Genere: M/M, Contemporaneo
Editore: Triskell
EdizioniPagine: 157
Prezzo: € 4,99 (ebook)
Uscita: 30 settembre 2016
Traduttore: Grazia Di Salvo
Sinossi:
Non è oro tutto
ciò che luccica.
Nikolai
Krasnorada conduce una vita da nomade. Lavora per una compagnia d’esplorazione
ed è contento di non dover mettere mai radici. Può essere pericoloso, così come
gli è stato provato dalla sorella “anti-uomini”, dalla madre manipolatrice o da
suo padre, veterano di guerra con diversi traumi alle spalle.
Quando il suo
amministratore delegato lo manda a Toronto per concludere un affare con Nel momento in cui i LeBeau lanciano un’offerta pubblica d’acquisto per la sua compagnia, Nikolai e Henri si ritrovano agli opposti del tavolo delle negoziazioni. Fortunatamente (o forse sfortunatamente) per Nikolai, Henri non è interessato all’affare tanto quanto al suo cuore.
Avevo
già letto in passato dei lavori di questo prolifico autore, la cui capacità di
passare dallo storico al contemporaneo risultando sempre convincente mi lascia
sempre senza parole. Che dire poi della facilità con cui sa rendere
affascinanti anche i rendiconti finanziari!
I due protagonisti della
storia non potrebbero essere più diversi tra loro: Henri è un giovane
amministratore delegato rampante, che vive nel lusso: affascinante, elegante,
amante delle belle auto e con alle spalle mille avventure amorose; Nikolai, al
contrario, è un ragazzo semplice, amante del lavoro manuale all'aria aperta, un
moderno minatore, visto che non disdegna i lavori manuali sul campo, ma con un
gran cervello per gli affari e le analisi finanziarie.
La vicenda si snoda tra i
grattaceli di Toronto e i paesaggi selvaggi della Nuova Zelanda; del resto la
metà del tempo Nikolai lo passa da un continente all'altro, un po' a causa
della sua professione, un po' dei membri della sua famiglia che risiedono agli
antipodi.
La famiglia di Nikolai è
veramente particolare: è difficile parlarvi apertamente dei suoi membri senza
incappare in qualche spoiler, cercherò di darvi meno informazioni possibili
sulla madre e la sorella, ma non posso fare a meno di nominarvi il padre,
Vadim, ex soldato sovietico.
Una figura che mi ha colpito
molto e che ha avuto molta influenza nella crescita come uomo di Nikolai.
Purtroppo Nikolai non ha mai trascorso molto tempo col padre da bambino; i
genitori hanno divorziato quando lui era ancora piccolo, ed ha sempre sofferto
per la lontananza del padre, trasferitosi con il compagno in Nuova Zelanda. Si
avete capito bene: il freddo e glaciale Vadim è gay, e non è l'unico in
famiglia...
Lo stesso Nikolai sembra
essere parecchio confuso in merito al suo orientamento sessuale, anche se in
famiglia non dovrebbe essere una novità, ma dopo l'incontro con l'affascinante
Henri molti dubbi sembrano essere dissipati.
“I suoi occhi erano di un caldo marrone-dorato e avevano una
forma non esattamente inglese o francese, che non permetteva a Nikolai di
catalogarlo in nessun modo...Non aveva mai desiderato qualcosa dentro di sé, di
certo non il membro di un uomo. Adesso che osservava Henri, però, non ci
trovava nulla di male. Emozionante, erotico, coraggioso, vulnerabile. Una
dozzina di emozioni, tutte parte di una più grande che non riusciva a definire.
Dolcezza? Attenzione? Rispetto?”
Henri
invece sembra avere le idee molto chiare su quel che VORREBBE DA Nikolai, FARE
CON Nikolai e FARE A Nikolai! E' completamente stregato dal rude minatore dal fisico
possente, ma è attratto anche dalla sua intelligenza, senso dell'onore e della
lealtà verso il suo socio e mentore Raslan.
Rispetto ai libri che avevo
letto in precedenza di Voinov, in questo la componente sessuale è molto più
evidente: ogni scena tra i due uomini però è assolutamente perfetta e
contestualizzata alla vicenda.
Come ho accennato in
precedenza, la figura che mi ha colpito maggiormente è stata quella di Vadim:
essere un soldato nell'ex Unione Sovietica, a cavallo tra gli anni '70 e '80, ed
essere al contempo gay dichiarato non era certo possibile!
Dopo anni di lontananza più o
meno voluta, ora che Nikolai è entrato in crisi a causa dei sentimenti che
sembra provare verso Henri, sembra che sia finalmente giunto il momento di
chiarire anche il rapporto col padre.
“Nikolai era sconvolto da quanto quelle poche parole gli
avessero fatto bene. Non credeva di aver bisogno di una confidenza del genere,
o di quelle dimostrazioni d’affetto. Era così importante che fossero venute da
Vadim, l’uomo più emotivamente riservato che conoscesse e anche l’unico della
famiglia che avrebbe potuto ammettere e mostrare emozioni e debolezze,
nonostante fosse difficile per lui. Rendeva il regalo ancor più prezioso...Quel
peso e quella solidità erano terribilmente rassicuranti, e anche se non si
toccavano mai con tranquillità...era davvero bello, paterno, attento. Forse
Vadim aveva esaurito le parole e adesso si muoveva soltanto tramite il contatto
fisico. Nikolai sorrise, si avvicinò e riposò la testa contro la sua spalla.
Magari sarebbe sembrato strano da fuori, ma per lui non era così. Solo un
semplice e casuale (o magari non così casuale) contatto, di quelli che non
aveva ricevuto da bambino. Stavano recuperando il tempo perduto.”
Mi
è veramente piaciuto tanto la parte in cui questi due uomini solitari cercano
di ricostruire il loro rapporto.
Leggendo poi i ringraziamenti
finali ho scoperto che “Cercatore
d’Oro” è nato dalla costola di una precedente opera di Voinov molto
complessa “Special
Forces”, reperibile on line gratuitamente ma in lingua inglese.
Ora, secondo voi, che ho
fatto? Ovvio, ho cercato l'opera, l'ho presa e ora è in attesa di essere letta,
perché è la storia di Vadim!
Come dico spesso ultimamente
“Troppi libri belli da leggere, troppo poco tempo disposizione!”
Nessun commento:
Posta un commento