutto per sfuggire alla compagnia di se stesso,
capita a un ricevimento di campagna e qui, quando non se lo aspetta e neppure
lo desidera, incontra quella che sarĆ la donna della sua vita. Christine ĆØ
quanto di piĆ¹ diverso dal suo ideale femminile potrebbe concepirsi. Ć una
vedova appartenente alla piccola nobiltĆ , non particolarmente bella, di
carattere allegro, spontaneo, privo di artifici, incapace di quel contegno e
quella dignitĆ che gli erano sempre sembrati indispensabili in una donna. Lui
pensa che non sappia comportarsi in societĆ (troppo spontanea, divertente e
divertita) e la disapprova di continuo, anche se solo fra sƩ e sƩ. Eppure, a
poco a poco, si rende conto di desiderarla appassionatamente, fino a non poter
fare a meno di lei. Il primo passo ĆØ offrirle carta bianca sulla base del fatto
che ĆØ sola, povera e senza un uomo di famiglia che la sostenga.
— Ć
un’offerta quasi troppo lusinghiera. Ma devo proprio rifiutarla, sapete. Non ĆØ
mai stata una mia ambizione diventare una puttana.
—
C’ĆØ un universo intero di differenza, madame, tra una puttana e l’amante di un
duca — rispose lui freddo.
—
Davvero? Soltanto perchƩ una puttana svolge la sua professione in una soglia
buia per un penny, mentre l’amante di un duca si esibisce tra lenzuola di seta
per una piccola fortuna? Eppure, tutte e due vendono il loro corpo per denaro.
Io non venderĆ² il mio, vostra grazia.
Eppure di lƬ a poco per entrambi la
passione sarĆ piĆ¹ forte di tutto. E avverrĆ ai margini di una festa da ballo.
AllontanĆ²
la testa di pochi centimetri e la fissĆ² negli occhi illuminati dalla luna.
— Vi
voglio — le disse.
Persino
mentre parlava, era consapevole che lei avrebbe potuto rompere quell’incanto
con una sola parola. E una parte di lui desiderava che lei lo facesse.
— SƬ
— rispose in un sussurro.
—
Venite con me al lago — la invitĆ².
—
SƬ.
Ve lo confesso: questo episodio con
quel che segue, all’epoca, per me fu traumatico: all’aperto, per terra, senza
una parola d’amore! Ah! Christine!
Del resto non mi era mai piaciuta
quella donna! Per Wulfric avevo sognato per tutti i volumi precedenti una persona
diversa, come quella che anche lui avrebbe gradito: bellissima ma affascinante,
imponente e dignitosa. Eppure qualche settimana dopo ecco la scena decisiva per
me:
—
Signora Derrick — esordƬ il duca, togliendosi il cappello e tenendolo lungo un
fianco mentre il sole giocava con i suoi capelli scuri. La voce era altera e
dura. — Mi chiedo se mi fareste l’onore di sposarmi.
Christine
lo fissĆ² con gli occhi sbarrati. Ripensandoci, era sicura di non essersi
limitata a fissarlo con aristocratica sorpresa.
—
Cosa? — esclamĆ².
— Mi
ritrovo nell’impossibilitĆ di smettere di pensare a voi — continuĆ² lui. — Mi
sono chiesto perchƩ vi abbia proposto di diventare la mia amante e non mia
moglie, e non sono riuscito a trovare una risposta soddisfacente. Nessuna legge
impone a una persona del mio status di sposare una vergine o una signora che
non sia stata sposata in precedenza. Nessuna
legge afferma che io debba sposare qualcuno del mio stesso rango. Se il fatto
che voi non abbiate avuto figli durante un matrimonio durato diversi anni puĆ²
confermare la sterilitĆ , anche questo non ĆØ un impedimento insuperabile. Ho tre
fratelli minori che possono succedermi e uno di loro ha giĆ un figlio. CosƬ, ho
pensato di prendervi come moglie. Vi prego di accettare.
Per me fu il momento di svolta: Orgoglio e pregiudizio! Questa ĆØ la dichiarazione
di Darcy ad Elizabeth! E difatti anche a Wulf andrĆ male.
PerchƩ Christine ha paura di ritrovarsi
nuovamente con un marito che non l’apprezza e non si fida di lei. Ha paura che
lui le prosciughi ogni gioia. Vuole altro dalla vita. Oppure niente del tutto.
—
Posso offrirvi tutto ciĆ² che avete sempre sognato.
Il
fatto che si sentisse tentata, accidenti a lei, era tentata, infiammĆ²
ulteriormente la sua rabbia.
—
Davvero? — rispose brusca. — Per esempio, un marito affettuoso, con un animo
gentile e senso dell’umorismo? Qualcuno che ami la gente, i bambini, ruzzare
qua e lĆ e un po’ di assurditĆ ogni tanto? Qualcuno che non sia ossessionato da
se stesso e dalla propria importanza? Qualcuno che non sia di ghiaccio fin nel
midollo? Qualcuno con un cuore? Qualcuno che possa essere un compagno, un amico
e un amante? Questo ĆØ tutto ciĆ² che ho sempre sognato, vostra grazia. Potete
offrirmelo? Ogni singola cosa?
Naturalmente no. O cosƬ sembra. Wulfric
proverĆ a rassegnarsi, ma senza successo. Ed eccolo sollecitare la presenza di Christine
a Lindsey Hall, nel tentativo disperato di dimostrarle che non ĆØ solo un duca,
ma anche un uomo. Fondamentale in questo contesto il momento in cui si aprirĆ a
lei e le racconterĆ il rapporto con suo padre nel momento piĆ¹ cruciale della
sua vita.
—
Ebbe un attacco di cuore quando io avevo dodici anni. Sopravvisse, ma
quell’episodio fu un segnale della debolezza del suo cuore, che avrebbe potuto
smettere di battere in ogni momento. Era uno degli uomini piĆ¹ ricchi, piĆ¹
potenti della Gran Bretagna. Possedeva piĆ¹ terre di quasi chiunque altro. I
suoi doveri e le sue responsabilitĆ erano enormi. E il suo figlio maggiore, il
suo erede, era uno stallone selvaggio e ribelle.
Era
quasi impossibile credere che stesse parlando di se stesso.
Ć il momento in cui Christine sente
cadere tutte le barriere:
Eppure
lui era un uomo che, contro ogni previsione, aveva imparato ad ammirare,
sebbene non l’avesse voluto. Ma come poteva non farlo, quando per lui onore e
dovere significavano tutto? Quando il suo senso di responsabilitĆ verso
centinaia o persino migliaia di dipendenti era piĆ¹ importante per lui della sua
gratificazione personale? La sua educazione poteva essere stata oppressiva,
persino brutale, ma suo padre aveva fatto in modo che rimanesse intatto lo
spirito. Dopotutto, alla morte del padre avrebbe potuto voltare le spalle a
tutto ciĆ² che gli era stato insegnato. Avrebbe potuto diventare un giovanotto
selvaggio, stravagante, come avevano fatto molti altri in circostanze simili.
Aveva potere e ricchezza, per passarla liscia.
Ma
lui aveva tenuto duro. Dall’etĆ di diciassette anni, aveva indossato il
mantello del duca di Bewcastle e lo aveva portato senza batter ciglio.
Come
poteva non ammirarlo? E, che Dio l’aiutasse, come poteva non amarlo?
Insomma, come per Darcy, anche per lui
ci sarĆ una seconda possibilitĆ .
—
Per prima cosa — ripetĆ© lui, intrecciando le mani dietro la schiena — devo
dirvi che non potrĆ² mai essere l’uomo dei vostri sogni...
—
SƬ, invece — si affrettĆ² a ribattere lei, interrompendolo. — Potete e lo siete.
Non ricordo cosa ci fosse sulla lista che vi diedi l’anno scorso, ma non ha
importanza. Voi siete tutto ciĆ² che io potrei mai sognare e anche di piĆ¹.
E seguono le nozze naturalmente. E poi
per colmare la misura, per quanto superfluo, anche un erede. A me alla fine
scoppiava il cuore dalla felicitĆ !
Uno dei vertici della Balogh di sempre.
Ho amato moltissimo questo libro ,ĆØ come una coperta di Linus per me, lo avrĆ² letto una decina di volte !!!
RispondiEliminaBrava Matesi ottimo commento.
GiĆ¹ GiĆ¹
Uno dei miei libri preferiti, nonchƩ il preferito fra quelli della Balogh. In ogni caso, un piccolo capolavoro. Grazie, Matesi
RispondiEliminaĆØ anche per me uno dei miei libri preferiti... pensa che l'ho comprato anche quando ĆØ uscito nell'edizione "oro".... meglio averne due copie!
RispondiEliminaMarianna Amicone