Genere: Narrativa Contemporanea
Editore: HarperCollins Italia
Pagine: 360
Prezzo: € 8,99 (E-book)
Uscita: 03 Maggio
2018
Sinossi:
È
primavera, eppure la neve ricopre la cima del San Gottardo, monumento di roccia
che si staglia sopra il piccolo paese di Airolo. La Maison des roses è ancora
lì, circondata da una schiera di abeti secolari: sono passati molti anni, ma a
Nicole basta aprire il cancello di ferro battuto della casa d’infanzia per
ritrovarsi immersa nel profumo delle primule selvatiche ed essere trasportata
nei ricordi di un tempo che credeva sommerso.
È
il 1976 e Nicole ha otto anni, un’età in bilico tra favole e realtà, in cui gli
spiriti della montagna accendono lanterne per fare luce su mondi immaginari.
Nicole ha un segreto. Nessuno lo sa tranne lei, ma accanto alla sua casa vive
Michele, che di anni ne ha nove e in Svizzera non può stare. È un bambino
proibito. Ha superato la frontiera nascosto nel bagagliaio di una Fiat 131,
disegnando con la fantasia profili di montagne innevate e laghi ghiacciati.
Adesso Michele vive in una soffitta, e come uniche compagne ha le sue paure e
qualche matita per disegnare arcobaleni colorati sul muro. Le regole dei suoi
genitori sono chiare: “Non ridere, non piangere, non fare rumore”. Ma i bambini
non temono i divieti degli adulti, e Nicole e Michele stringono un’amicizia
fatta di passeggiate furtive nel bosco e crepuscoli passati a cercare le prime
stelle. Fino a quando la finestra della soffitta s’illumina per sbaglio, i
contorni del disegno di due bambini stilizzati si sciolgono nella neve e le
tracce di Michele si perdono nel tempo. Da quel giorno, Nicole porta dentro di
sé una colpa inconfessabile. Una colpa che l’ha rinchiusa in un presente
sospeso, ma che adesso è arrivato il momento di liberare per trovare la verità.
Questa
è la storia di un’amicizia interrotta e di un segreto mai svelato. Ma è anche
la storia di come la vita, a volte, ci conceda una seconda occasione. Chiamami
sottovoce è un romanzo potente su un episodio dimenticato del nostro passato
recente. Perché c’è chi semina odio, ma anche chi rischia la propria libertà
per aiutare gli indifesi.
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