Traduttore:
Patriarca R.
Genere: Romanzo Rosa
Editore: Salani
Pagine: 427
Prezzo: € 13,52 (cartaceo) - € 9,99
(ebook)
Uscita: 4 febbraio 2016
Sinossi:
Dopo una serata
disastrosa con quattro amiche, passando da balli scatenati sul bancone di un
bar al Pronto Soccorso di un ospedale, Julie, editor in una casa editrice,
comincia a porsi seriamente una domanda: “C’è forse qualcosa che non va in me
visto che a 38 anni, pur vivendo nella Grande Mela, non ho ancora un vero
fidanzato?” Non che le sue quattro amiche siano in una situazione migliore:
Georgia è appena stata mollata dal marito per un’insegnante di samba di
quindici anni più giovane; Alice ha lasciato la carriera di avvocato per
stilare un programma giornaliero di uscite con uomini potenzialmente
maritabili; Ruby è in lutto da mesi per la morte del gatto e Serena… beh,
Serena si è chiusa in un centro yoga alla ricerca del proprio equilibrio
interiore. Così, Julie, single a Manhattan, decide di scrivere un libro che
parli di come le donne di tutto il mondo affrontano la loro zitellaggine. Dalla
Francia all’Australia, passando per Roma, Rio de Janeiro, Pechino e Nuova
Delhi, Julie scoprirà che non è uno scandalo pagare un uomo per fare l’amore;
che le italiane quando si arrabbiano rispondono con sonori ceffoni, mentre le
francesi non si lasciano sfuggire nemmeno un battito di ciglia; che in
Australia le quarantenni sono considerate un residuato bellico, mentre in
Indonesia più le ”ragazze” sono “stagionate” meglio è.
Julie: voce narrante della storia e scrittrice.
Georgia: moglie appena lasciata dal marito per la
bella insegnante di danza.
Alice: avvocatessa pro bono e docente di legge
all'università.
Ruby: fierissima cacciatrice di teste, ma anche
dolcissima e depressa amante degli animali, in lutto per il suo amato Ralph.
Infine, Serena: cuoca New Age, salutista a perenne lezione di yoga.
Queste cinque donne nate dalla penna dell'autrice
sono molto diverse tra loro, ma legate da un grande mistero: perché sono tutte
SINGLE?
Sono carine (forse più tendenti al bello piuttosto
che nella media), intelligenti, hanno un buon lavoro a parte la “casalinga”
Georgia e hanno tutte superato la boa dei trentacinque anni.
Allora... perché sono ancora tutte “a piede
libero”?
Julie si prende la responsabilità di capire perché
tante donne di successo come lei e le sue amiche si trovino in questa situazione
e, con un viaggio in giro per il mondo (a spese della casa editrice per cui
lavora e alla quale vuole vendere il fantomatico libro che sta scrivendo
proprio sulla loro situazione sentimentale), spera di scoprire il segreto per
mettere fine alla loro “singletudine”.
Dal libro è stato tratto un film che è appena
uscito nelle nostre sale cinematografiche; non l'ho ancora visto, ma sono
intenzionata a farlo. Dai trailer in circolazione,
ho capito che appare molto diverso dal cartaceo, come spesso accade. Le protagoniste
in carne e ossa mi sembrano molto più giovani rispetto a quelle dello scritto e
anche i personaggi sono differenti: probabilmente una scelta di marketing
rivolta a un pubblico più giovane.
La mia curiosità è nata proprio dall'aver visto il
trailer al cinema, davvero molto
divertente, ma anche dall'argomento che trattava e che mi riguarda molto da
vicino. Ebbene sì: anche io sono SINGLE! Ho giusto qualche annetto in più delle
protagoniste, ma poichè il libro è stato scritto nel 2008, mi sento più giovane
di loro.
Come vi dicevo (avrete notato come ho sorvolato
bene sui miei anni), anch'io non sono fidanzata; ho un buon lavoro, vivo da
sola, mi reputo abbastanza intelligente, amo viaggiare, leggere e praticare
sport. Non sono una bellezza da copertina, ma nemmeno una megera con la scopa;
l'unica cosa che mi differenzia da Julie e dalle sue amiche, è che non sono
alla spasmodica ricerca di un uomo come fanno loro.
Il viaggio che Julie intraprende attraverso il
mondo è molto affascinante; nulla è mai scontato.
Una lettura dolce/amara, risate miste a tanta pena
per queste cinque amiche, cinque anime alla disperata ricerca di un uomo che le
sopporti e che si prenda cura di loro. Mi hanno fatto tenerezza così testarde
alla ricerca del compagno perfetto, che è sempre quello che verrà e mai quello
presente; sempre il più bello, il più ricco, quello sposato a un'altra.
Devo ammettere anche — dall'altro lato — che mi
hanno fatto un po' cadere le braccia. La figura della donna è cambiata molto
negli ultimi cinquant'anni; siamo sempre state il fulcro della famiglia, ma adesso
lo siamo anche della società. Occupiamo posti di rilievo ai vertici di grandi aziende,
in politica, nuove opportunità si sono aperte in campi che prima ci erano preclusi
e alla fine la scrittrice mi va a cadere nel solito stereotipo dove tutto deve
girare intorno alla ricerca di un uomo per essere felici.
Una cosa che mi piacerebbe molto sapere è se anche
i miei “colleghi”, ovvero gli uomini single,
si struggano l'anima per la loro situazione. Le poche figure maschili nel
romanzo non fanno una gran bella figura, al pari di quelle femminili...
Come avrete sicuramente intuito, il libro è stato
un ottimo spunto per analizzare la società in cui viviamo; una società
consumistica all'apparenza improntata sulle prime impressioni, sulla
superficialità dell'apparire e non dell'essere se stessi.
Una lettura diversa dal solito, che tra una risata
e l'altra ci mette davanti ai nostri difetti nel rapportarci con l'altro sesso.
Non aspettatevi il lieto fine se volere vedere le
nostre cinque belle eroine tutte accoppiate ad altrettanti fusti, altrimenti ne
rimarrete deluse. State leggendo un romanzo, un'opera di fantasia, ma si sa che
la realtà a volte supera i sogni.
Vorrei finire lasciandovi il pensiero finale di
Julie, che riassume tutto il viaggio intorno al mondo. Non si tratta di un vero
e proprio spoiler, ma una ricetta
della felicità. Siete libere di leggerlo o saltarlo: a me ha dato un po' di
speranza.
“Lì sulla pista da ballo, con la musica a tutto volume e la piacevole sensazione di essere in compagnia delle mie amiche, tutto mi fu chiaro: dobbiamo imparare a volerci bene. Ma permettetemi di sottolineare che non intendo «volerci bene» nel senso «la sera fatevi un bagno caldo» oppure «uscite a cena una volta alla settimana». Dobbiamo volerci bene con fierezza. Come una leonessa che protegge i suoi cuccioli. Come se fossimo sul punto di essere aggredite da una banda di delinquenti. Dovremmo volerci bene con la stessa passione, la gioia e l’entusiasmo delle donne italiane, con l’orgoglio e la dignità delle francesi, allo stesso modo delle brasiliane settantenni vestite di rosso e bianco che sfilano durante il carnevale. Dovremmo riscoprire la nostra anima vichinga, indossare un’armatura scintillante e amarci con tutto il coraggio possibile. Perciò sì, credo proprio che dovremmo volerci bene.”
Io mi voglio un gran bene, e voi?
Nessun commento:
Posta un commento