“Il miglior autore
contemporaneo di narrativa crime.” HARUKI MURAKAMI
Genere: Giallo/Thriller
Editore: Longanesi
Pagine: 400
Prezzo
cartaceo: € 14,96
Prezzo
ebook: 5,99
Uscita: 9
Aprile 2015
In una desolata contea
del Nebraska, un uomo fa l’autostop nella notte. Ha il naso rotto e le poche
auto che passano non lo guardano nemmeno. È Jack Reacher, ex poliziotto
militare, che vive ormai alla giornata ed è diretto in Virginia. Finalmente,
un’auto decide di fermarsi: a bordo ci sono due uomini e una donna, tutti in
uniforme aziendale. Colleghi di lavoro in trasferta? Probabile, ma c’è una
strana atmosfera in auto, la donna in particolare è molto tesa e silenziosa, e
con l’arrivo di Reacher le cose prendono una piega sempre più inquietante.
Intanto, a pochi chilometri da lì, è stato scoperto un omicidio: un uomo brutalmente ucciso in una vecchia stazione di pompaggio. Un testimone ha visto due uomini con le giacche sporche di sangue allontanarsi di gran fretta e ha avvertito lo sceriffo. Ma la vittima non è un cittadino qualsiasi: per lui si mobilitano subito l’FBI, l’Antiterrorismo e perfino la CIA.
Intanto, a pochi chilometri da lì, è stato scoperto un omicidio: un uomo brutalmente ucciso in una vecchia stazione di pompaggio. Un testimone ha visto due uomini con le giacche sporche di sangue allontanarsi di gran fretta e ha avvertito lo sceriffo. Ma la vittima non è un cittadino qualsiasi: per lui si mobilitano subito l’FBI, l’Antiterrorismo e perfino la CIA.
Inizia così una vera e
propria caccia all’uomo, in cui si profila sempre più netta l’ombra della
minaccia terroristica internazionale.
Guidato dal suo radicato istinto all’azione, Reacher finirà per trovarsi coinvolto in una pericolosa vicenda, mettendo ancora una volta a rischio la propria vita...
Questo libro è bellissimo.
Era da un po’ che sentivo parlare dell’autore e del
personaggio di Jack Reacher e mi sono avvicinata a questo romanzo che viene
definito, in alcune presentazioni, “d’avventura”. Devo dire che l’ho iniziato
storcendo un po’ il naso: d’avventura?
Un ex poliziotto (o militare) che vaga per l’America
risolvendo casi e, non tanto occasionalmente, gli capita di ammazzare qualcuno.
Capirai!
Un po’ disincantata ho cominciato a leggere… e a pagina 10
Lee Child era il mio nuovo migliore amico.
Perché è così bello questo libro?
Non perché parla dei grandi temi della vita.
Non perché ci fa ragionare sulle sottili trame dell’animo
umano.
Non per la straordinarietà dei suoi personaggi.
È bello perché ti trascina dentro la narrazione e ti tiene lì:
quando Jack è in macchina, tu sei in macchina. Quando lo sceriffo è davanti a
una villetta in mezzo ai campi di soia, tu sei al freddo in mezzo ai campi di
soia.
E quando ti sei fatto dondolare e incuriosire da un monotono
e silenzioso viaggio notturno su una station wagon - pam! - il primo colpo di
scena.
E la classica domanda da libro giallo: ma perché non me ne
sono accorta prima?
E qui devo buttare alle ortiche la presentazione di “libro d’avventura”:
questo è un libro giallo classico e potenzialmente eterno (non per niente, la
serie con protagonista Jack Reacher vanta già parecchi titoli).
Come monsieur Poirot e la Signora in giallo (sì, lei) Jack
Reacher occupa pochissimo spazio nella storia: di lui si hanno le informazioni
necessarie a tratteggiarlo e il resto, chi lo sa. La sua storia personale non
entra in conflitto con la trama delittuosa e gli permette di perpetrarsi sempre
uguale attraverso mille e mille storie.
La famosa “scena del salotto”, dove viene rivelato il nome
del colpevole, è sostituita da una più pratica “scena del motel”, ma il succo
rimane lo stesso.
E se queste storie sono scritte tutte come Il fuggitivo,
credo di aver trovato il modo di curare la mia dipendenza da Agatha Christie
(in fondo, chiodo scaccia chiodo, o no?).
L’ho già detto che mi è piaciuto?
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