Recensione: "GUISCARDI SENZA GLORIA" di Mauro Longo.





Genere: Dark Fantasy
Editore: Acheron Books
Pagine: 262
Prezzo ebook: € 4,50
Prezzo cartaceo: € 10,20
Uscita: 1 settembre 2016



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Sinossi:
Venezia Nuova, Anno del Signore 1516, cento e settantunesimo dall'arrivo del Flagello dei Morti e dalla caduta dei Vecchi Regni: il cosiddetto Rinascimento Macabro. Qui vive l’ultima discendenza di Marco Polo, custode di un misterioso tesoro bramato da elementalisti e signori della guerra, pronti a tutto pur di impossessarsi delle sue favolose ricchezze. Ma la caccia all’eredità dei Polo è già cominciata! A contrastare le mire di Thomas Linche, condottiero del Sacro Impero di Francia, c’è solo un manipolo di rinnegati, furfanti e ciarlatani, veri e propri guiscardi senza gloria, che dovranno affrontare le innumerevoli insidie del loro mondo decaduto. Da Venezia Nuova alla Laguna Nera, dal Castello di Otranto alla Città Dolente di Napoli, la ricerca del segreto perduto di Marco Polo li porterà a misurarsi con spadaccini meccanici, automi vitruviani e abomini senza nome generati dal Flagello. 
Il dark fantasy GUISCARDI SENZA GLORIA è il primo romanzo di Ultima Forsan, l’ambientazione tutta italiana per il gioco di ruolo Savage Worlds, creata da Mauro Longo e Giuseppe Rotondo, e già tradotta e pubblicata in inglese, spagnolo e russo.





Guiscardi senza gloria è stata una lettura particolare, che mi ha conquistata.
Innanzitutto, perché la vicenda è un connubio originale, che non avevo ancora sperimentato, tra horror-fantastico, storia e il genere letterario picaresco.
L’ambientazione è una versione ucronica del Rinascimento italiano, che ipotizza un alternativo scenario macabro e pseudo-steampunk. Il Flagello dei Morti è una sorta di “peste degli zombie” che ha devastato l’Europa. La popolazione si è quindi adattata. Per quanto riguarda il cambiamento fisico, emergono alcuni degli aspetti più interessanti della storia: cosa accade se il corpo viene morso dallo zombie e cosa succede alla dinastia umana compromessa dal “morbo”? Per quanto riguarda la società, il testo riflette su due questioni: come si è evoluta e come vivono gli umani colpiti dal “morbo”? Viene quindi presentata un’Italia Rinascimentale contesa tra le forze degli zombie (il Male) e gli uomini. È un’Italia spiazzante perché irriconoscibile, eppure credibile nel contesto proposto. Ne sono esempio Venezia e Napoli, dissacrate ad hoc nell’impianto narrativo. Sul fronte zombie, ce ne sono per tutti i gusti, dai classici ai mostri inquietanti.  
A ciò si aggiungono alambicchi e “stregonerie” meccaniche. Nella finzione letteraria, sono stati sviluppati dall’Uomo per sopravvivere e nel tempo si sono evoluti. Ma sono anche un’espediente dell’autore per presentare una scenografia inedita, bizzarra e più all’avanguardia rispetto alla realtà storica.
Il genere picaresco emerge con i protagonisti, guiscardi senza gloria, ovvero un manipolo di rinnegati, furfanti e ciarlatani (cito la sinossi). La vicenda segue “le gesta” di questo gruppo caratteristico, i cui membri mostrano la varietà del contesto sociale.
C’è Lidiana, giovane “guiscarda” (saltimbanca e ciarlatana) di professione, tenace e acuta. È l’ultima discendente, insieme al fratello, di Marco Polo, e è una Corrotta, ovvero è infettata dal “morbo”.
C’è Mosaico, che mi ha affascinato: esperta in vivisezione e in tanatologia, è saggia, scaltra, letale e ha poteri psichici. Il suo corpo è una geografia di parti anatomiche distinte.
C’è André, cavaliere francese con innesti metallici nella schiena, dall’animo nobile e passionale.
C’è Largo, contrabbandiere, l’unico ad essere “normale”, cioè non infetto e senza aggeggi nel corpo. Nonostante il proposito di ottenere ricchezze offrendo aiuto, si rivela sensibile alla sorte dei compagni e alla missione.
Come nella migliore tradizione avventurosa, il gruppo si scontra o si incontra con molti altri personaggi. Una menzione speciale va ai “cattivi” di turno (cavalieri e un elementalista), che inseguono “gli eroi” per conquistare il tesoro lasciato da Marco Polo. Il capo dei “cattivi” è Linche, guerriero autoritario e spietato nell’ossessione di purificare l’umanità dai Corrotti.
L’intreccio è “una caccia al tesoro” adrenalinica, a tratti brutale e horror. È un susseguirsi di scontri, fughe frenetiche, inganni, complotti, sentimenti, che si riflettono in colpi di scena inaspettati, con sorprese anche amare. Infatti nessuno viene risparmiato, neppure i protagonisti a cui il lettore si affeziona facilmente.
La storia segue l’espediente dei fatti narrati da uno dei protagonisti (narratore onnisciente con focalizzazione interna). Quindi lo stile riflette in pieno il modo di esprimersi nel passato. Lascio direttamente una breve testimonianza per far capire:
«Guardie, accorr’uomo!» esclamò. «Ci sono dei marioli, dei banditi che vogliono angariarci!»
All’inizio temevo che non mi sarei abituata a questo tipo di scrittura così altisonante e ricercato, anche se sapevo che era funzionale alla narrazione. Ma l’ho accettato in breve perché la storia scorre rapida e ero curiosa di seguire l’evolversi degli avvenimenti. A un certo punto non ci ho fatto più caso. Uno degli aspetti più curiosi è che, ovviamente, non viene usata la parola “zombie” perché moderna. Ho trovato geniali gli espedienti usati per sopperirvi. Inoltre mi hanno colpito le poesie presenti e i titoli particolari, che ricalcano lo spirito del romanzo.
Guiscardi senza gloria è la dimostrazione che la fusione tra dark fantasy, ucronia egenere picaresco funziona, con un risultato avvincente, d’effetto e di qualità. Consigliato per chi cerca una lettura fantastica inedita e dall’atmosfera cupa.







1 commento:

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