Buongiorno a tutti i lettori! Oggi รจ una giornata speciale per la nostra rassegna "Amore fra le righe": VELONERO, eccezionale scrittrice di romance storici, vi regala un racconto inedito, "UN NUOVO BATTICUORE", appartenente alla serie contemporanea Taste of NY che arriverร su tutti gli store il prossimo 29 Febbraio con il primo volume dal titolo "UPTOWN GIRL" e un nome nuovo di zecca, il suo: RAFFAELLA V. POGGI.
Perdetevi nella magia di questo racconto, scovate le parole che vi porteranno a scoprire la colonna sonora della storia di Phil e Jen, e commentate!!!
Un nuovo batticuore
Lei รจ Jenny, Jennifer. Per sbarcare il lunario
fa lo chef a domicilio per un'agenzia.
Un gruppo di giovani rampanti richiede proprio
lei per le cene del mercoledรฌ, serata poker.
Lei รจ brava e professionale,
ma c'รจ un imprenditore che le ha messo gli
occhi addosso,
e non solo perchรฉ รจ bella...
Un nuovo batticuore รจ il dolce rimedio per ogni
problema.
***
Questo racconto dร il nome alla serie di cui fa parte anche la mia prossima pubblicazione,
Questo racconto dร il nome alla serie di cui fa parte anche la mia prossima pubblicazione,
Venite a scoprire perchรฉ ho chiamato la serie di romanzi, tutti autoconclusivi
Taste of New York
qualche ambientazione
che vi ritroverete dentro.
Buona lettura e felice San Valentino,
VeloNero
1.
Jennifer entrรฒ spedita nel
piccolo ufficio di Jacinda, la coordinatrice nonchรฉ capo quasi indiscusso della
Cooking Home, l’agenzia di kitchensurfing per la quale lei lavorava
da quasi sei mesi, esattamente da quando Malcom l’aveva sbattuta fuori di casa
per far spazio alla sua nuova fiamma.
Jenny ˗
cosรฌ la chiamavano fin da piccola ˗ si era ritrovata
seduta sulla sua valigia grande, su un marciapiede della Lexington, a Curry Hill, scaricata lรฌ dal tassista
indiano sulla cui vettura era montata al volo. Era uscita in fretta e furia
dall’appartamento di Malcom, col cuore a pezzi e un vecchio set di valigie
strapieno di tutte le sue cose, e anche due sacchetti di plastica, perchรฉ mai e
poi mai sarebbe tornata indietro. Aveva incrociato Sonja sulle scale, la bionda
russa alta due metri che aveva preso il suo posto.
«Non ha un appartamento in
cittร e verrร subito ad abitare qua», le aveva spiegato lui. «Puoi fermati
finchรฉ non trovi un’altra sistemazione: c’รจ posto sul divano».
Non gli aveva risposto, non
aveva parlato, non lo aveva neppure guardato altrimenti sarebbe esplosa e il
giorno dopo sarebbe finita sul New York Post, in prima pagina, con la sua foto
sotto un titolone cubitale. Aveva racimolato le sue cose, compreso quel poco di
dignitร che ancora le restava ed era uscita da quell’appartamento in cui era
entrata tre anni prima piena di sogni e di illusioni.
Era arrivata a New York per
frequentare la French Accademy, nove mesi di full immersion per perfezionarsi
nell’arte culinaria. Aveva incontrato Malcom nel locale spagnolo, dove la sera
lavorava come barman e faceva le tapas per pagarsi la frequenza; dopo poche
settimane era andata a vivere da lui. Aveva piantato la scuola a un mese dal
diploma, e poi, dopo un anno e mezzo d’insistenze, anche il lavoro, perchรฉ lui
non voleva che uscisse la sera e lei era poco presente.
Jennifer, senza entrate, aveva
dato fondo a tutti i risparmi, accumulati in anni di gavetta nelle cucine di
ristoranti prestigiosi sia di New Orleans, dove era nata e cresciuta, sia di
San Francisco, dove si era trasferita per uno stage in un ristorante stellato. Aveva
voluto ignorare i comportamenti di Malcom degli ultimi tempi: sotterfugi col
cellulare, viaggi di lavoro, cene serali con i “colleghi”. E quando lui le
aveva dato l’annuncio del “cambio ai vertici”, non era rimasta troppo stupita.
Scioccata sรฌ, ma non stupita.
Cosรฌ, a ventott’anni si era
ritrovata senza un soldo, senza un tetto, senza un lavoro, persa nella cittร
che รจ di tutti, ma che non sentiva sua. Anzi, proprio niente era suo, tranne il
set di coltelli, pentole e padelle stivate in valigia al posto dei vestiti.
Ed era sola.
Il tassista che l’aveva
prelevata sotto casa di Malcom, in South Harlem, le aveva chiesto la
destinazione e lei aveva risposto di portarla dove voleva lui. Cosรฌ l’uomo,
visto che era ora di pranzo, aveva percorso la Lexington verso sud. Aveva fermato
la vettura lungo il marciapiede, accanto agli altri taxi in sosta per il
pranzo. L’aveva deposita a Curry Hill,
quattro o cinque isolati nel centro di Manhattan, dove si concentrano i
ristoranti indiani, un quartiere non
quartiere, a cui i newyorkesi avevano dato un nome fatto di profumi. Le era
sembrato strano, in una metropoli cosรฌ trafficata e satura dello smog dell’ora
di punta, percepire tanto nitidamente il pizzicore della pianta del pepe. Anche
lรฌ, in mezzo alla strada.
Jenny si era guardata intorno
in cerca di un’ispirazione,
di un aiuto: gli effluvi avvolgenti e un poco mistici di cumino e cannella
avevano invaso le sue sensibili narici, risvegliando la coscienza intorpidita
dal dolore e dalla rabbia. Stava per telefonare ai suoi, in Louisiana, per
farsi mandare qualche dollaro per la sopravvivenza, quando l’occhio le era
caduto sul cartello appeso alla porta di uno dei tanti ristoranti, il Mumbai Surprises.
“CERCASI LAVAPIATTI”, c’era
scritto.
“Eccomi! Mi avete trovata”,
aveva pensato. “Sarร destino”. Anche perchรฉ, a New York, cittร delle
possibilitร , per chi cercava impiego nel campo della ristorazione e non aveva
paura della fatica, di lavoro ce n’era in abbondanza, si era detta.
Infatti aveva ottenuto il
posto. Il cugino di secondo grado della nuora del proprietario aveva una
stanzuccia con uso cucina da affittare a Harlem, e se il bagno non fosse stato
in comune con i proprietari, una coppia e tre bambini, la sistemazione non
sarebbe stata tanto male.
Aveva pensato che quello era
solo un alloggio provvisorio e non appena si fosse sistemata, avrebbe trovato
di meglio. Invece viveva ancora lรฌ, perchรฉ tutto sommato ci stava bene. Non aveva
avuto tempo di cercare altro, dal momento che si era trovata anche un secondo
lavoro; l’aiuto-cuoco addetto al tandoori, Harish, le aveva confidato di
lavorare anche per un’agenzia di chef a domicilio, che lo chiamava quando i
clienti richiedevano piatti della cucina indiana.
Insomma, Jenny era stanca
morta, ma le entrate non erano malaccio perchรฉ era un’ottima cuoca e conosceva
bene la cucina fusion, avendo lavorato in tanti ristoranti diversi, imparando
ricette di ogni dove, non ultimo il Mumbai e suoi sapori speziati. Proprio per
questo, in poco tempo era diventata lo chef piรน richiesto di tutta l’agenzia.
Poteva dire di essere caduta
in piedi: lavorare tanto le aveva impedito di struggersi e compiangersi, e
piano piano il suo cuore aveva smesso di sanguinare, anche perchรฉ faceva ciรฒ
che piรน amava fare: cucinare. Lo faceva con piacere e con amore. Con passione.
Cosรฌ, quando la sera prima
era capitata in un bellissimo appartamento al Rushmore, in River Side, si era
aspettata la solita serata di lavoro, magari con mancia generosa, visto il
palazzo elegante, invece si era trovata a dover affrontare una situazione
imbarazzante.
Aveva giร cucinato per soli
uomini, durante una tipica “serata play-off” o “serata poker”, secondo i casi,
ma il giorno prima era stato diverso. Per quanto era riuscita a capire dalle
battutine, dagli ammiccamenti e dalle gomitate che si erano scambiati vedendola,
quegli uomini cosรฌ distinti, affascinanti e ricchi avevano in mente “altro”. Si
era resa conto che la serata non si sarebbe svolta nella solita rilassatezza a
cui era abituata. Aveva fatto lei la spesa, e si era trovata a cucinare con
cinque paia di occhi puntati addosso che osservavano ogni suo movimento.
Le avevano chiesto di servire
la cena. Lo aveva fatto, senza fiatare, anche se non era tra le sue incombenze
e mai nessuno glielo aveva chiesto: era specificato nei termini del contratto
sul sito e sul modulo di pagamento.
Ma era stata una serata
anomala.
Parecchio.
Aveva sostituito all’ultimo
minuto Brooke, che glielo aveva chiesto come favore personale, perchรฉ lei aveva
un impegno con un uomo.
«Vedrai, ti divertirai. Sono
tutti ricchi, bellissimi, simpatici e generosi. Trattameli bene perchรฉ non
voglio perdere i clienti. Guarda che รจ solo per stasera, eh! Se li accontenti,
vedrai che ci guadagnerai parecchio», le aveva detto la sua collega al
cellulare, quando la mattina l’aveva chiamata per chiederle il cambio. Brooke
aveva un appuntamento, con un uomo per cui aveva cucinato diverse volte. Jenny
aveva accettato perchรฉ Brooke le aveva confidato che era una cosa seria.
Cosรฌ aveva chiamato Jacinda e
preso in carico la “comanda”, come chiamavano fra loro le prenotazioni e le
specifiche del cliente. «Cinque. Nessun vegano, nemmeno vegetariani. Carne o
pesce, indifferente. Credo siano tutti uomini, quindi abbonda, due portate piรน
il dolce. Tutto chiaro?», le aveva detto il suo capo al telefono.
Si era organizzata e nel
pomeriggio aveva fatto la spesa nei suoi negozi di fiducia, aveva pagato con la
carta della ditta, attenta a rientrare nel budget. Aveva preso la sua
automobile ˗ acquisto indispensabile per spostarsi da
una parte all’altra della metropoli con sporte e attrezzatura ˗
e si era recata a River Side. Al Rushmore.
Proprio in quello stesso
edificio, all’attico, il mese prima c’era stato un omicidio. Un furto in casa
di un finanziere di Wall Street, un caso grosso di cui avevano parlato tutti i
giornali, soprattutto il Post.
Il portiere l’aveva
annunciata e alle sette, puntuale, aveva suonato al 1712, l’appartamento di Mr
Harding, il famoso avvocato.
“Il Mastino, lo chiamano”, si
era detta e le parve di ricordare che c’entrasse qualcosa con il caso in
questione, e che fosse stato proprio lui a occuparsi della difesa dei suoi
“vicini di casa”.
Le aveva aperto la porta un
uomo bruno, alto e in forma, bello veramente, ma di quelle bellezze algide e
distanti, vestito casual come… sรฌ, le aveva ricordato quei modelli da catalogo
postale, che sua madre sfogliava, poi prendeva le misure a suo padre e faceva
l’ordine telefonico, nella speranza che anche il marito diventasse un po’ cosรฌ,
patinato e affascinante.
«Mr Harding?», aveva chiesto.
«Ah, ma lei non รจ la
signorina Evans», l’aveva accolta, sorpreso.
«No. Brooke aveva un altro
impegno. Ha mandato me a sostituirla», aveva risposto lei. L’uomo aveva sorriso
con un lampo di malizia e l’aveva fatta entrare.
«Lei รจ molto meglio», era
intervenuto un altro, seduto sul divano davanti al televisore acceso, voltato
verso di lei, anche questo sulla trentina ˗ o qualcosa di piรน
˗ un bell’uomo di colore, pure lui con il
fisico da cestista e un sorriso splendente come quello della pubblicitร del
dentifricio, sfoggiato solo per lei.
Dal divano si erano alzati
altri due: uno moro, elegante, dai tratti lievemente ispanici e l’altro vestito
casual con una camicia a scacchi aperta sulla t-shirt spessa dei Knicks e i
capelli rossicci e incolti; quest’ultimo si era sporto oltre lo schienale del
divano e le aveva offerto la mano presentandosi: «Ciao, io sono Angus Rogers».
«Sera», aveva risposto Jenny,
evasiva. «Son qui per cucinare», aveva biascicato, rifiutando la mano tesa del
rosso, per via delle braccia occupate dalla spesa e dall’attrezzatura.
Un pensiero si era fatto
largo, inquietante: che cosa si aspettavano da lei quei signori? Perchรฉ continuavano
a osservarla e a sorridere?
Da
quello che doveva essere un bagno era spuntato il proprietario del quinto paio
di occhi, anche
lui stessa etร , stessa
estrazione. Uomini giovani, rampanti, consapevoli del loro fascino, che
probabilmente volevano divertirsi.
Con lei?
Impossibile!
“Impossibile… con me
consenziente!”, aveva pensato preoccupata, mentre estraeva la spesa dalle
sporte. La cucina era a vista, si sentiva sotto osservazione, anche se i suoi
clienti, dopo qualche tentativo, ammiccamenti e battutine, avevano ripreso le
rispettive occupazioni.
“Non mi salteranno addosso,
spero. Ragazza adescata in un lussuoso
appartamento per festino privato”. Come al solito, la sua mente aveva
viaggiato veloce e giร si era vista i titoloni del Post, mentre apriva la
custodia del set di coltelli. “Io, questi,
li so usare!”, si era detta, lievemente rincuorata.
Aveva continuato con le sue
macabre elucubrazioni, mentre affettava gli scalogni: “Tom Harding sarร anche
un avvocato di grido che in tribunale mi farebbe passare come consenziente, ma
non credo proprio butterebbe all’aria la sua luminosa carriera per una seratina diversa”.
Abile e veloce, aveva tolto
la camicia ai bulbi, aveva affettato e aveva cominciato a tritare con una mano
serrata sull’impugnatura del coltello e l’altro palmo appoggiato sul dorso
della lama, con tutto il vigore di cui era stata capace.
«Che energia!». Il
proprietario dell’ultimo paio di occhi si era seduto sullo sgabello davanti al
bancone e aveva cercato di attaccare bottone.
Jennifer lo aveva fulminato
con un’occhiataccia degna di una gorgone ed era tornata a concentrarsi sul
trito. Aveva in mente una salsa indiana a base di verdure, pomodoro, cumino e
cannella da accompagnare ai grossi filetti di manzo che avrebbe cotto alla
piastra, ma era agitatissima e lo sguardo dell’uomo su di sรฉ, che non si perdeva
nรฉ un suo gesto nรฉ un movimento, l’aveva mandata nel pallone, cosรฌ le verdure,
invece di imbiondire si erano annerite.
“Ma avranno capito o no, che
sono qui per lavorare?”, si era detta tirando fuori la planetaria dal trolley
che conteneva la sua attrezzatura.
Aveva deciso di preparare
qualcosa di speciale, viste tutte le raccomandazioni di Brooke di trattare con
“riguardo” quei clienti. Per lei, trattare bene significava cucinare qualcosa
di strepitoso, non certo concedere degli extra,
perchรฉ questo era ormai il sospetto che aveva avuto sulla collega, la quale
accettava quasi esclusivamente le comande di clienti uomini. “Mi sa tanto che
gran parte del lavoro, Brooke, lo faccia in camera da letto!”, si era detta.
“Eh, ma io no, eh!”.
Intanto la paura di subire
un’aggressione era scemata, ma la visione della sua collega, nuda, sopra il
tavolo rotondo della sala, sdraiata sulle fiches e sulle carte non la
abbandonava.
“Ecco perchรฉ ha chiesto a me,
e non a Harish, che era libero!”, si era detta; aveva passato in rassegna, oltre
al cuoco indiano del Mumbai, anche gli altri chef che lavoravano per l’agenzia.
E aveva capito perchรฉ Brooke avesse scelto lei e non le altre: “Quella
grandissima… quella brutta carogna ha mandato me a tenerle caldo il posto,
perchรฉ le altre o son sposate o son piรน vecchie di Noรจ!”.
In effetti, Jennifer piรน che
una cuoca sembrava una modella: era per questo che Malcom, ai tempi, le aveva
fatto una corte serrata finchรฉ non era riuscito a portarsela a letto.
Anche quella sera, dietro al
bancone della cucina, fasciata nella casacca nera e nei calzoni aderenti, i
capelli castani raccolti in uno chignon strettissimo, nonostante fosse molto
professionale, sembrava tutto fuorchรฉ una lavapiatti di un ristorantino indiano
a Curry Hill.
Aveva continuato a cucinare
inferocita, non piรน a causa degli uomini che l’avevano ingaggiata, che avevano
ripreso a guardare la partita di basket in televisione, ma per il bel servizio
che la collega le aveva riservato.
Non proprio tutti, perรฒ,
erano intenti a guardare la partita: quello seduto sullo sgabello davanti al
bancone non aveva accennato a spostarsi e aveva osservato ogni movimento di
Jennifer, anzi, si era accomodato con le braccia sul bancone per assistere allo
show cooking della ragazza.
Lei aveva preparato in tempi
da record dei sufflรจ come entrรฉe, con l’anima fondente di formaggio e una
grattatina di tartufo, serviti su un’insalata di germogli di aglio, valeriana e
lamelle di noci pecan, accompagnati con panini all’aglio che aveva preparato a
casa. Aveva poi optato per qualcosa di piรน sostanzioso, un filetto di manzo con
una salsa bernese preparata sul momento e contorno di patate speziate. Infine, giacchรฉ
aveva fatto lo sforzo di trascinarsi dietro la planetaria, aveva preparato altri
soufflรฉ dolci, anche in questi aveva racchiuso un cuore fondente, alla panna e
caramello. Jennifer sapeva organizzarsi e tre quarti d’ora dopo essere
arrivata, aveva cominciato a servire la cena, in anticipo sull’ora prefissata.
L’uomo seduto al bancone ˗ Phil, lo avevano chiamato i suoi amici ˗
le aveva staccato gli occhi di dosso solo al momento di sedersi a tavola.
Anche lei lo aveva osservato
di sottecchi, il fisico possente, gli occhi nocciola, ironici e interessati, i
capelli chiari e mossi che rendevano piรน affascinante il suo volto maschio.
Tuttavia, la cosa veramente interessante erano le mani: erano “usate”, non
erano le mani che Jennifer si sarebbe aspettata da un avvocato o da un manager,
insomma da un imprenditore, poichรฉ cosรฌ glielo avevano presentato i suoi amici.
“Ci sono tanti tipi di imprenditore”, si era detta, e di sicuro Phil ˗
cosรฌ si era presentato ˗ era un tipo danaroso, visti gli abiti
firmati e il fatto che anche lui risiedesse al Rushmore, tre piani piรน sotto.
Comunque si era rilassata,
aveva abbandonato l’aria arcigna da cane da guardia al cancello, e aveva
riassunto il suo normale modo di fare sereno, sorriso e battuta pronta, che
tante mance le aveva assicurato in passato.
Li aveva serviti a tavola, questo
sรฌ. Aveva presentato i suoi piatti e aveva accettato il gioco di battute dei
cinque amici, che avevano capito che lei non era Brooke. Tutto sommato, viste
le premesse, la serata era andata piรน che bene e i commensali avevano
dimostrato di aver gradito molto i suoi piatti, li avevano commentati in modo
entusiastico, da veri appassionati.
«Perchรฉ due soufflรฉ», le
aveva chiesto Phil, inaspettatamente, quando lei aveva servito i dessert caldi.
Si era dovuta inventare
qualcosa in fretta: stava per dirgli che era per via della planetaria e che
voleva andare sul sicuro e far bella figura con qualcosa che stupisse, anche
perchรฉ era andata nel pallone e aveva fatto annerire il soffritto, ma non le
era sembrato il caso di essere cosรฌ sincera; allora aveva risposto a caso, di
getto, girandoci un po’ intorno. «Quello salato si chiama Batticuore», aveva spiegato con un’aria vagamente maliziosa. Se lo
era inventato sul momento, perchรฉ proprio non sapeva che cosa dire per
svicolare da quella che sapeva essere stata una domanda insidiosa, infatti
aveva presentato praticamente la stessa cosa, in versione dolce e salata. «Mentre
ho chiamato il dolce Un Nuovo Batticuore,
perchรฉ viene dopo, a conclusione», aveva continuato, ma nel momento esatto in
cui lo aveva detto, sapeva di aver offerto il fianco a un mare di illazioni e
di battute.
«Ah, sei in cerca di un nuovo
fidanzato?», aveva detto uno.
«Hai deciso di chiudere e
vuoi qualcosa di nuovo? Io sono disponibile», si era proposto il rosso.
«Hai mollato il ragazzo?».
Insomma, l’assalto era
ripreso, anche se in tono completamente diverso da quando era arrivata.
“Accidenti, accidenti,
accidenti!”, aveva imprecato contro se stessa. “Sono davvero stupida!”. Era
arrossita sotto il fuoco di fila di tante domande stuzzicanti.
«E smettetela!», li aveva
ammoniti il padrone di casa. «Sbrigatevi a finire, cosรฌ possiamo iniziare
questa benedetta partita».
Si era sentita addosso sempre
lo stesso sguardo interessato, qualcosa di diverso dai soliti sguardi che le
lanciavano gli uomini, un misto di ammirazione e desiderio. Uno sguardo
indagatore, intenso e caldo, che l’aveva fatta fremere e le aveva chiuso la
bocca dello stomaco.
Uno sguardo che le aveva
fatto desiderare di avere ancora quegli occhi ardenti e silenziosi posati su di
sรฉ.
Aveva riordinato, caricato la
lavastoviglie e rimesso a posto le sue cose, mentre i cinque uomini avevano
cominciato la partita a carte. L’avevano saluta e il padrone di casa l’aveva
accompagnata alla porta.
Giร in ascensore aveva
cominciato a ripensare alla serata, la piรน imbarazzante di tutta la sua vita. E
aveva ripensato a Brooke, al suo comportamento: magari non era vero ciรฒ che
aveva pensato di lei, e si era sentita anche un po’ bieca, poi perรฒ aveva
rivissuto tutti i discorsi di quegli uomini…
e a lei, di mance, non ne avevano date, quindi quella era la riprova che
la sua collega faceva “altro” per arrotondare.
“Chissร da chi di loro si รจ
fatta ripassare?”, si era chiesta con un pizzico di angoscia. “Uno solo? Uno
per volta? O tutti insieme?”.
Il pensiero che quegli occhi e quelle mani si fossero posati su Brooke, beh… aveva riprovato la
stessa rabbia di quando, sei mesi prima, aveva incrociato Sonja sulle scale.
Cosรฌ era entrata spedita
nell’ufficio della Cooking Home, la
mattina dopo con l’idea di non dire nulla di Brooke nรฉ a Jacinda nรฉ tantomeno a
Berty Simmons, l’altro socio dell’agenzia; ne avrebbe parlato prima con la
collega, ma si era recata apposta in sede per chiedere che non le venisse piรน
affidata nessuna serata da quei clienti.
Jacinda
l’aveva accolta scura in volto…
2.
«Che cavolo รจ successo?», le
chiese la donna, da dietro la scrivania. «Spiegami tu, perchรฉ non ho capito
niente di quello che mi ha detto Berty: dice che ha ricevuto una telefonata dai
tuoi clienti di ieri sera e ha licenziato in tronco Brooke».
«Io… veramente…», rispose
Jenny balbettando. “Questa poi, non me lo aspettavo”, si disse e cercรฒ di
riordinare le idee.
Nel frattempo, Simmons entrรฒ
con un diavolo per capello.
«Quella poco di buono, per
essere gentile…», ruggรฌ Berty, buttando un fascicolo di documenti sulla
scrivania della socia, «… faceva un altro tipo di servizi ai nostri clienti.
Alle otto di questa mattina mi hanno chiamato quelli di ieri sera e mi hanno
avvisato. Credevano che fossimo d’accordo con lei, si erano fatti l’idea che
fossimo un’agenzia equivoca!». Era talmente rosso in volto da sembrare un
peperone e le vene del collo gli si erano gonfiate per lo sforzo di sbraitare.
«Quando hanno capito di averti messo in imbarazzo, si son resi conto dell’equivoco.
Mi hanno chiamato per spiegarmi che una cosรฌ poteva ledere la nostra
reputazione, gli affari, la rispettabilitร e l’integritร degli altri chef. E ti
credo!». Berty continuava a gridare. «Che se ci tenevo anche solo un po’ al mio
lavoro, era meglio licenziarla per condotta gravemente scorretta e mancanza di
professionalitร . Cosรฌ l’ho chiamata e l’ho licenziata».
«Lei che ha detto?», chiese
Jacinda, preoccupata esattamente come il suo socio.
«Che vuoi che abbia detto,
che va bene, intanto ha altre entrate, e poi si sposa. Ah, ha anche detto che
tu sei una stronza», continuรฒ, rivolto a Jenny.
«Io?! E che dovevo fare?
Andare a letto con tutti, magari tutti insieme, per far piacere a lei?!»
«Ha detto che non dovevi fare
la spia».
«Io non ho fatto la spia!».
«Gliel’ho detto, ma non mi
crede. Ma ha detto che non ce l’ha con te, perchรฉ si sposa con Preston Martens,
che tra parentesi era uno dei nostri primi clienti, cosรฌ lo abbiamo perso,
grazie a quella. Ha detto che ieri lui gliel’ha chiesto e che tanto avrebbe
mollato comunque. E di dire a te, Jenny, di piantarla di sparlare di lei,
altrimenti ti querela».
«Lei?! A me! E chi ha mai detto
niente!»
«Allora perchรฉ sei qui di
prima mattina?», chiese Berty infastidito.
«Per dirti di non mandarmi
piรน dai quei clienti, ecco perchรฉ son qui, non certo per far la spia!».
«E brava! Mi han chiamato
apposta per prenotarti per tutto il mese prossimo, ogni mercoledรฌ. Sono
entusiasti. Han detto che era tutto perfetto, che sei professionale, sei veloce
e cucini da dio».
«Io non ci vado!».
«Tu ci vai, altrimenti ti
licenzio. Pagano benissimo e ti hanno lasciato cento dollari di mancia, quindi
tu vai, perchรฉ io, questi, non li voglio perdere!».
3.
Cosรฌ Jennifer si era fatta
forza e si era recata al Rushmore ogni mercoledรฌ sera per piรน di un mese e
aveva cucinato sempre per lo stesso gruppo di amici.
Piรน o meno. Qualcuno si era
aggiunto e qualcun altro non si era presentato. A volte aveva cucinato
nell’appartamento di Harding, altre volte tre piani piรน sotto, in quello di
Phil. Una volta persino all’attico, nella casa teatro del delitto.
No, per far piacere a… lui.
Solo a lui.
“Maledizione, non so neppure
il suo cognome”, si era detta, quando aveva capito che il motivo per cui
aspettava tanto quelle serate era solo per rivederlo, per sentirsi scaldare dal
suo sguardo che si posava su di lei piรน avvolgente del cioccolato fuso.
“ร troppo tempo che sei
sola”, si ripeteva mentre cucinava, e aspettava quelle chiacchierate con lui che
nulla avevano di intimo. O almeno cosรฌ pareva a lei, perchรฉ in realtร , senza
raccontarle niente di sรฉ, lui era riuscito a strapparle tanti dei suoi ricordi,
il suo percorso formativo, la sua infanzia, i suoi studi, i primi lavori, San
Francisco, com’era nata la sua passione per il cibo. Poche parole distratte,
scambiate durante la preparazione di una ceviche
di crostacei o un guacamole, brevi scambi di battute al peperoncino, molte
risate e tantissime battutacce degli amici.
Phil conosceva cosรฌ tanto di
lei, mentre Jennifer sapeva solo che cosa gli piaceva e cosa no, ma per il
momento andava bene cosรฌ, perchรฉ l’appuntamento del mercoledรฌ era diventato per
Jennifer l’unico spiraglio di vita piena, condita di un po’ di speranza che la
vita potesse essere bella anche per lei. Quelle serate le avevano concesso
l’illusione che anche lei potesse avere un futuro in cui sperare, insomma,
proprio come il suo soufflรฉ, anche lei aveva dentro un cuore morbido e caldo
che aveva cominciato a sciogliersi, e si era resa conto di avere dentro un
nuovo batticuore.
Quella sera era arrivata al
Rushmore un po’ in ritardo e la concierge, una ragazza che non aveva mai
incontrato, le aveva annunciato che era attesa al 1403.
“L’appartamento di Phil”,
pensรฒ, e si diresse all’ascensore trascinandosi dietro il suo armamentario.
“Devo trovare il modo di scoprire qualcosa in piรน su di lui. Se ci fosse stato
il solito portiere gli avrei chiesto il suo cognome, come mi ero riproposta,
invece c’era una ragazza… Non me la son sentita… Se riuscissi a scoprire il suo
cognome, potrei fare qualche ricerca, magari in internet. Twitter. Linkedin…”,
pensรฒ, uscendo dall’ascensore. “Se gli interessassi anche solo un po’, ci
avrebbe giร provato”, considerรฒ. “Non gliene frega niente, di te. Sei solo un
diversivo, due chiacchiere per ingannare il tempo. Avrร ben altra merce per le
mani, uno cosรฌ. Figuriamoci se s’interessa a una lavapiatti come me”.
Intanto aveva suonato il
campanello, la porta si aprรฌ e se lo trovรฒ davanti, vestito di nero, un paio di
jeans e una t-shirt aderente, a mezza manica, che metteva in risalto le braccia
possenti.
«Ciao», la accolse. «Sei
arrivata, finalmente».
«Scusa… il traffico», mormorรฒ
Jennifer, imbarazzata per l’accoglienza e per il ritardo. Abbassรฒ il viso e lo sguardo
le cadde sui suoi piedi nudi. Era scalzo, il contrasto col parquet lucido le
procurรฒ una strana sensazione, come una vampata di eccitazione. Un brivido.
“Certo che ti basta davvero
poco”, si disse, osservando quei piedi cosรฌ sexy. “Forse รจ troppo tempo che son
sola, se lui mi fa quest’effetto”.
«Entra».
Obbedรฌ, scossa dalla sua voce
allegra. Sembrava felice di vederla.
Jenny inspirรฒ per darsi un
contegno, trainรฒ dentro la sua roba, aspettandosi di trovare il solito gruppo
di amici… invece il grande salone era deserto, c’era solo la tavola giร
apparecchiata per due.
Elegantemente apparecchiata.
Posate d’argento, piatti di
fine porcellana, calici di cristallo, una rosa rosso-porpora posata sulla
tovaglia bianca ricamata e… un candelabro acceso.
Se le fosse arrivato uno
schiaffo in faccia avrebbe fatto meno male: quella mattina Jacinda le aveva
telefonato dicendole che per la serata del mercoledรฌ c’era stato un cambio di
programma, stesso appuntamento ma non avrebbe dovuto fare lei la spesa. E
adesso aveva capito anche il perchรฉ: avrebbe dovuto cucinare per lui e la sua
ragazza! Una cena intima per due.
Il primo istinto fu di fuggire,
fare dietro front, guadagnare la porta e scappar via, piรน veloce che da casa di
Malcom.
Ma era una professionista, strinse
forte la maniglia del trolley per infondersi l’energia necessaria a fare il
primo passo, dirigersi dietro il bancone della cucina e iniziare a fare il suo
dovere.
Lui si avvicinรฒ, le tolse la
maniglia del trolley dalle mani, lo sistemรฒ poco lontano e le sfilรฒ il piumino,
per poi gettarlo sulla poltrona lรฌ vicino.
«Stasera cambio di
programma», le sussurrรฒ sorridendo. «Ho cucinato io, per te».
«Come?», domandรฒ perplessa, e
si voltรฒ a riguardare la tavola imbandita.
«Spero che non ti
dispiaccia».
«Sia… siamo soli», balbettรฒ.
“Una frase piรน cretina non poteva uscirmi, neanche se ci avessi pensato su una
settimana”, si disse, ma un intimo languore generato dall’aspettativa la stava
elettrizzando. “Allora รจ per me! La cena intima รจ per me! Lui… per me”. Una
cosa cosรฌ bella non le era mai capitata, anche la gentilezza di presentarsi
vestito casual, per non farla sentire in imbarazzo, sapendo che lei avrebbe
indossato la divisa da lavoro.
Jennifer era senza parole,
col cuore in subbuglio e il corpo… pure.
Qualunque cosa lui le avesse
chiesto lei avrebbe accettato, perchรฉ Phil le piaceva sul serio, non solo per
il modo in cui la guardava, per come s’interessava a lei, a ciรฒ che faceva, a
ciรฒ che le piaceva, ma anche per l’attrazione strana che provava per lui,
qualcosa che andava al di lร del fisico virile, del suo viso maschio, del suo
sguardo nocciola che le colava sulla pelle come una carezza, proprio come una
goccia calda del Nuovo Batticuore. C’era qualcosa che la legava a lui a un
livello piรน profondo che ancora non riusciva a inquadrare, ma che le stava
ruggendo dentro, lasciandola estasiata e senza parole.
Ecco, era conquistata.
Letteralmente conquistata.
E non le era mai successo.
Phil la fece accomodare a tavola,
sistemandole la seggiola, accese
lo stereo e note blues si diffusero nell’aria, avvolgendo Jennifer in un
abbraccio inaspettato. Andรฒ dietro al bancone e tornรฒ con due piatti, ne depose
uno davanti a lei prima di posare il proprio e sedersi. Posรฒ le dita sullo
stelo della rosa e lo fece scivolare sulla tovaglia finchรฉ i petali non
sfiorarono la mano di Jenny, che tremava un poco, emozionata da quel gesto
tanto romantico.
«Grazie», mormorรฒ. Non sapeva
che dire, mai nessuno aveva avuto per lei certi riguardi, tantomeno Malcom.
Malcom… chi era Malcom? In quel momento non riusciva a ricordare nulla di lui,
completamente cancellato dall’uomo che le stava di fronte e le sorrideva
gentile, versandole una flรปte di champagne.
«A noi due», sussurrรฒ,
toccandole il bicchiere.
Jennifer, ammutolita, non
rispose e, imbarazzata da tanta intimitร , abbassรฒ lo sguardo sul piatto, ne
notรฒ il contenuto. Era impressionata dalla presentazione: perfetta. Tre amuse bouche di pesce e crostacei, cotti
e crudi, che la lasciarono incantata.
«Iniziamo?»
«Certo», rispose Jenny. Se
era rimasta stupita vedendo il contenuto, si poteva ritenere assolutamente
sconvolta dopo averlo assaggiato, non lo disse ma le sue papille sapevano di
non aver gustato nulla di piรน buono. Jennifer aveva mangiato il solito sandwich
prima di uscire, quella era la sua cena, un tappabuchi per arrivare al giorno
dopo. Ora perรฒ aveva fame, un appetito fatto piรน di desiderio e di curiositร
che di bisogno di cibo.
Quell’uomo era pericolosissimo,
si rese conto che l’aveva avviluppata, come un ragno che tessuta la tela
attende che la farfalla si leghi da sรฉ con i suoi fili.
“Sรฌ, mi hai conquistata!
Faccio quello che vuoi”, si disse, ma avrebbe ceduto ugualmente, anche senza
quello stupido e pericolosissimo incanto, perchรฉ oramai le era chiaro che quell’uomo
l’aveva fatta innamorare.
“Eccolo il mio nuovo
batticuore! Ma perchรฉ? Perchรฉ non si poteva accontentare di portarmi a letto e
basta? Perchรฉ doveva proprio farmi perdere la testa?”. Quel pensiero struggente
e pericoloso, combinato ai sapori sorprendenti che le solleticavano il palato,
la stavano trascinando via, in un mondo nuovo, e un dolore sordo cominciรฒ a
picchiarle dentro al petto, aveva voglia di piangere.
“Perchรฉ? Perchรฉ proprio a
me?”, si domandรฒ ancora e ancora. Quella serata, quel momento cosรฌ speciale era
proprio come toccare il paradiso. E toccare il paradiso per poi schiantarsi a
terra era la cosa piรน distruttiva in assoluto. Probabilmente non avrebbe retto,
non questa volta.
Sollevรฒ lo sguardo alla
ricerca del suo viso e lo sorprese a osservarla, ma non come faceva sempre,
questa volta la stava guardando con un misto di ironia e aspettativa.
«Ti piace?», le domandรฒ,
quasi ansioso.
«Da morire». Era l’unica
risposta possibile, la piรน vera. Sapeva che probabilmente, in qualche modo, ne
sarebbe morta.
«Bene». Si alzรฒ, le tolse il
piatto davanti e proseguรฌ con il suo assalto, un filetto di halibut in crosta
leggera di pasta fillo con un contorno di verdure saltate.
Jennifer diede un’occhiata ai
fornelli e alla cucina, al di lร del bancone, perfettamente in ordine e pulita.
Sospirรฒ lievemente, un sospiro di sollievo. Aveva giร cucinato una volta in
casa di Phil, e la sua cucina era minimal, non attrezzata per comporre un simile
capolavoro. Il sospetto che potesse aver cucinato lui si affievolรฌ, era tutto troppo
perfetto, troppo ordinato. Avrebbe voluto uscirsene con la frase piรน ovvia:
“Hai cucinato tu? ร tutto stupendo”, ma
si trattenne, perchรฉ il gesto di servirle una cena di quel livello, proprio a
lei, era cosรฌ squisito e delicato, che non meritava di essere messo in
imbarazzo costringendolo a rispondere.
Sarebbe stata una scortesia
gravissima, specie dopo il dolce, una crema sublime alle nocciole e meringa
morbida che poteva essere stata concepita solo da uno chef stellato.
No, lui aveva ordinato in
chissร quale ristorante la cena giusta per stupirla e conquistarla. E c’era
riuscito.
Si lasciรฒ prendere dai sensi,
bevve il vino che di volta in volta Phil le versava nel bicchiere e che le
scioglieva la lingua. Cominciรฒ a parlare di sรฉ, raccontare quello che non gli
aveva ancora raccontato, gli parlรฒ di Malcom, di come era finita, della
delusione, e di come fosse stato difficile metterci una pietra sopra perchรฉ, in
fondo, lei si sentiva in colpa.
«In colpa di che?», le chiese
Phil, aggrottando le sopracciglia.
«Perchรฉ col mio lavoro non si
puรฒ mantenere un vero rapporto, cosรฌ ho dovuto lasciare, per tentare di far
sopravvivere la mia relazione. Ho provato a cercare altro, ma so fare solo
questo, mi piace solo questo», spiegรฒ.
«E sei bravissima», le disse,
ammirato.
«Grazie».
«Perchรฉ, una come te, con la
tua esperienza professionale lavora per un’agenzia e fa la lavapiatti?
Qualunque ristorante รจ in cerca della tua competenza», le chiese.
«Beh», rispose perplessa, «credo
di poterlo definire un ripiego temporaneo. ร finita maluccio, con il mio ex. Te
l’ho detto: ho lasciato il lavoro per cercare di tenere insieme i pezzi di una
relazione, e prima ancora avevo lasciato la scuola, per lo stesso motivo. In un
anno e mezzo ho dato fondo a tutti i miei risparmi… Avevo messo via qualcosa
per un mio progetto, a New Orleans, invece lui mi ha sbattuto fuori dall’oggi
al domani per far spazio a un’altra, dopo tre anni di faticosa convivenza,
senza un dollaro nรฉ un tetto, neanche un amico». Non avrebbe voluto parlargli
di Malcom, ma fu inevitabile, era una cosa che le rodeva ancora, perchรฉ in
ormai otto mesi non ne aveva parlato con nessuno. Nessuno.
Ma con Phil…
Stava troppo bene con lui, fu
inevitabile confidarsi.
«E te la sei cavata alla
grande».
«Io? Non c’รจ molto da dire.
Anche io, proprio come te: solo lavoro. Hai ragione, รจ difficile trovare
qualcuno disposto a capire e accettare certi ritmi. Anche stasera, avrei
preferito organizzare domenica…»
«Domenica? Perchรฉ?», domandรฒ
curiosa, mentre Phil si era alzato e le stava tendendo la mano, per far alzare
anche lei.
«ร San Valentino», le rivelรฒ
sorridendo.
«Ah, giร ». Anche Jennifer
sorrise; lo seguรฌ e si sedette accanto a lui sul divano.
«Io dovrรฒ lavorare, cosรฌ ho
anticipato di qualche giorno», le sussurrรฒ avvicinando il viso a quello della
ragazza. Posรฒ una carezza lieve sulla guancia per avvicinare la bocca di Jenny
alla sua, ma quando fu a un respiro si fermรฒ per soffiarle sulle labbra la sua
dichiarazione: «Sei bellissima, Jennifer, da restare senza fiato. Voglio
baciarti. Lo voglio dal primo istante che ti ho vista. Dimmi di sรฌ».
«Sรฌ», rispose di getto, e
dimenticรฒ i buoni propositi di indagare, di chiedergli qualcosa di personale.
Il bisogno di sapere fu soffocato dal bisogno piรน impellente di sentire la sua
bocca premuta contro le labbra. E le dischiuse per ricevere il suo bacio,
attimo supremo di un meraviglioso piano di seduzione… e lei non vedeva l’ora di
essere sedotta.
Lo lasciรฒ fare, lasciรฒ che il
bacio tanto atteso le rapisse i sensi, lasciรฒ che il suo sapore si confondesse
con il ricordo del dessert, e le sembrรฒ ancor piรน dolce. Si sentรฌ sciogliere,
fremere di un desiderio senza urgenza. Sapeva che lui la stava cuocendo a fuoco
lento, lentissimo, soffiando sulle braci di una passione che stava per
sbocciare, come la rosa purpurea abbandonata accanto al piatto.
Intanto la musica R&B cantilenava a ritmo dei loro
sospiri, le mani di Phil sul suo viso, sul suo collo, a sfiorarla di dolci
carezze che servivano a dirigere i suoi baci. Poi pian piano, lui abbandonรฒ la
bocca per conoscere con le labbra la sua pelle delicata, passando dalle gote,
spingendosi lungo il collo per raggiungere il lembo vellutato dietro
l’orecchio, mentre una mano scendeva vogliosa lungo il fianco, piรน su, sul seno
pieno, stringendolo con una dolce pressione e sfiorandone, avanti e indietro,
la punta dura e ritta sotto la stoffa spessa della casacca.
«Tu
profumi d’Oriente», le sussurrรฒ all’orecchio e inalรฒ una ventata della sua
essenza imprigionata tra i capelli.
«Mi
dispiace», si scusรฒ Jennifer, mortificata. «ร il curry».
«Uhm…
mi piace, mi รจ sempre piaciuto, ma ora mi piace ancor di piรน perchรฉ mi ricorda
te. Cumino… zenzero…». A ogni spezia le posรฒ un bacio, un assaggio del suo
corpo, mentre dita abili cominciarono a sbottonare la casacca dal colletto, un
bottoncino per volta. «Curcuma… pepe…». La casacca ormai aperta lasciava campo
libero a una nuova esplorazione. «Coriandolo… peperoncino…», le biascicรฒ sul
petto, il suo seno tra le labbra, mentre con la mano scostava la stoffa
elastica del reggiseno. «Cardamomo…
chiodi di garofano... e… cannella… Sento
tutto, Jenny, tutto quanto!», singhiozzรฒ, eccitato, e si rimpossessรฒ delle sue
labbra. «Andiamo di lร , a letto staremo piรน comodi», le propose. «Ti va?».
Jennifer
non riuscรฌ a far uscire la voce dalle labbra, le sgorgรฒ un sรฌ come un ansito, un’onda d’urto, e si lasciรฒ guidare, per mano,
nell’altra stanza.
«Devo
andare», disse molto piรน tardi, distesa accanto a lui, tra le sue braccia,
soddisfatta e incantata.
«Resta,
dormi qua. Io devo alzarmi presto, ma non ti disturberรฒ, farรฒ piano, lo
prometto».
«Non
mi tentare».
«Perchรฉ
non dovrei? Questa sera non ho fatto altro», ammise. «Perchรฉ smettere proprio
adesso?». La baciรฒ, per sedurla non solo a parole. «E poi… ti voglio ancora. E
ancora…».
Fu
inevitabile, Jennifer cedette e si addormentรฒ spossata, conquistata, deliziata
da una notte di piacere iniziata dolcemente, ma che via via era divenuta piรน
intensa. E carica. Vissuta alla ricerca di un ritmo e una sincronia prepotente
in grado di appagare entrambi.
Si
destรฒ a fatica, da lontanissimo qualcuno stava pronunciando il suo nome.
«Jenny…
Jennifer?».
Qualcuno
la stava baciando… “Phil!”, pensรฒ destandosi e sbarrรฒ gli occhi.
«Lo
so: ho promesso che non ti avrei svegliata, ma sei una tentazione troppo
forte». Phil, nudo, fresco di doccia stava rientrando a letto, sotto le
lenzuola.
Jenny
voltรฒ il capo per guardare oltre la finestra, capire che ora fosse, e trovรฒ
l’alba non ancora schiusa dal buio della notte e i grattaceli che risplendevano
delle luci fioche del mattino al di lร del fiume.
Non
gli rispose, ma spalancรฒ le braccia per accoglierlo e ricevere i baci ingordi
del risveglio.
«Io,
nei prossimi giorni dovrรฒ lavorare: ho degli orari peggiori dei tuoi», le disse
Phil, mentre si stava rivestendo. Prese lo smartphone e digitรฒ sul display per
sbloccarlo. «Dammi il tuo numero. Vorrei evitare di cercarti tramite agenzia».
Sorrise.
Jenny
scandรฌ le cifre e qualche istante dopo, da lontano, udรฌ il trillo della sua
suoneria.
«Ok,
ora hai il mio numero. Te l’ho scritto anche sulla busta».
«Che
busta?»
«Ti
ho messo una busta dentro il trolley, con dei documenti, leggili con
attenzione, poi chiamami. Io potrei ritagliarmi un po’ di tempo... direi…
domani».
«Io,
domani dovrรฒ lavorare tutto il giorno. E anche sabato. Domenica, invece dovrei
essere libera».
«Domenica,
per me, รจ impossibile. Te l’ho detto, abbiamo festeggiato San Valentino in
anticipo apposta», le sussurrรฒ sulle labbra, si era seduto sul letto accanto a
lei per baciarla ancora.
«Lunedรฌ?»,
propose Jenny.
«Assolutamente
sรฌ», e spense la sua risposta tra le labbra di Jennifer in attesa.
4.
Phil era uscito dicendole di
fare con comodo, come fosse a casa sua, e che le sarebbe bastato tirarsi dietro
la porta.
Jennifer si alzรฒ, fece la
doccia, si rivestรฌ, si concesse un’esplorazione di quel bell’appartamento.
Poi sparecchiรฒ, mentre il
caffรจ filtrava, e mise i piatti nella lavastoviglie. Dentro, sciacquate,
giacevano alcune stoviglie in attesa del lavaggio. “Non รจ possibile che abbia
cucinato lui”, si disse. “Impossibile! A meno che…”.
Il telefono squillรฒ,
distraendola dalle sue riflessioni.
Sul display era comparso un
numero non registrato in rubrica.
“Phil!”, pensรฒ e rispose alla
chiamata.
«Ciao, tesoro».
“Malcom?!”. Lo riconobbe
immediatamente. Aveva cancellato il suo numero dalla rubrica, per cui il nome
non era comparso. “Che cosa vuole?”, si chiese, vincendo la tentazione di
lanciare il telefono. «Malcom», rispose invece.
«Come stai?»
«Alla grande», ribattรฉ secca.
«Perchรฉ mi hai chiamato?»
«Volevo sentirti. Ti ho
cercata spesso, non mi hai mai risposto».
«Oggi รจ stato un caso». Era
vero, se non avesse pensato che la chiamata era di Phil, avrebbe controllato
con piรน attenzione il numero. E non avrebbe risposto.
«Sei ancora arrabbiata con
me?».
Jenny tacque. Non avrebbe
saputo che dire. Era ancora arrabbiata?
Sรฌ.
Ma il punto era che adesso
non gliene importava piรน nulla. Nulla.
Perchรฉ amava un altro.
Era innamorata di un altro.
E con Malcom era finita
davvero.
Perรฒ era ancora arrabbiata
perchรฉ lui l’aveva lasciata sola, umiliata e in difficoltร .
Sรฌ, era molto arrabbiata con
lui.
«No», rispose invece.
«Bene, ne sono felice. Sai»,
iniziรฒ, «ieri mi ha chiamato la direttrice del Taste».
«Chi?», lo interruppe.
«Quella del ristorante».
«Ah! E perchรฉ lo dici a me?»
«Ti ricordi l’anno scorso?»
«Uhm, no», mentรฌ. Ricordava,
ricordava bene. Malcom per San Valentino le aveva fatto un regalo
“posticipato”: non avendo trovato posto per quell’anno, aveva prenotato per
l’anno successivo. In anticipo. Jenny l’aveva trovata una cosa davvero carina.
Lui l’aveva portata in un altro ristorante stellato, conoscendo la sua passione
per l’alta cucina, ma lei voleva provare il Taste.
«Avevo prenotato per San
Valentino con molto anticipo, mi hanno chiamato per la riconferma: รจ la loro
procedura».
«E allora?»
«Niente, ti chiedevo se per
caso ti andasse di cenare con me. Sai, prima di disdire…».
«E Sonja?»
«Sonja รจ a Los Angeles per un
servizio fotografico. Poi sai come sono le modelle, non c’รจ soddisfazione a
cenare con loro».
Voleva essere una battuta,
quella di Malcom, ma a Jenny fece salire il sangue alla testa dalla rabbia,
sapeva di avere gli occhi iniettati di sangue.
«Allora? Che mi dici?
Andiamo?».
Jennifer fu tentata di
mordere il cellulare, urlargli di fottersi e poi scagliarlo contro la vetrata,
poi perรฒ pensรฒ al Taste. Lo chef aveva appena preso la seconda stella…
La prima stella era
abbastanza facile da ottenere, al di lร della bravura: giri di conoscenze,
fornitori, amici nell’ambiente editoriale, a volte qualche bustarella…
Ma la seconda… La seconda,
no. La seconda stella era eccellenza vera.
“Un’occasione cosรฌ non mi ricapita
piรน. Una cena al Taste me la potrรฒ permettere tra cinque o sei anni, con quello
che guadagno adesso. E poi che paghi lui! Mi sembra il minimo”, si disse e
rispose di sรฌ, che ci sarebbe andata.
«Ti vengo a prendere.
Domenica alle sette».
«No, no. Ci vediamo lรฌ. Alle
otto e mezzo davanti al Taste».
Finรฌ di sistemare e si tirรฒ
dietro la porta, distratta dai ricordi e dal dolore che aveva provato quando
era stata lasciata in quel modo.
La sera era ancora talmente
distratta da Phil e da Malcom che dimenticรฒ di togliere dal portabagagli
dell’auto il trolley con l’attrezzatura, lo lasciรฒ nel garage dove
parcheggiava.
La mattina dopo ricevette una
sorpresa: qualcuno aveva forzato l’auto e si era portato via la sua valigia.
“Bene! Stramaledettissima
cittร ! Addio padelle, pentole di rame e Kitchenaid! Addio anche ai coltelli,
che se li usano per commettere un omicidio ci sono pure le mie impronte!”, si
disse, arrabbiatissima. E come sempre visualizzรฒ nella sua testa titoloni
catastrofici sulla prima pagina del New York Post.
Alle otto e mezzo della
domenica, puntuale, Jennifer era davanti al ristorante. Malcom la stava
aspettando con le mani nelle tasche del cappotto. Era bello, elegante, e lei
ebbe, nel vederlo, una reazione inaspettata: le era completamente indifferente.
Nemmeno la collera che pensava di provare. Zero attrazione, zero rimpianti,
neppure la rabbia che l’aveva fatta tirare avanti fino alla sera in cui aveva
incontrato Phil.
Nulla, e gli sorrise
soddisfatta, perchรฉ quella rilassatezza le avrebbe permesso di gustarsi la
cena, che poi era l’unico e vero motivo per cui era lรฌ: soddisfare la passione
di una vita.
Accettรฒ persino il bacio
sulla guancia.
Entrarono, furono fatti
accomodare al tavolo dalla direttrice di sala, una bionda stupenda che avrebbe
potuto benissimo essere un’attrice. Un tavolo intimo, nella parte rialzata del
locale. Un tavolo perfetto per due innamorati a San Valentino.
Jennifer si era comprata un
vestito apposta per l’occasione, un Michael Kors di qualche stagione prima, una
gonna nera avvolgente e lunga sotto al ginocchio, con una camicia dagli inserti
trasparenti, e poi le scarpe con il tacco alto. Era andata anche dal
parrucchiere che le aveva lasciato i capelli sciolti, mossi e vaporosi.
Insomma, si era presentata al
meglio.
«Ti sei fatta bella per me?»,
le aveva chiesto Malcom, ammirato, con un sorrisetto malizioso.
«No», aveva risposto lei di
getto, con le braccia appoggiate sul tavolo, guardandolo negli occhi. «Io sono
sempre bella».
«ร vero, non me lo sono
scordato. Mi manchi, sai. Mi sei mancata tanto», aveva cominciato lui.
“Eh no! Questa manfrina, no!
Vuol portarmi a letto per tappare i buchi lasciati dalla russa. Ma ha sbagliato
persona!”. Decise di non farsi guastare l’esperienza e iniziรฒ a gustare
l’antipasto.
Malcom parlava dei colleghi,
di amici comuni, del suo lavoro. Jennifer invece si fece rapire i sensi
dall’antipasto che aveva dentro al piatto. Non guardava lui, guardava la
disposizione della pietanza, stava valutando l’impiattamento, la proporzione fra
i cibi, il condimento. Ecco, quello di cui avrebbe voluto conversare! Avrebbe
potuto farlo con Phil, non certo con Malcom.
A dire il vero, un po’, quel
piatto, glielo ricordava, gli ricordava i discorsi che facevano il mercoledรฌ
sera. Le ricordava la cena a casa di Phil.
“Come mi piacerebbe che ci
fosse lui, qui con me, e quanto mi piacerebbe che Malcom tacesse, giusto il
tempo di mangiare”. E glielo disse. «Taci e mangia!», borbottรฒ autoritaria e
allungรฒ la forchetta per assaggiare il contenuto del piatto del suo
accompagnatore.
«Ti piace?», chiese Malcom,
quando la vide gustare deliziata un boccone prelevato dal piatto della sua
portata principale.
«Certo, sublime».
«Mi fa piacere farti felice».
«Per farmi felice veramente,
potresti chiedere al maรฎtre di portarci la lista dei dolci».
«Ai tuoi ordini, tesoro», le
rispose suadente e fece un cenno; il maรฎtre arrivรฒ in un lampo. «La signora
gradirebbe il dolce», spiegรฒ Malcom.
L’uomo porse loro la lista
dei dessert e propose anche un soufflรฉ dolce che lo chef avrebbe presto incluso
nel menรน.
Jennifer scelse un tortino
con gelato, mentre Malcom prese il soufflรฉ.
«Ecco a voi», spiegรฒ il
maรฎtre, accompagnando il cameriere che aveva depositato i piatti davanti ai
commensali. «Tortino morbido al cioccolato e gelato di vaniglia con composta
alle prugne, mentre per il signore il Nuovo
Batticuore, un souf…»
«Come?!», lo interruppe
Jennifer.
«Nuovo Batticuore รจ il nome del dolce del signore», e indicรฒ il
piatto davanti a Malcom. «Una nuova creazione dello chef».
«Dello chef…», ripetรฉ
Jennifer, basita. Non era possibile! Si sentรฌ tremare, paura rabbia sorpresa…
“Phil!”, si disse e il suo nome cominciรฒ a rombarle dentro come un’eco. “Phil…
Philip Taste! Lo chef del Taste!”. Che scema che era stata a non capirlo
subito! E le aveva copiato pure il dolce! Doveva sapere. Subito! Prima che la
rabbia diventasse ingestibile. Cosรฌ domandรฒ al maรฎtre: «Sarebbe possibile
conoscere lo chef? Sa, per fargli i complimenti».
«Glielo riferisco immediatamente,
madame. Ora, perรฒ, siamo nel pieno del servizio, spero riesca a liberarsi».
«Grazie, lo considererรฒ un
regalo».
Appena il maรฎtre si fu
allontanato, rubรฒ il piatto davanti a Malcom: doveva avere la conferma.
«Che fai?», chiese il suo ex,
perplesso.
«Assaggio», rispose seccata. E
infilรฒ il cucchiaio dentro il dolce. Subito, una goccia liquorosa al caramello
colรฒ, spandendo i suoi effluvi di zucchero, vaniglia e… qualcosa di diverso.
Sรฌ, quello era il suo
dessert, non poteva sbagliare.
Lo assaggiรฒ, con la fronte
corrugata.
Se lo fece consumare sul
palato, poi lo tastรฒ con tutta la lingua, partendo dalla punta, per studiarlo e
assaporarlo bene.
Oh sรฌ, quella era la sua
creazione! Ma era anche qualcos’altro: era molto meglio, piรน completo, piรน
rotondo. C’era qualcosa di diverso… una punta di qualcosa… C’era, oltre alla
vaniglia, un’ombra di cannella. Un tocco di zenzero e…
“ร mai possibile?”, si
chiese, stupita e folgorata. “Non posso sbagliare: qui c’รจ anche del sale,
dentro il caramello! Non solo mi ha rubato la ricetta, il bastardo, l’ha pure
migliorata, facendone un capolavoro”.
«Preferisci il mio, di
dessert?», le chiese Malcom stupito. «O รจ cattivo? Hai fatto una faccia».
«No, fantastico», ruggรฌ e gli
restituรฌ il piatto.
Mangiรฒ in fretta il suo
dolce, anzi, lo aggredรฌ, un tentativo di colmare il vuoto enorme che la rabbia
le aveva scavato nello stomaco.
Malcom continuava a parlarle
ma lei non lo ascoltava, aveva capito vagamente le parole “Vieni su”, “Facciamo
due chiacchiere”, “Beviamo qualcosa”, ma non aveva registrato, era troppo
intenta a ricordare le parole di Phil, le sue osservazioni, i commenti, gli
sguardi. Ora capiva i suoi orari, la sua comprensione quando gli aveva parlato
dei ritmi sul lavoro. Le vennero in mente tutte le serate che aveva passato con
lui, quello che si erano detti mentre lei preparava le cene del mercoledรฌ.
Si sentรฌ violata.
“Lui sapeva benissimo che io
non avevo capito chi lui fosse!”, si disse, cercando di venire a capo di tutta
la faccenda. “Bene, ho vinto un bel trofeo per la piรน stupida del mondo: due
carogne in una sola sera!”.
«Andiamo», ordinรฒ a Malcom,
dopo aver trangugiato l’ultimo boccone. Non ce la faceva piรน a stare lรฌ e non
se la sentiva di incontrarlo, casomai fosse uscito a presentarsi, sollecitato
dal maรฎtre.
Malcom chiese il conto e pagรฒ
con la carta, ben felice di uscire presto con la prospettiva di finire la
serata in modo piรน piacevole.
La direttrice, sempre piรน
bionda e sempre piรน bella, ordinรฒ i loro cappotti all’addetto e proprio quando
li stava salutando, lei si sentรฌ chiamare.
«Jennifer?». Si voltรฒ, Phil
stava attraversando di corsa la sala, sotto l’occhio curioso dei clienti. Stava
quasi per raggiungerla, ma lei, scappรฒ fuori col soprabito in mano.
«Jennifer!»
«Jenny!»
I due uomini l’avevano
inseguita fuori. Fu costretta a fermarsi, per infilarsi il cappotto.
«Chi รจ lui?», le chiese Phil,
arrabbiato.
«No, chi รจ lui!», sbraitรฒ
Malcom.
«Perchรฉ sei venuta qua, con
questo?». Phil ruggรฌ, avvicinandosi, ignorando l’altro uomo; la faccia era piรน
nera dell’asfalto, in contrasto perfetto con il bianco della casacca candida,
che probabilmente si era appena cambiato per entrare in sala.
«Senti, piantala e smamma»,
provรฒ a intromettersi Malcom. «Andiamo, Jenny», e fece per afferrarla per un
braccio, ma lei si scrollรฒ.
«Non mi toccare! Davvero hai
pensato che dopo quello che mi hai fatto, ti sarebbe bastato portarmi a cena
fuori, perchรฉ cancellassi con un colpo di spugna tutto quanto?!». Le uscรฌ la
voce strozzata. «Io con te non vengo da nessuna parte. Mai piรน!».
«Allora perchรฉ hai accettato
l’invito a cena?»
«Lo sai benissimo: volevo
venire al Taste, ecco il perchรฉ!».
«Quindi lo hai fatto solo per
scroccarmi una cena, brutta stronza?!»
«Brutta stronza?! Tu?! A me! Ti รจ andata bene che mi hanno
rubato le padelle, altrimenti sarei arrivata armata e te l’avrei sbattuta sulla
faccia!».
«Io ho tutte le padelle che
vuoi», intervenne Phil, che ormai stava ridendo.
«Taci, tu!», abbaiรฒ a Philip
Taste, proprio davanti al suo ristorante, con i suoi clienti che stavano
uscendo e stavano assistendo alla scena. Ma Phil continuรฒ a ridere e si godette
la fine della litigata.
«ร meglio che tu te ne vada,
e ringrazia che mi accontento della cena, perchรฉ se mi gira aspetto Sonja sotto
casa e le racconto tutto, tutto quanto!».
«Vaffanculo, stronza! Ho
fatto bene a mollarti», strepitรฒ congedandosi e chiamรฒ un taxi di passaggio
alzando il braccio.
«Concordo: hai fatto
benissimo, รจ stata una fortuna!», gli rispose Jennifer furiosa. «E tu, la
finisci di ridere?». Si era voltata per fronteggiare l’altro concorrente.
Doveva sistemare pure lui,
perchรฉ questa volta non se ne sarebbe andata con la coda fra le gambe, gli
avrebbe almeno detto tutto quello che gli veniva: «Tu! Tu… tu hai messo in menรน
il Nuovo Batticuore!».
«Sรฌ, te l’ho scritto nel
contratto», rispose lui serafico.
«Ma quale contratto?»
«Quello che era nella busta,
te l’ho messa dentro il trolley».
«Te l’ho detto venerdรฌ, al
telefono, che me l’hanno rubato! Un contratto? Che contratto?»
«Di assunzione».
«Vuoi assumere me?»
«Sรฌ. E c’รจ scritto che vorrei
usare le tue creazioni, ovviamente lasciando a te il merito, ma vorrei avere la
possibilitร di inserirle nei menรน».
«Il tuo era molto piรน buono»,
ammise borbottando.
«Un piccolo ritocco a una
ricetta perfetta, Jenny». Si avvicinรฒ per prenderla tra le braccia.
Jennifer indietreggiรฒ di un passo.
«Perchรฉ non mi hai detto chi eri?», chiese, addolorata. «Sapevi perfettamente
che non avevo capito chi fossi. Hai continuato a parlarmi per giorni, che cosa
volevi da me?»
Jennifer aveva letto molti
articoli su di lui, lo aveva visto anche in foto, ma prima aveva la barba, e
poi, lei era piรน interessata a ciรฒ che Philip Taste faceva, a che cosa aveva da
dire piuttosto che al suo aspetto; insomma, non lo aveva riconosciuto.
Phil non le aveva detto di
essere un ristoratore: tutti quanti, lui compreso, le avevano detto solo che
era un imprenditore. Come avrebbe potuto capire?
«Sรฌ, lo sapevo e non ti ho
detto niente perchรฉ non volevo che mi guardassi con occhi diversi, non volevo
che ti sentissi in imbarazzo. Che cucinassi sotto osservazione».
Jenny fece un lieve cenno di
ammissione col capo: era vero, non si sarebbe sentita libera, sarebbe stata
molto in imbarazzo. Sicuramente non gli avrebbe parlato cosรฌ liberamente.
Lui probabilmente non le
aveva detto niente per paura di essere preso d’assalto, invece lei lo avrebbe
tenuto a distanza, non lo avrebbe mai guardato come un uomo, ma solo come uno
chef. E mai e poi mai si sarebbe confidata.
«La prima sera, quando ti ho
visto cucinare sono rimasto stupito per la tua reazione sotto pressione. Hai
corretto il tiro senza scomporti, sapevo che eri in imbarazzo, probabilmente
all’inizio avevi anche paura. Quella sera ho deciso che ti volevo con me, ti
avrei assunta».
«Phil?». La bionda era uscita
dal locale per cercarlo. «Si gela, sei senza giacca. Dentro chiedono di te».
«Vai», lo esortรฒ Jennifer.
«Arrivo!», rispose alla
ragazza. «Cazzo, si gela, vieni dentro».
«No, me ne vado a casa. Per
stasera ne ho avuto abbastanza. Guarda, meglio lavorare che passare una serata
cosรฌ».
«Se vuoi, ti accontento».
Phil rise. «Abbiamo quasi finito, ma qualcosa da fare lo troviamo, se hai tanta
voglia di lavorare».
«No, io vado».
«Guarda che non te l’ho
chiesto, te lo ordino: vieni dentro!».
Si lasciรฒ trascinare nel
ristorante. Phil l’aveva presa per mano, mentre la bionda teneva aperta la
porta.
«Lei รจ Jennifer, Jenny», la
presentรฒ alla direttrice del locale. «Lei, invece, รจ Sarah. Mia sorella»,
aggiunse.
Jenny riuscรฌ a stento a
trattenere un sospiro di sollievo. “Sua sorella! La bionda magnifica รจ sua
sorella”, pensรฒ rincuorata.
«Sei tu Jenny? Quella Jenny», chiese la bionda, stupita.
«Sรฌ, รจ lei», rispose il
fratello.
«Il tuo accompagnatore se n’รจ
andato?», domandรฒ Sarah, sorridendo.
«Giร . Mi doveva una cena».
Jennifer cercรฒ di giustificarsi.
«Lo so. Era in prenotazione
da un anno e…»
«Se proprio mi cercano, sono
in ufficio», Phil interruppe la sorella e trascinรฒ Jennifer con sรฉ. Si fermรฒ
solo un minuto a salutare dei clienti a un tavolo, senza abbandonare la sua
mano.
«Ecco, puoi aspettarmi qui.
Sistemo un po’ di cose, poi ce ne andiamo a casa», le disse, richiudendo la
porta di un piccolo ufficio dove era riuscito a portarla, gimcanando fra i
tavoli.
«No, scusa, ora tu mi
spieghi», iniziรฒ subito, Jennifer. Doveva togliersi parecchi dubbi: «Hai
telefonato tu all’agenzia per riferire di Brooke?». In quell’istante le era
venuto il sospetto perchรฉ solo lui, conoscendolo un po’, avrebbe potuto fare
una cosa del genere, solo lui avrebbe potuto capire la difficoltร che avrebbe
arrecato una condotta cosรฌ equivoca per chi lavorava nel settore.
«Sรฌ. La mattina dopo», ammise
Phil. «Io, se fossi stato in loro, avrei voluto essere informato immediatamente
di un simile comportamento di un mio dipendente: quella ragazza danneggiava
l’azienda e i colleghi», rispose fermo. «Ti sei ritrovata in grave imbarazzo, a
causa sua, e avrebbe anche potuto metterti in pericolo».
«Capisco. Capisco
perfettamente. La cosa che non capisco รจ come mai non cucini tu, il mercoledรฌ,
per i tuoi amici», chiese, dubbiosa.
«ร il mio unico giorno libero
e non tocco i fornelli, loro lo sanno: ho fatto un’eccezione solo per te». Lei
sorrise e abbassรฒ gli occhi. «Cosรฌ ci siamo rivolti a un’agenzia», spiegรฒ Phil.
«Quindi cercavate davvero uno
chef a domicilio».
«Sรฌ, all’inizio sรฌ».
«All’inizio?! Ma allora lei
che ha fatto?», domandรฒ scioccata.
«Davvero vuoi saperlo?». A
Phil uscรฌ un ghigno e Jennifer scosse il capo.
«Abbiamo capito che era lei e
non l’agenzia solo quando sei arrivata tu. Comunque tu sei sprecata a lavorare
per loro», le disse. «Per non parlare del Mumbai».
«Phil, io non posso lavorare
per te».
«Perchรฉ? Ammetto che sono
dittatore in cucina, e con te non mi comporterรฒ diversamente solo perchรฉ stiamo
insieme. Il lavoro รจ lavoro, questo รจ chiaro».
«Ho lavorato due anni con Dan
Petersen, a Los Angeles, so come funziona, conosco ritmi e gerarchie, non รจ
questo che mi preoccupa. Il problema รจ un altro: se non dovesse funzionare fra
noi…»
«Funzionerร . E andrร
benissimo».
«Come fai a dirlo? Io non
sono un tipo facile».
«Lo so, me ne sono accorto».
Rise. «Io nemmeno».
«Non credo sia una buona idea
mescolare lavoro e vita privata», disse, scettica.
«ร un’ottima idea, invece! Credi che non ci abbia pensato? Se tu fossi
stata un’altra, ti avrei offerto il lavoro la prima sera, solo per come hai ripiegato
sulla bernese, e per come l’hai montata», disse e si avvicinรฒ. «Ma ti volevo.
Volevo portarti a letto molto, molto di piรน che averti come sous-chef: mi
piacevi troppo, cosรฌ non ti ho offerto il lavoro. Io volevo la donna!». La
prese tra le braccia e posรฒ le labbra sulla bocca di Jennifer. «Quindi, come
vedi, ci ho pensato, eccome! Solo che adesso ti voglio ancora di piรน», le disse
fra un bacio e l’altro. «Voglio tutto, Jenny: voglio lo chef, voglio la donna…
Tutto quanto», ripetรฉ, stringendola a sรฉ.
«Io, se mi baci, non riesco a
ragionare», obiettรฒ, scrollando il capo, confusa.
«Non c’รจ niente da pensare.
Voglio stare con te sempre, รจ l’unico modo per non averti a mezzo servizio. Andrร
alla grande, fidati. Dimmi di sรฌ, devi solo dirmi di sรฌ», continuรฒ a pressarla,
insistente.
Lei lo allontanรฒ, spingendolo
con i palmi premuti sul suo petto.
Phil la riafferrรฒ subito,
prendendola per un braccio per attirarla di nuovo nelle sue braccia e tirando
le sfilรฒ il cappotto che cadde a terra. «Sei uno schianto, Jenny», sussurrรฒ
ammirato. «Vestita cosรฌ poi, mozzi il fiato, sei anche piรน sexy che con la
casacca». L’aveva riafferrata e la stava di nuovo stringendo, la bocca posata
sul suo collo. «Il mio maรฎtre รจ venuto a dirmi che una signora voleva
conoscermi e di sbrigarmi perchรฉ meritava veramente. Esco e chi ti vedo? Tu con quello stronzo. Non sai che
incazzatura!». La strinse forte, per farle sentire il suo possesso.
«Gli ho detto di sรฌ solo
perchรฉ volevo assaggiare la tua cucina, solo per quello», si scusรฒ. «E poi
perchรฉ gli dovevo dire tutto quello che gli veniva». Lo sentรฌ ridere vicino al
suo orecchio.
«L’avessi saputo, gli avrei
maggiorato il conto», le bisbigliรฒ Phil contro il collo.
Questa volta fu Jennifer a
ridere. «Io non potevo saperlo, invece avevo giร gustato i piatti dello chef.
Solo per me, in esclusiva», disse e si strinse a lui, cercando di allentare la
tensione che l’aveva attanagliata nell’istante in cui aveva infilato il
cucchiaio dentro al Batticuore.
«E… ti sono piaciuti?»
«Piรน di qualsiasi altra cosa
abbia mai assaggiato», confessรฒ.
«Uhm… ecco, vedi? Anche tu mi
piaci piรน di qualsiasi altra cosa io abbia mai assaggiato, quindi, per favore,
dimmi di sรฌ».
«Ho paura, Phil. Non possiamo
procedere per gradi?»
«No», rispose categorico. «Lasciati
andare», le bisbigliรฒ poi, suadente, sulle labbra.
«Perchรฉ dovrei?»
«Perchรฉ io, amore, sono il
tuo nuovo batticuore».
Epilogo
«Jenny, che stai combinando con quel
forno acceso?»
«Tranquillo, ho giร finito la linea».
Jennifer spiรฒ attraverso il vetro opaco nel grande forno della cucina del
Taste, per verificare la cottura dei soufflรฉ.
«Che cosa stai facendo?»
«Sperimento».
«Un nuovo dolce?», domandรฒ Phil,
incuriosito, spiando sopra la spalla della moglie.
«Sรฌ».
«Sono cotti. Tirali fuori».
«Lo so.».
«Come li hai fatti?».
«Semplici, ma ho aggiunto un po’ di
farina di mandorle».
«Farina di mandorle?»
«Sรฌ. E dentro ho messo dei marron glacรฉ,
con una goccia di rum».
«Che ti รจ saltato in testa? Non funziona».
«Per me, funziona», spiegรฒ Jennifer
estraendo la teglia dal forno e posandola sul ripiano.
«Il soufflรฉ non ce la fa a reggere la
pasta di marroni».
«Li ho ridotti in crema, e ho raffreddato
il cuore per fare in modo che si sciolga a fine cottura», spiegรฒ e infilรฒ un
cucchiaio dentro al dolce bollente.
«Aspetta che si raffreddi un po’, prima
di mangiarlo».
«No, non posso, ne ho troppa voglia», e
infilรฒ tra le labbra la grossa goccia marrone, soffiando delicatamente sul
cucchiaio.
Phil la guardรฒ, le guardรฒ la bocca e fu
preso dal desiderio.
«Uhm», mormorรฒ, Jenny, deliziata. «Era
proprio quello che volevo», e si leccรฒ le labbra lucide e gonfie. «Una voglia
indescrivibile».
«Sapessi che voglia indescrivibile hai
fatto venire a me!», le confidรฒ, sornione.
«Tieni, assaggia», e gli infilรฒ in bocca
una cucchiaiata piena.
«Non era quello che intendevo», biascicรฒ,
assaporando. «Perรฒ! Buonissimo. Con i soufflรฉ bisogna lasciarti stare, signora
Taste. ร quasi meglio del Nuovo
Batticuore. Potremmo chiamarlo l’Ultimo
Batticuore», propose.
«Potremmo chiamarlo Philip, invece, come
suo padre». Gli fece il verso, affondando un’altra cucchiaiata.
«Come?!»
«Oppure Julia, se รจ una femmina: mi piace
tanto, Julia, che ne dici?».
«Dico che il batticuore, ora, ho lo hai
fatto venire a me!».
Copyright - VeloNero 2016
Personaggi
Philip (Phil) Taste –
Imprenditore
Jennifer (Jenny) Caron ˗ Cuoca
Tom Harding – Avvocato
Jerry Brown ˗ Procuratore dei Nix
William (Bill) Thornton ˗ Avvocato
Angus Rogers (Shaggy) ˗ Investigatore privato
Brooke Evans ˗ Cuoca
Sarah Taste ˗ Imprenditrice
Jacinda Diaz e Berty Simmons ˗
Proprietari e coordinatori della Cooky
Home Agency – Agenzia di kitchensurfing.
Sommario
Un nuovo batticuore
1.
2.
3.
4.
Epilogo
Personaggi
L’autrice:
Raffaella V. Poggi vive in Liguria, in un
appartamento sui tetti davanti al mare, con il marito, due figlie, cinque
computer e due gatte part-time della vicina. Studi classici, molti lavori e
molte storie da raccontare.
Conociuta al grande pubblico con lo pseudonimo di VELONERO, ha pubblicato con Newton Compton un romance storico dal titolo Un lungo fatale ultimo addio.
Il 29 Febbraio uscirร il primo volume della serie erotica/contemporanea Taste of NY, Uptown Girl, che pubblicherร con il suo vero nome, Raffaella.
Un nuovo batticuore รจ un racconto di questa nuova serie, indipendente e autoconclusivo.
Visita la pagina dell'autrice:
Visita il sito dell'autrice:
Ti รจ piaciuto il racconto di VELONERO (Raffaella V. Poggi)?
Lascia qui un tuo commento per farci sapere cosa ne pensi!
Bellissimo, ti stimo ed ammiro da sempre eppure riesci ogni volta a stupirmi scrivendo storie sempre originali, divertenti, nuove e che trovo sempre piacevolissimo leggere, grazie :)
RispondiEliminaSei carinissima Rita
EliminaChe dire? Ho giร pranzato ma ho di nuovo fameeeeee!
RispondiEliminaSi vede che avevo iniziato la dieta quando l'ho scritto? :D
EliminaSempre fantastiche le tue storie
RispondiEliminaStoria doooolce, grazie Virna :*
EliminaSei peggio di una droga VeloNero!!!
RispondiEliminaCrei piรน assuefazione del cioccolato ♡.♡
Sei assolutamente brillante!
Quanto vorrei questa meravigliosa storia nella mia libreria... A costo di stamparli io stessa, questa e Uptown Girl saranno accanto a Un lungo fatale ultimo addio ♡
Grazie!
Sei peggio di una droga VeloNero!!!
RispondiEliminaCrei piรน assuefazione del cioccolato ♡.♡
Sei assolutamente brillante!
Quanto vorrei questa meravigliosa storia nella mia libreria... A costo di stamparli io stessa, questa e Uptown Girl saranno accanto a Un lungo fatale ultimo addio ♡
Grazie!
Che cara che sei Rosy, son felice che ti sia piaciuta
EliminaSempre bravissima, Raffaella. Le tue storie arrivano dritte al cuore.
RispondiEliminaGrazie!!! Tanta roba le parole di The Queen! Io prendo e custodisco. GArzie ancora di vero cuore
EliminaRaffyyyyyyy !!!!!!! Questa storia รจ ..... wow!!!!! Come sempre riesci a rapirmi il cuore con i tuoi personaggi, non vedo l'ora di avere Uptown girl nel mio Kindle ♥♥♥♥♥♥♥♥
RispondiEliminaFelice che ti sia piaciuta, grazie Rosy <3 <3 <3
Eliminabellissimo racconto!adoro i romanzi e racconti che trattano di cucina!io adoro fare dolci e solo con la descrizione del dolce al caramello salto stavo giร immaginando il sapore!
RispondiEliminabravissima VELONERO!!
Io sono negata per i dolci... :( Sono un tipo piccante e salato. Michela, se riesci a fare il dolce al caramello passaci la ricetta.
EliminaEh brava... Non sbagli un colpo. Come al solito sei la piรน forte.
RispondiElimina<3 <3 <3
EliminaStupendo !!!! Mi hai fatto venire l' acquolina un bacca ...Bravissima bellissimo racconto con un atmosfera afrodisiaca ...vai alla grande Velonero <3
RispondiEliminaRosi grazie mille!!!
EliminaBellissimo!! Il connubio sesso(e amore) e cibo funziona sempre! Entrambi esaltano ogni senso, ci coinvolgono nel profondo perchรจ rispondono a bisogni ancestrali. Il racconto รจ articolato benissimo e lo stile รจ inconfondibile! Wow!!
RispondiEliminaGrazie KAti,bellissimo il tuo racconto!!!
EliminaWow Raffaella! Fantastico racconto, scritto in maniera magistrale, bella storia, ben sviluppata e poi, dopo la lettura, una delle mie piรน grandi passioni รจ la cucina! Mi hai fatto venire voglia di mettermi ai fornelli!
RispondiEliminaComplimenti!
GRAZIE Infinite VAlentina!!!! Se la trovi tu, la ricetta del soufflรจ, postale :*
EliminaPer fortuna esiste il fine settimana! Oggi finalmente riesco a leggere tutti i racconti che Insaziabili Letture ci ha regalto in questi giorni! Sono appassionata di cucina e quindi ho molto apprezzato questa storia ovviamente ora non vedo l'ora di leggere la nuova serie!
RispondiEliminaSpero di non deluderti, questo nuovo racconto inizierร in maniera forte, ma avrร un cuore morbido proprio come il soufflรจ Grazie :*
EliminaEccomi, arrivo adesso a ringraziarvi perchรจ i miei potenti mezzi fanno fatica con blogspot e wordpress (cosรฌ appena posso rubo il pc a mia figlia). Grazie Angela e Insaziabili, รจ bellissimo vedere il mio racconto nel vostro blog, e poi grazie Sarah per i banner, io sbavo. Un abbraccio a tutte e ancora grazie.
RispondiEliminaVelo!!! Come sempre la tua Penna Magica colpisce!!!!! 6 fantastica!
RispondiEliminaAspetto con ansia il 29 febbraio e....manca poco!!!!
vania
Velo! fantastica come sempre!!! La tua PennaMagica รจ una garanzia, attendo con ansia il 29 febbraio....per fortuna รจ vicino!!!
RispondiEliminaConfermo il mio pieno apprezzamento per questo genere di racconto, dove la nota di mistero si coniuga con il fascino. Bellissimo. Milena
RispondiEliminaSiiiiii...mi รจ piaciuto tantissimo ooooooo!!!!....nn vedo l ora di leggere ancora qualcosa di tuo. ...Smack!
RispondiEliminaBellissimo racconto! Grazie ❤
RispondiEliminaElena
Bellissimo e dolcissimo !! ❤️❤️
RispondiElimina