Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Garzanti
Collana: Narratori moderni
Pagine: 250
Pagine: 250
Prezzo: € 16.90 (cartaceo)
Uscita: 31 marzo 2016
Sinossi:
L’amore
non chiede il permesso. Arriva all’improvviso. Travolge ogni cosa al suo
passaggio e trascina in un sogno. Così è stato per Emma quando per la prima
volta ha incontrato Marco, che da subito ha capito come prendersi cura di lei.
Tutto con lui è meraviglioso, perfetto. Fino a quando Marco non la ricopre di
attenzioni troppo insistenti. Marco ha continui sbalzi d’umore e non riesce a
trattenere la sua gelosia. Emma non riconosce più l’uomo accanto a lei. Non sa
più chi sia. E non sa come riprendere in mano la propria vita. Ma quando
diventa madre, il sorriso della piccola Martina che cresce le dà il coraggio di
cambiare il suo destino. Di dire basta. Di affrontare la verità. Una verità difἀcile da accettare, da cui si può solo
fuggire. Perché il cuore, anche se è spezzato, ferito, tormentato, in fondo sa
come tornare a volare. Come tornare a risplendere. Più forte che può.
L’autore:
Sara Rattaro nasce e cresce a Genova, dove si
laurea con lode in Biologia e Scienze della comunicazione. Nel 2010 esce per un
piccolo editore il suo primo romanzo Sulla sedia sbagliata. Nel 2011 scrive il
suo secondo romanzo Un uso qualunque di te, che ben presto scala le classifiche
e diventa un fenomeno del passaparola. Non volare via è il suo primo romanzo
pubblicato con Garzanti. La scrittura di Sara e la sua voce unica hanno già
conquistato i più importanti editori di tutta Europa, che hanno deciso di
scommettere su di lei e di pubblicarla.
È da qualche settimana che questo libro attende di
essere letto ed è riposto nella mia libreria, la sera in cui ho iniziato a
leggerlo; tuttavia, non ho più smesso fino ad arrivarne alla fine.
La protagonista di questo romanzo è Emma, una
donna che finisce in un matrimonio soffocante fondato su un legame d'amore
sbagliato, malato oserei dire.
“Mi stavo rendendo conto che in tutto quel tempo ci ero entrata di rado in chiesa, molto di rado, così poco da non sapere neppure descriverla. Chissà, magari se mi fossi fatta viva un po’ più spesso, forse le cose sarebbero andate diversamente”.
Marco, il marito violento, ossessivo e paranoico,
entrerà nella vita di Emma nel momento di maggior bisogno, dopo la conclusione
di una storia d’amore con Tommaso (un uomo molto più grande di lei), che ha
lasciato la donna senza porsi troppi problemi.
Marco appare subito come il compagno perfetto,
colui cui Emma avrebbe potuto appoggiarsi per superare il dolore e la delusione
della sua ultima storia d’amore. Col tempo, tuttavia, il mostro insito
nell’anima del marito, spingerà la donna in una spirale di violenza, dolore,
solitudine e grandissima sofferenza.
“La legge italiana lo dice chiaramente: per unirsi in matrimonio, bastano pochi secondi, ma se capisci di aver fatto un errore, o se a comprenderlo sono entrambi le parti, si è costretti a pensarci per parecchio tempo. Fino al maggio 2015, addirittura tre anni, che si moltiplicano per motivazioni economiche.”.
Il lettore, così come Emma, imparerà a conoscere
il personaggio di Marco a poco a poco e ne rimarrà profondamente spaventato. Il
suo carattere evolve e peggiora in modo proporzionale all’aumentare della
violenza. S’inizia con la sua insonnia, ma la violenza pura esplode — a mio
giudizio — nel corso del primo litigio, o meglio nella prima sfuriata che
compie verso l’ignara donna.
“Primo errore, pensare di essere sbagliata”.
A casa, Marco sembrava il marito soddisfatto
mentre lei era uno straccio a distanza di pochi mesi dal fatidico sì. Il
divertimento del matrimonio segreto era finito presto, come ogni bel gioco che
si rispetti, e io mi ritrovavo lì, padrona di una casa che non mi piaceva, in
ansia per il dolore che avevo inflitto ai miei genitori e per le assurde parole
che mi aveva messo in testa mia suocera: “Non ho paura di te Emma, ma ho paura
per te”.
Alcuni passaggi mi sono davvero sembrati
inquietanti: in primis, il fatto che Marco impedisse alla moglie ogni tipo di
contatto con i genitori (io sono sposata, e se mi fosse imposto un simile
limite, credo che potrei impazzire).
“Mio padre è morto, e tu vuoi sbattermi in faccia che i tuoi stanno benissimo? Vuoi che si mostrino insieme uniti di fronte a mia madre che ha appena perso il suo compagno? Complimenti per la delicatezza”.
Per anni Emma subirà violenze di ogni tipo, sia
fisiche, che psicologiche. Sarà segregata in una piccola casa di montagna,
costretta all’aborto, rinchiusa in cantina, senza cibo e acqua a titolo di
punizione, nel caso il suo comportamento da moglie perfetta non fosse ottimale.
È incredibile pensare che la protagonista non si sia ribellata a tale durezza
per anni, convinta che fosse necessario del tempo per comprendere meglio chi
aveva davanti, e altresì per raccogliere le forze necessarie per rimettersi in
piedi.
Marco è un marito ossessivo, paranoico, geloso e
molto violento. Più le persone cercavano di avvicinarsi al suo nucleo
familiare, più lui si sentiva in pericolo e la sua vena maligna emergeva.
Una forma di delirio psicotico a sfondo paranoico,
in cui anche i suoi genitori sono totalmente estromessi (ovviamente contro la
loro volontà); dall’altro lato, l’inquietante (a mio giudizio) famiglia di lui,
che di fronte alla scena di violenza domestica, mostrano totale indifferenza.
Questo libro è intenso, toccante, scritto con
enorme maestria (talento che avevo già scoperto nell’autrice nel leggerne altri
titoli da lei redatti). Mi ha toccata
nel profondo, commossa e credo di poterlo consigliare a gran voce, sia a tutte
le donne, perché sappiano intercettare immediatamente i primi segnali di amore
malato nella loro relazione, (e sappiano porvi di conseguenza, la parola fine);
ma anche agli uomini perché di femminicidio non si deve più parlare in nessun
telegiornale.
Lettura imperdibile, poiché nessun principe
azzurro che si rispetti, a mio parere, può impedirci di splendere!
“Anche se il mondo a volte, te lo impedisce, tu splendi. Splendi più che puoi!”
Nessun commento:
Posta un commento