Genere: M/M,
Contemporaneo
Editore: Triskell Edizioni
Serie: Anima Nera #1
Pagine: 110
Prezzo: € 3,49 (E-book)
Uscita: 05 Aprile
2018
Traduttore:
Ida Giannini
Sinossi:
L’amore
illumina anche l’anima più nera.
Stefano
Marino è un uomo d’onore, un boss della mafia della costa occidentale che si
reca a est ad attendere la morte di un patriarca della famiglia. Tutti i pesci
grossi si sono riuniti – perché naturalmente gli squali si mettono a girare
quando sentono l’odore del sangue nell’acqua – ma è qualcuno di nuovo che
attira l’attenzione di Stefano.
Silvio Spadaro, “il Barracuda”, è il protetto ed erede del consigliere Gianbattista Falchi, ormai ritirato, ed egli stesso un uomo d’onore a tutti gli effetti. Nel sottobosco delle famiglie, essere gay è un crimine per cui si merita la morte, ma al giovane killer le regole non sono mai importate molto. Gli unici ordini che segue sono quelli di Battista, sia quando è a caccia sia quando è nel suo letto.
Silvio Spadaro, “il Barracuda”, è il protetto ed erede del consigliere Gianbattista Falchi, ormai ritirato, ed egli stesso un uomo d’onore a tutti gli effetti. Nel sottobosco delle famiglie, essere gay è un crimine per cui si merita la morte, ma al giovane killer le regole non sono mai importate molto. Gli unici ordini che segue sono quelli di Battista, sia quando è a caccia sia quando è nel suo letto.
Ma Silvio
ha dei bisogni a cui Battista non può provvedere, e ha posato i suoi occhi neri
su Stefano, costringendolo a confrontarsi con istinti che ha passato tutta la
vita a soffocare. Per quanto Stefano cerchi di resistere, quando la mafia russa
invade il suo territorio e lo costringe a cercare aiuto, il prezzo chiesto da
Gianbattista lo porta a faccia a faccia con Silvio e i suoi desideri più
nascosti.
Gli stereotipi fanno a gara per schiaffeggiarti in questa storia. Perché
inizio con questa premessa? Bè, la sinossi è chiara e diretta: siamo di fronte
a uomini della mafia che si scontrano con altre famiglie che non fanno parte
della stessa nazionalità. Ma l’autore, tra l’altro bravissimo, ci dice di più.
Quando parliamo di mafiosi, il pensiero corre sempre a uomini tutti di un
pezzo, virili e senza paura. Ma Aleksander vi stupirà con i suoi protagonisti,
vi metterà davanti un boss, Stefano, che cova dentro di sé istinti che potrebbero
procurargli una condanna a morte, e di Silvio, killer che sarà al fianco del
boss.
L’autore fa di Silvio una descrizione così dettagliata che è difficile non
vederlo con i suoi stessi occhi, e il lavoro del grafico della cover, che mette
in risalto in modo eccezionale la personalità del killer, è stato davvero
minuzioso e preciso. Silvio Spadaro è:
“Spadaro non aveva una bellezza convenzionale. Era troppo freddo, troppo impassibile, troppo predatorio. Allo stesso tempo, aveva qualcosa di ambiguo. Il modo di girare la testa, lo sguardo, le gambe lunghe. Femminile. Lezioso? Se non fosse stato ridicolo definire femminile un sicario esperto. Non parlava con la zeppola, né muoveva le mani in quel modo molle e affettato. Ma aveva qualcosa che emanava sesso come una gatta in calore. I suoi occhi vigili e tentatori risucchiavano la luce dalla stanza. Centri di gravità.”
Silvio, però, non è solo questo, non è solo un
killer freddo, spietato e dal sorriso di un Barracuda: porta dentro di sé ferite
che gli hanno lacerato il cuore. Tuttavia, è riuscito a sopportare e creare
quella corazza di cui si fregia per andare avanti.
“Qualcuno lo aveva lacerato, lo aveva fatto soffrire, e mentre una parte di lui ne era inorridita, un’altra parte ammirava il fatto che Silvio non solo fosse in grado di sopportare il dolore con quella sensualità, ma anche che l’avesse spuntata. Era sopravvissuto. Quella fusione di vulnerabilità e forza in un solo essere umano sembrava una qualità meravigliosa e preziosa.”
Cosa può accadere, quando due personalità così
forti e differenti si trovano nella stessa stanza? Come si risolverà quella
tensione che sembra aleggiare ogni volta che Stefano e Silvio si trovano nello
stesso luogo? È quello che dovrete scoprire non perdendovi la lettura di questa
storia che, grazie allo stile perfetto, crudo, ma vero dell’autore, vi
affascinerà fin da subito. Dark Soul
non è solo mafia, non è solo sesso, sta a voi carpire ciò che è realmente. Io
un’idea me la sono fatta, ma la espliciterò solo alla fine della trilogia.
C’è un passo che mi ha toccato il cuore e che
credo lascerà il segno anche in voi:
«Mi hai respinto ogni volta.»
«Vero.» Stefano avrebbe riso nervosamente, ma gli mancava l’aria. «Per questo sono uno stupido. E adesso me ne vado.»
«Non ancora.»
Silvio gli si avvicinò, e all’improvviso le sue mani gli afferrarono la testa, il collo, e fu così vicino che qualsiasi altra cosa divenne confusa. Era la nerezza consumante di quegli occhi dalle ciglia lunghissime. Il bacio fu come uno schiaffo, uno shock improvviso. Stefano quasi inciampò, ma riuscì ad afferrare la testa di Silvio e tirarlo più vicino, facendo scontrare denti e labbra. Adesso sapeva com’era baciare un uomo. E se saperlo lo avrebbe distrutto, allora andava bene così.
Ma ciò che maggiormente lascia basiti è il
sentimento di paura che attraversa l’animo di ogni essere umano quando si trova
davanti al pericolo: nulla c’è di vero quando si afferma che un boss non può
avere paura. La paura è un sentimento insidioso che striscia sulle fibre del
cuore come un serpente sulla sabbia, ma questa emozione non svilisce la persona,
anzi, esalta maggiormente la fragilità dell’uomo, perché, diciamocelo pure,
senza alcuna remora, tutti abbiamo bisogno di qualcuno che possa sorreggerci nei
momenti bui.
“Combatté contro quella sensazione soffocante nel petto, si costrinse a respirare regolarmente e non tradire quello che succedeva dentro di lui. Era il boss. Non poteva permettersi di essere debole, punto.Pianse finché non gli fecero male gli occhi e si sentì semplicemente troppo stanco per continuare, muto, ancora troppo consapevole di quello che lo circondava e della compagnia. Avrebbe ucciso volentieri per poter piangere contro il petto o la spalla di qualcuno, o solo per essere abbracciato e per sentirsi dire che andava bene aver paura.”
Aleksander Voinov possiede una sensibilità unica
nel comunicare attraverso le parole ciò che si cela nel cuore umano. Un autore
che farete bene ad apprezzare perché lo merita, non è artefatto, ma schietto e
accattivante.
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