In Alluvioni e siccità si accenna al passato tra Tim Conroy e Gable Sutton.
Ecco cosa è successo.
“Buongiorno , signor Sutton,” disse Tim, affacciandosi nell’umile casa in cui viveva Gable. L’uomo gestiva il ranch da solo e qualche volta chiedeva aiuto ai suoi vicini. Tim era sempre il primo a offrirsi volontario. Amava andare al ranch di Gable, perché là non era solo il figlio del sovrintendente. Il cowboy lo trattava sempre come un adulto e gli dava responsabilità che non gli erano sempre affidate al Blue River Ranch.
“Quanti anni hai, Tim?”
“Diciassette, signore,” mentì Tim.
Gable gli lanciò un’occhiata che fece capire a Tim che non gli credeva. “Non è ora che cominci a chiamarmi Gable?”
“Papà mi farebbe la pelle.”
Gable ridacchiò mentre finiva il suo caffé, poi mise la tazza nel lavello e si voltò verso Tim. “Tuo padre non è qui. Credo tu sia abbastanza grande da chiamarmi per nome, non credi?”
“Okay, signor… Gable.”
Gable gli passò accanto e lo prese per una spalla portandolo fuori. “Andiamo a radunare i cavalli.”
Il tempo era magnifico e cominciarono a sudare, ma quando finirono di radunare i cavalli che Gable aveva intenzione di vendere, cominciò a piovigginare; mentre spazzolavano gli animali, li nutrivano e li dissetavano, un tuono annunciò l’inizio di un vero acquazzone. Poco dopo Tim non riusciva nemmeno più a udire i propri pensieri. Forse non era così male, perché i suoi pensieri erano confusi. Non riusciva a togliere gli occhi dalla camicia che si modellava sul corpo snello di Gable; cominciò a sentire un prurito alle mani e i jeans gli diventarono stretti. Dannazione, Gable non doveva vederlo così.
“Dovremo fare una corsa, ma perché non vieni in casa così potrò pagarti la giornata?”
Gable uscì e Tim esitò. Cosa sarebbe successo se avesse seguito Gable in casa? Sarebbero stati entrambi fradici una volta percorso il cortile fino all’abitazione. Gable si sarebbe tolto la camicia? Avrebbe chiesto a Tim di fare lo stesso? Di sicuro non l’avrebbe lasciato andare a casa come un topo annegato.
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