Titolo: Alakim. Le catene dell'Anima
Autore: Anna Chillon
Genere: Urban Fantasy/Paranormal Romance
Editore: Self Publishing
Pagine: 407
Prezzo: 2.99 € ebook; € 13.90
Uscita: 24 giugno 2017
Sinossi:
Combattere pur avendo perso le forze, scoprendo
sentimenti avversi, facendo della propria debolezza la propria arma.
Con i nuovi arrivi in città, una grande minaccia
incombe su Alakim. Privato del potere e stremato da una fame che non è più in
grado di soddisfare, diviene facile preda dei suoi nemici.
Questa volta lottare insieme a Nicole e Muriel non
gli basterà a salvare se stesso e tutti coloro che lo circondano da un male che
dilaga inarrestabile, contagiando Marsiglia intera.
Questa volta ciascuno dovrà porsi dinnanzi allo
specchio per scoprire l’origine della propria fragilità e svelare i reconditi
sentimenti dell’animo.
Perché la vera forza sta nel guardarsi dentro,
faccia a faccia con i propri demoni, accogliendo qualunque realtà venga
rivelata, per quanto dura essa sia.
Anche
il nuovo capitolo della serie Alakim
mi ha travolto emotivamente.
Uno
degli aspetti che mi ha colpito è la resa psicologica dei personaggi. Il titolo
Le catene dell’anima è emblematico: è
centrale il percorso interiore, perché gli ostacoli e i timori da affrontare rappresentano
le catene che opprimono l’anima:
“Tutto ciò che vedi e percepisci intorno a te non è altro che una proiezione di ciò che hai dentro, del tuo essere. I difetti altrui che ti infastidiscono sono prima di tutto i tuoi difetti, ciò che credi di combattere all’esterno, lo stai combattendo all’interno. […] sei tu stessa a creare il tuo destino, il tuo essere attrae soltanto ciò di cui hai bisogno; puoi abbatterti e nuotare contro corrente avendo l’impressione che tutto sia contro di te, oppure decifrarlo e averne comprensione rendendoti più lieve la via.”
Mi
ha sorpreso trovare questa pillola di psicologia, perché analizza una verità
che tutti viviamo. Il libro pone la questione alle estreme conseguenze e in modo
non certo comune.
Adoro
lo sviluppo del legame tra Alakim e Nicole, perché è costante e naturale. Hanno
bisogno l’uno dell’altra, ma devono superare resistenze e insicurezze. Credo
che questo romanzo segni una svolta decisiva nel rapporto.
L’evoluzione
della relazione passa attraverso l’evoluzione personale. Ribadisco la mia
ammirazione per Alakim, che considero uno dei personaggi più tormentati in cui
mi sia imbattuta. Mostra un contrasto tra Luce e Tenebra che impressiona, con
una prevalenza del lato oscuro che rende Alakim “un buono bastardo e dannato”. Mi
affascina la maestria con cui l’autrice gestisce la complessità della sua
natura, sospesa tra l’umano, il demoniaco e l’angelico. In questo libro, lo
scontro con un vampiro energetico spinge Alakim al limite delle possibilità e a
ri-considerare se stesso. Si scoprono quindi ulteriori sfaccettature su di lui,
che lo rendono più interessante.
Ma
se Alakim è consapevole di sé, Nicole ha difficoltà ad accettarsi e a scoprirsi.
Lo scontro con il vampiro energetico la esorta a mostrare i sentimenti
contrastanti che prova per Alakim: lo ama e lo desidera eppure lo teme e lo
detesta. Cosa riflettono le sue angosce? Adoro Nicole, perché non è la tipica
eroina fiera: la tenacia cela insicurezze; ha difficoltà ad accogliere le
proprie pulsioni; è innocente, altruista, perspicace. Continua quindi la sua
maturazione e a sostenerla ci sono sempre i Nephilim e Alakim.
Entra
in scena Elizabeth, la madre putativa di Nicole dal temperamento risoluto. È
Yoliah, il potente angelo padre di Samshat, a liberare la donna dai pregiudizi dannosi.
Conoscere Elizabeth è stata una sorpresa: cosa nasconde oltre la maschera moralista
e pratica? Mi ha spiazzato e divertito assistere allo sviluppo di questa coppia
all’apparenza improbabile, eppure che funziona.
Le catene da spezzare si manifestano anche nell’anima di Samshat e nel suo rapporto con il padre. Finalmente
Samshat è tornato e il terzetto (con Alakim e Muriel) è di nuovo completo!
Mancava la sua affidabilità. La battaglia di Samshat si svolge sul piano
personale, facendo patire anche il lettore: per tornare in vita, per recuperare
le forze e infine per riallacciare i rapporti. I due guerrieri, Yoliah e
Samshat, riusciranno a riconciliarsi? E Samshat troverà la serenità tanto
agognata?
Ovviamente
anche il saggio e sensuale Muriel ha il suo ruolo d’onore nella storia. Ormai
mi ha conquistata. Il vincolo tra Alakim, Muriel e Nicole si rafforza, ma
perché sia completo deve liberarsi di certe catene…
La
storia mi ha entusiasmato perché mantiene l’originalità dei contenuti e l’andamento
a cui ha abituato la serie: scorre rapida, condita da rivelazioni, emozioni, sensualità,
efferatezza. Ricordo che lo scenario è un’innovativa versione dell’universo
biblico, che si manifesta sulla Terra in modo spietato e passionale. Il lessico
spontaneo e crudo riflette i personaggi e il contesto cupo. L’abilità
dell’autrice si manifesta anche nei testi delle canzoni, che ho trovato
suggestivi ed efficaci, e, come sempre, nella pertinenza dei riferimenti
biblici. La sessualità è gestita con schiettezza, senza essere preponderante ed
eccessiva.
Il
romanzo assicura un coinvolgimento “sofferto”: mi sono sentita trascinare dai
tormenti dei personaggi e dall’intensità degli eventi. Le incertezze narrative
sono marginali rispetto al quadro generale. Mi riferisco soprattutto ad una
scena tra Denise e il suo poliziotto che, secondo me, poteva essere evitata
perché spezza il ritmo ed è secondaria.
La saga paranormal-romance Alakim si conferma avvincente, perché si
avvale di una trama sempre più articolata e corale, di uno scenario cupo
inedito e notevole, di personaggi chiaroscurali che affascinano
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