Questo martedì un nuovo articolo di Teresa Siciliano che non ha bisogno di presentazioni, solo di due nomi: ELIZABETH e DARCY!!!
Orgoglio
e pregiudizio è una
pietra miliare non solo nella letteratura inglese, ma anche in quella rosa.
Oltre a rielaborare, ovviamente, la fiaba di Cenerentola e introdurre l’uso
raffinato del dialogo come mezzo per portare avanti la vicenda, presenta,
infatti, due motivi che saranno poi ricorrenti con frequenza:
l’anti-colpo-di-fulmine, cioè un rapporto uomo-donna che comincia male, ma poi
si trasforma in un grande amore, e lo scontro apparenza/sostanza fra l’eroe e
l’antagonista, la cui natura si svela solo col tempo.
“È
passabile, ma non bella abbastanza da tentarmi” è il primo giudizio di Darcy su
Elizabeth e per giunta lei sta pure ascoltando. E per quanto prenda la cosa con
spirito … insomma, un disastro! Tanto più che il giovane cambia idea
velocemente. Prima scopre che ha dei begli occhi ed è graziosa, poi viene
attratto dalla sua intelligenza e dal suo spirito critico e, lo ammetterà nel
finale, dalla sua impertinenza. Povero ragazzo ricco! Circondato da stupide
donne interessate che vorrebbero circuirlo e che lo annoiano a morte! Ed eccone
una che non vuole adularlo, ma ragiona con la sua testa e ha il coraggio di
criticare le sue convinzioni.
Come dev’essere una donna colta? “Una donna deve avere una profonda
conoscenza della musica, del canto, del disegno, della danza e delle lingue
moderne, per meritare questa parola; e oltre a tutto questo, deve possedere un
certo non so che nell'atteggiamento e nel modo di camminare, nel tono della
voce, nel modo di rivolgersi agli altri e di esprimersi, altrimenti la parola
non sarà meritata che a metà .” sentenzia Caroline, interpretando il suo
pensiero.
"Dev'essere
padrona di tutto questo", aggiunse Darcy, "e a tutto questo deve
aggiungere qualcosa di più sostanziale, allargando la mente con vaste
letture."
"Non
mi sorprendo più per il fatto che conosciate solo sei donne istruite. Anzi, adesso mi meraviglio che ne
conosciate qualcuna."
"Siete
così severa con il vostro sesso da dubitare della possibilità di tutto questo?"
"Io non
ho mai incontrato una donna del genere. Non ho mai visto tanto talento,
buongusto, impegno ed eleganza, come è stato descritto da voi, riuniti
insieme."
All’epoca l’istruzione delle ragazze
era piuttosto superficiale anche nelle classi alte: la stessa Elizabeth, pur
essendo figlia di un gentiluomo molto colto, non ha fatto studi sistematici,
anche se sembra aver messo molto a frutto le possibilità che comunque ha avuto.
D’altra parte le interessa forse di più l’osservazione diretta della natura
umana, fatta con spirito critico e umorismo. Darcy, invece, sembra avere una
cultura ampia e profonda, benché solitaria, che dimostra nella cura della
biblioteca di famiglia e nell’educazione della sorella, tanto più giovane di
lui. Al momento Elizabeth non capisce la sua natura riservata e ascrive tutto
all’orgoglio e alla superbia.
Per capirlo meglio, infatti, bisogna
risalire all’infanzia e al continuo confronto con il fascino appariscente di Wickham, il suo concorrente nell’amore del
padre, presentato come persona giusta e buona, ma certo, a nostro giudizio,
poco perspicace. Il figlio lo giustifica con il fatto che personalmente aveva
potuto valutare l’amico d’infanzia in momenti in cui si controllava poco: insomma
con la barriera che sempre separa gli adulti dai giovani. Come sentenzierà più
tardi Elizabeth, qualcosa non ha funzionato nell’educazione dei due: uno ha
preso solo la sostanza e l’altro solo l’apparenza del bene. Del resto non si
può negare che Wickham sia molto abile nel mescolare verità e menzogne per non
essere colto in flagrante: così, mentre riconosce che Darcy si prende cura
della sorella e fa del bene, toglie valore a queste qualità attribuendone la
causa all’orgoglio e alla superbia. Comprensibile che Elizabeth si lasci
ingannare.
Ed eccoci alla scena più importante del
romanzo: quella della dichiarazione d’amore nella canonica di Hunsford. Qui
Darcy commette una serie di errori: la differenza di ceto e posizione economica
e l’esperienza della vita gli fanno considerare scontato
che Elizabeth risponderà positivamente alla sua richiesta. Inoltre la decisione
per lui è stata così problematica e sofferta che ha bisogno di esprimere il suo
travaglio, anziché la potenza del sentimento che lo domina. E invece Elizabeth
non solo lo rifiuta, ma lo accusa di non essere un gentiluomo e gli rinfaccia
tutte le sue colpe nei confronti di Jane e di Wickham. Significativo che il
secondo appunto sia quello che lo
sconvolge di più.
Per cominciare a risolvere i problemi
fra i due, la Austen ricorre all’espediente della lettera, peraltro
particolarmente adatto al personaggio, che per iscritto si esprime molto più
facilmente che a voce. Ma serve soprattutto a dimostrare l’onestà intellettuale
e lo spirito non solo critico, ma anche autocritico di Elizabeth.
E tuttavia, per fare un passo avanti
rispetto alla stima e al senso della giustizia, bisognerà aspettare l’incontro
a Pemberley: i protagonisti avevano proprio bisogno di un po’ d’aiuto dalla
fortuna.
Più tardi con Jane, che le chiede
quando ha superato la sua avversione per Darcy, Elizabeth lo ammetterÃ
scherzando: "È successo così
gradualmente, che non saprei quando è cominciato. Ma credo di poter dire che è
stato quando ho visto per la prima volta la sua bellissima proprietà a
Pemberley."
Scherza, ma nello scherzo c’è un fondo
di verità . Naturalmente non stiamo parlando di convenienza e interesse. Come è
stato sottolineato, questa è l’unica descrizione paesaggistica del romanzo e in
realtà Pemberley rappresenta il suo proprietario, del cui aspetto fisico non
sappiamo molto. Davanti alla vista impressionante della tenuta, percorrendo il
parco e le stanze del palazzo, Elizabeth prende all’improvviso coscienza non
solo dell’onore che Darcy le ha fatto chiedendola in moglie, ma anche del
condizionamento che le sue origini hanno esercitato su di lui, rendendolo quello
che è, di tutto il bene che è in suo potere distribuire e di tutto il male che
poteva fare e invece non ha mai fatto, insomma di tutto ciò che inevitabilmente
lo ha reso diverso dagli altri uomini che ha conosciuto. Questo le darà la forza
per spiegare la propria scelta al padre quando, preoccupato, l’avvertirà :
“Conosco
il tuo carattere, Lizzy. So che non potrai mai essere né felice né degna di
rispetto, se non stimerai davvero tuo marito, se non guarderai a lui con
l'ammirazione che si deve a un uomo superiore. Le tue brillanti qualità ti
metterebbero in enorme pericolo in un matrimonio inadeguato. Non potresti
evitare discredito e infelicità . Bambina mia, non farmi soffrire vedendo te incapace di rispettare il compagno
della tua vita. Non sai che cosa ti aspetta."
È la voce dell’esperienza che parla, il
rammarico per una scelta improvvida che ha fatto in gioventù e da cui vuole
proteggere la figlia più amata, quella che gli assomiglia di più.
Ma stavolta Elizabeth sa quello che fa
e noi ne saremo sicuri, quando l’autrice ci racconterà la sua vita matrimoniale
e ne farà il punto di riferimento per la cognata.
“Pemberley era adesso la
casa di Georgiana; e l'affetto tra le cognate era esattamente quello che Darcy
aveva sperato che fosse. Riuscirono a volersi bene l'una con l'altra, proprio
come si erano ripromesse. Georgiana aveva un'altissima opinione di Elizabeth,
anche se dapprima la ascoltava spesso con uno stupore che rasentava l'allarme,
quando si rivolgeva al fratello con i suoi modi vivaci e giocosi. Lui, che le
aveva sempre ispirato un rispetto che quasi sovrastava l'affetto, le appariva
ora oggetto di scoperte, anche se bonarie, prese in giro. Acquisì nozioni che
non le erano mai passate per la testa. Grazie agli insegnamenti di Elizabeth
cominciò a capire che una donna può prendersi con un marito delle libertà , che
un fratello non sempre permette a una sorella che ha più di dieci anni meno di
lui. “
Quando rileggo l’ultima pagina del romanzo, subisco
ogni volta il fascino della protagonista e mi chiedo come mai la Austen, che
l’ha rappresentata con tanta originale abilità , potesse, in fondo,
disapprovarla e preferirle come modello femminile Emma Woodhouse.
Emma Woodhouse?! Ommioddio!!!
Ho adorato questo romanzo e i suoi protagonisti. Letto e riletto non so quante volte da quando avevo quattordici o quindici anni. L'ho sempre considerato molto moderno e ho adorato entrambi i protagonisti. Brava come sempre, Matesi.
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