"AMORE TRA LE RIGHE" ci
intrattiene questo lunedì con un racconto romantico e scoppiettante.
Abbandonatevi anche
voi ai piaceri del palato e della lettura con "Smarties e stecche di
vaniglia" della bravissima Edy Tassi.
Quindici minuti alla diretta
La
truccatrice stava finendo di sfumarle il fard sulle guance, quando arrivò il
primo ringhio.
«Non è
possibile, mi rifiuto!»
La voce
maschile proveniva dal camerino accanto. Evidentemente il suo avversario era
arrivato. E aveva scoperto contro chi avrebbe dovuto gareggiare quel giorno.
Gli occhi scuri di Linda scintillarono nello specchio, mentre le labbra si
arricciavano in un sorrisino ironico.
Eric Russell. Il
grande chef.
«Non
cucinerò insieme a quella... quella...»
Si udì
un mormorio femminile, subito sovrastato dalla replica irritata di Russell. «No
che non abbasso la voce. Non mi interessa se può sentirmi. Anzi, se mi sente
tanto meglio!»
La
truccatrice continuava meticolosamente a passarle il pennello sul viso. Ma dai
suoi movimenti ripetitivi era chiaro che aveva l’orecchio teso e che la sua
attenzione era più concentrata sulle urla che filtravano attraverso la parete.
«Qualcosa
mi dice che sarà una gara combattuta» commentò Linda, accavallando le gambe.
«Molto.»
La truccatrice increspò le labbra color prugna.
«Chi se
ne frega del contratto! Io gareggio con persone che cucinano davvero! Non
con...»
Era la
seconda volta che Russell cercava un epiteto per definirla, senza trovarlo.
Linda per lui ne aveva una sfilza intera.
Arrogante,
borioso, saccente, irascibile, presuntuoso, maleducato. Geniale, affascinante, sensuale, intrigante... continuò per lei una
vocina interiore.
Ma
anche Russell, quando voleva, sapeva trovare i termini giusti, soprattutto per
insultarla dalle pagine dei giornali o durante le interviste televisive.
Come
l’aveva definita l’ultima volta? La paladina
dei liofilizzati.
E
prima, La maga dei cibi precotti.
Per non
parlare di Friggi Mars e Chef dei preparati in scatola.
Linda
aveva accolto ogni definizione con grazia, ignorandola bellamente sul suo blog,
dove raccontava a centinaia di migliaia di giovani donne i suoi esperimenti
culinari.
Era vero,
la sua non era una cucina classica. Era veloce, fantasiosa e soprattutto teneva
conto del fatto che una giovane single raramente aveva voglia di mettersi
un’ora ai fornelli, di ritorno dal lavoro, per preparare le ricette che il
grande Russell proponeva alla sua schiera di casalinghe gourmet. Perché non
accontentarsi di qualcosa di veloce, gustoso e... ehm... moderatamente sano?
Che
male c’era a far sciogliere in padella un Mars e trasformarlo in una cremina
deliziosa da spalmare su una fetta di pane, per coccolarsi un po’ alla fine di una
giornata infernale in ufficio?
Ma Eric
Russell era venuto a conoscenza del suo blog e per qualche motivo, invece di
snobbarla dall’alto della sua casacca bianca, l’aveva presa di mira.
E ora
si trovavano a partecipare insieme a una puntata di Guess who cooks, guess who eats, la trasmissione rivelazione del
mezzogiorno, che spopolava in tutti gli Stati Uniti.
«Qualcosa
mi dice che non verrà a salutarmi prima della gara» ironizzò, strizzando
l’occhio alla truccatrice, che aveva finito di spolverarle la faccia.
«Magari
non ce l’ha con lei» azzardò la ragazza.
«Sei
gentile Ri... Ra... Raydine» le rispose Linda, facendo un piccolo sforzo per
ricordare il suo nome. «Ma sappiamo tutte e due che sta parlando di me.» Sospirò
e si osservò nello specchio. I capelli castani erano raccolti in un nodo basso,
gli occhi scuri erano truccati di bronzo e le labbra scintillavano di un rosa
naturale. Sì, si piaceva. Il che era fondamentale per affrontare quella specie
di tiranno dei fornelli che continuava a borbottare a qualche metro di
distanza. «Sai?» aggiunse, mentre Raydine sistemava spugnette e spazzolini.
«Visto che molto probabilmente lui non verrà a salutarmi, quasi quasi ci vado
io.»
Dieci minuti alla diretta

Le sue
mani andavano benissimo così. E lo stesso valeva per il resto. Non gli
importava di essere telegenico. L’importante era che sullo schermo apparissero
bene i suoi piatti. Quella era la cosa principale. Dietro ogni sua creazione
c’era una ricerca delle materie prime migliori, delle lavorazioni più originali,
per ottenere il risultato più soddisfacente per l’occhio e per il palato. Non
robaccia industriale come...
Storse
la bocca mentre la truccatrice gli si avvicinava con cautela, neanche fosse una
specie di belva in cattività .
«Magari
un po’ di lacca?»
Eric
emise un grugnito che poteva valere come un sì o come un no. La truccatrice...
come si chiamava?... prese la lacca e gliela puntò contro, decidendo che si
trattava di un sì. Per un istante lui temette che volesse spruzzargliela negli
occhi come per difendersi da un molestatore e serrò le palpebre, mentre lei lo
avvolgeva in una nube dolciastra.
Stava
trattenendo il fiato per non respirare quella roba, quando sentì bussare. La
porta del camerino si aprì e una figura indistinta si rifletté nello specchio
davanti a lui.
«Oh,
vedo che ci stiamo facendo belli» commentò una voce femminile. E divertita.
Eric
sventolò la mano per diradare la lacca ma poi si bloccò di colpo. Socchiuse gli
occhi e serrò le labbra.
«Signorina
Doorman. Mi hanno appena detto che la mia rivale oggi sarà lei.» La labbra si
rilassarono in un sorrisino ironico. «Ma ho fatto fatica a crederci.»
«Sì, ho
sentito.» Linda Doorman spalancò la porta e indicò con un gesto la parete alla sua
destra. «Il mio camerino è proprio qui di fianco.» Fece una piccola smorfia. «Anche
se in realtà , più che incredulo mi sembrava a corto di parole.»
«Non
sono mai a corto di parole. Semplicemente a volte non ne esistono di adeguate.»
La
risata cristallina di Linda lo colse di sorpresa. La stava insultando e lei si
divertiva. Suo malgrado provò un guizzo di ammirazione.
Assurdo.
Non
poteva provare ammirazione per quell’eretica della cucina. Erano mesi che la
bersagliava ogni volta che un giornalista o un conduttore televisivo gliene
offriva l’occasione. E ora era arrivato il momento di dimostrarle come si
cucinava davvero. Davanti a quindici milioni di telespettatori.
Fece
ruotare la poltrona, in modo da guardarla bene in faccia. «Pronta a sfoderare
le sue polveri e i suoi estratti sintetici?»
«Non vedo
l’ora» gli sorrise lei.
Dal
vivo era più... più... Oddio, era davvero a corto di parole. Eric si passò una
mano sulla mascella ruvida di barba e poi fra i capelli biondi. Si rifiutava di
formulare anche solo con il pensiero gli aggettivi che gli erano passati per la
mente. Avrebbe voluto dire banale e insipida. E invece non riusciva a pensare
ad altro che morbida, stuzzicante, succulenta.
L’aveva
già vista in foto, ma quella era la prima volta che la vedeva di persona e
decisamente le foto non le rendevano onore. Le
osservò i capelli scuri, lo sguardo limpido e intenso, le labbra lucide. Iniziò
a scivolare con gli occhi lungo il collo, fino alla scollatura a V del
maglioncino color sottobosco, che lasciava intuire un seno sodo... e poi si
fermò.
Strinse
i denti e si impose di invertire la marcia. Non era previsto che si sentisse
attratto da lei. «Visto che per mescolare il suo intruglio artificiale non ci
vorranno più di cinque minuti, che cosa farà nei venti minuti che le rimarranno?
Una manicure come consiglia alle lettrici del suo blog?»
Linda
scrollò le spalle e sorrise di nuovo, provocandogli un piccolo scompenso
cardiaco. «Potrei venire a dare una mano a lei, se il regolamento lo
permettesse.»
«Piuttosto
mi farei aiutare da uno dei cameraman. Se non altro sarei sicuro che eseguirebbe
i miei ordini.»
«Lo
immaginavo. D’altro canto, io non vorrei mai aiutare qualcuno che dà ordini in cucina. La cucina è
piacere, non disciplina.»
«La
cucina è piacere e disciplina. Ma
ovviamente la disciplina serve per elaborare piatti raffinati e originali, non
per leggere le istruzioni sul retro di una scatola di bastoncini di pesce.»
«Ah,
vedo che ha letto il mio post sui bastoncini con crema di avocado e dadolata di
pomodori.»
«Non
l’ho letto. Me ne hanno parlato.»
In
quella, alle spalle di Linda comparve la chioma biondo platino di Sandra Logan,
la conduttrice.
«Favoloso,
vi siete già incontrati!» esclamò con esagerato entusiasmo. Si incuneò fra la
porta e Linda ed entrò nel camerino. Il suo sguardo palleggiò da lei a Eric,
forse per accertarsi che non si fossero ancora presi per i capelli. «Favoloso
davvero. Allora, sette minuti e tocca a voi. Siete pronti?»
«Prontissima»
le assicurò Linda. Poi, prima di voltarsi, fece l’occhiolino a Eric. «A dopo!»
e sparì nel corridoio.
«E tu Eric?
Jenny ha finito di truccarti?»
Eric si
riscosse. Cosa gli aveva chiesto? Qualcosa a proposito di Jenny. Chi era Jenny?
Quella che era appena uscita era Linda. Con addosso un paio di jeans che le disegnavano
due chiappe fantastiche.
Poi si
accorse che Sandra e la truccatrice... Jenny, giusto!, lo stavano fissando e
fece mente locale. «Sì, sono pronto.»
Sandra
alzò il pollice e uscì dal camerino insieme a Jenny.
Eric
afferrò la giacca bianca da chef e cominciò ad allacciarsela con la fronte
corrugata. Si sentiva strano.
Istintivamente
allungò una mano verso l’inguine e si accorse di essere eccitato.
Un minuto alla diretta
Linda
era in piedi dietro il pannello scorrevole. Accanto a lei, nella penombra, riusciva
a intravedere la sagoma alta e imponente di Eric che aspettava immobile il
momento di entrare nello studio.
«Bene,
signore» le arrivò la voce di Sandra, amplificata dai microfoni, «siamo arrivate
al nostro appuntamento settimanale con la sfida fra cuochi. Oggi, per festeggiare
il giorno di San Valentino, abbiamo creato per voi una coppia davvero
esplosiva. Siete pronte per conoscerla?»
Un
boato di grida e incitazioni riempì lo studio, sovrastando la musica che
accompagnava come di consueto l’inizio della trasmissione.
«Lui è
il principe della cucina. Uno chef tanto affascinante quanto geniale. Un
concentrato di testosterone e talento. L’uomo che tutte noi vorremmo ai nostri
fornelli.»
Linda
rivolse un’occhiata a Eric. Stava ascoltando? O quei complimenti non gli facevano
né caldo né freddo? L’avrebbe attaccata anche davanti alle telecamere? E lei
avrebbe avuto la presenza di spirito di non farsi condizionare?
Corrugò
la fronte. Certo che non si sarebbe fatta condizionare, anche se averlo accanto
le provocava un languore che non aveva niente a che fare con la tensione per la
gara. Sentiva il suo profumo, percepiva il suo respiro. E provò un improvviso
desiderio di baciarlo.
«Lei, è
la nuova beniamina di tutte le single. Fantasiosa, sbarazzina, irriverente e
dolcissima. Il suo blog conta migliaia di visualizzazioni tutti i giorni.»
Il
rumoreggiare del pubblico crebbe tra battimani ed esclamazioni.
«Signore,
accogliete con tutto il vostro entusiasmo i nostri concorrenti di oggi: Eric Russell
e Linda Doorman!»
Il
pannello si aprì e Linda venne investita dalle luci accecanti, insieme a un’ovazione
così violenta del pubblico da creare quasi uno spostamento d’aria.
«Linda,
Eric, venite!» li chiamò Sandra al centro dello studio, uno spazio a colori
vivaci solitamente decorato con sagome di piatti, bicchieri e posate, ai quali
quel giorno gli scenografi avevano aggiunto una profusione di cuori rossi e
argentati.
Linda
fu la prima a raggiungere Sandra, perché Eric era impegnato a dispensare
sorrisi affascinanti a tutte le signore della prima, seconda, terza fila del
pubblico, che si protendevano verso di lui come adolescenti al concerto del
loro idolo. Sandra l’accolse con un sorriso caloroso. «Benvenuta.» Poi si
rivolse al pubblico. «Signore, avete visto che grembiule meraviglioso ha questa
ragazza?»
«Ãˆ il
mio grembiule portafortuna, me lo ha regalato la mia più cara amica il giorno
in cui ho inaugurato il blog.» Linda passò una mano sulla tela a cuoricini
colorati proprio nel momento in cui Eric prendeva posto alla sinistra di
Sandra.
«E
invece qui abbiamo il nostro affascinante chef. Ti piace il grembiule di Linda,
Eric?» gli domandò Sandra, seguendo la direzione del suo sguardo.
Uno
sguardo abbastanza schifato, per la verità .
Linda
sentì su di sé quella specie di raggio laser color lapislazzulo e sperò che la
telecamera non gli stesse facendo un primo piano, altrimenti metà Stati Uniti
avrebbero capito cosa pensava davvero del suo grembiule.
«Direi
che è perfetto per lei» rispose alla fine Eric, con un sorriso.
«Cavaliere...»
tubò Sandra, che evidentemente non lo aveva guardato negli occhi. «Allora,
siete pronti per questa gara? Come sempre, avrete mezz’ora di tempo per
cucinare il piatto di oggi. Voi ovviamente lo conoscevate già e gli ingredienti
che avete richiesto sono pronti nella vostra postazione. Quello che non
sapete...» il pubblico trattenne il respiro, anche se in realtà Sandra ripeteva
la stessa frase tutte le settimane da tre anni, «Ã¨ chi saranno i vostri giudici!»
Linda
sorrise. Eric continuò a fissarle il grembiule all’altezza della pettorina,
provocandole una piccola scalmana che non aveva niente a che vedere con
l’adrenalina per la gara o il caldo soffocante dello studio.
Sandra fissò
seria la telecamera. «Chi vincerà ? La classe e il talento o la creatività e lo
spirito pratico? Oggi, care signore, i nostri cuochi dovranno cimentarsi in un
classico. Il tortino al cioccolato. Chi saprà cucinarlo e presentarlo nel modo
migliore? Chi conquisterà il voto della nostra giuria misteriosa?» Si voltò
verso di loro. «Raggiungete i vostri posti mentre io ricordo al pubblico
presente il premio in palio: diecimila dollari che il vincitore devolverà a un
ente benefico di sua scelta.»
Mentre
scattava l’applauso d’obbligo, Linda girò attorno alla sua postazione in acciaio,
prese un bel respiro e lanciò un’occhiata a Eric, a un metro da lei. Sembrava
tranquillo come nel salotto di casa. Probabilmente era la millesima
trasmissione a cui partecipava e di certo era convinto di vincere a mani basse.
«Scopriamo
gli ingredienti!» ordinò Sandra, e immediatamente due vallette vestite con i
colori dello studio sollevarono le grandi cloche di acciaio scintillante
davanti a loro.
Linda
non poté fare a meno di guardare gli ingredienti di Eric. Sembrava tutto
estremamente DOP, DOCG, DOC, IGP e compagnia bella.
«Interessante
scelta di materie prime» mormorò lui, che evidentemente l’aveva imitata e stava
soppesando i suoi ingredienti. Ma quel bisbiglio ironico, invece di irritarla,
le fece accapponare la pelle delle braccia. Sexy, terribilmente sexy.
«Proprio
quello che si trova nelle cucine normali.»
«Non
nella mia.»
«Perché
tu non sei una persona normale, ma uno snob» lo rimbeccò lei, decidendo di rinunciare
ai formalismi.
Lui
inarcò un sopracciglio chiaro, rabbuiandosi, ma non ribatté.
«Eric,
Linda, siete pronti?» Sandra richiamò l’attenzione di entrambi. «Tre, due
uno... ai fornelli!» li incitò, mentre il grande orologio appeso davanti a loro
cominciava il suo conto alla rovescia.
Subito
Linda si mise all’opera. Rovesciò lo zucchero in una ciotola, vi ruppe dentro
le uova e cominciò a sbatterle.
«Uova biologiche,
senza dubbio» arrivò il commento puntuale di Eric.

«La
cosa non mi turba e non mi sorprende» le rispose lui, stavolta senza guardarla.
Lavorarono
in silenzio fino a quando non arrivò Sandra. «Allora, ragazzi, a che punto
siamo? Sono passati cinque minuti.»
«Ho
preparato l’impasto. Ora unisco il cacao amaro.»
Si
sentì distintamente uno sbuffo schizzinoso alla sua sinistra e Sandra ne
approfittò. «Non sei d’accordo su questo ingrediente, Eric?»
«Per
carità , in cucina uno usa quello che ha, ma niente batte il cioccolato fondente
per fare un tortino al cioccolato. Il cacao dà una consistenza polverosa. Il
cioccolato invece è morbido, avvolgente, denso» elencò, abbassando di un’ottava
la voce, mentre riduceva in scaglie una croccante tavoletta di fondente.
«Stiamo
parlando sempre di cucina, giusto Eric?» chiese Sandra. Nel pubblicò si scatenò
un coro di risatine.
«Certo»
rispose lui strizzandole l’occhio.
«Ma
bisogna fare attenzione che al palato non risulti troppo amaro, aggressivo,
ruvido...» intervenne Linda, mescolando serenamente il cacao nel suo impasto.
Sorrise a Eric. «Ovviamente anche io sto parlando di cucina.»
Per una
frazione di secondo, l’angolo destro della bocca di Eric si arricciò all’insù.
Linda pensò che fosse uno scherzo delle luci, ma di sicuro il fremito che
avvertì in tutto il corpo non lo era.
«Non
manca qualcosa lì dentro? Mi sembra un po’ asciutto» le chiese Eric serio,
lanciando una breve occhiata alla sua ciotola.
Linda
riportò l’attenzione sul tortino. Accidenti!
Stava per dimenticare il latte.
Afferrò
la caraffa e cominciò a versarlo lentamente. «Grazie» mormorò, rivolta alla
frusta.
«Bene,
signore, direi che siamo a buon punto» intervenne Sandra. «Secondo voi chi
vincerà ?» E si allontanò in direzione del pubblico, per sondare i pareri.
Linda
tirò fuori uno stampino, lo riempì per metà con il composto al cacao e poi si
spostò leggermente sulla sinistra, per coprire quello che stava facendo.
«Ãˆ il
momento del tocco segreto?» chiese Eric, che aveva notato le sue manovre.
«Quello in cui tiri fuori il tortino congelato e lo metti nel forno fingendo di
averlo fatto tu?»
«Esatto.»
Linda infilò il tortino nel forno e si pulì le mani nel grembiule. Aprì la
scatola delle decorazioni e compose un primo giro di Smarties lungo il bordo di
un piatto rosso, poi un secondo e un terzo, alternando i colori in modo che
formassero un motivo. Montò la panna ben soda, la fece diventare rosa con
qualche goccia di colorante rosso, cosa che scatenò altri mormorii scandalizzati
da parte di Eric, e la mise da parte.
Quando
il timer suonò, tirò fuori il tortino dal forno e lo sistemò al centro del
piatto.
«Mancano
due minuti!» annunciò Sandra, dal fondo dello studio.
Linda
infilò qualche cucchiaiata di panna nel sac
à poche e iniziò a ricoprire il tortino. Poi prese codette e stelline di
zucchero e le fece cadere a pioggia sul tortino. Si raddrizzò ed emise un
sospiro soddisfatto.
Finito!
«Cinque
secondi, quattro, tre, due uno... Stooooop!» esclamò Sandra. Immediatamente nello
studio partì la fanfara che annunciava la fine della gara.
Linda
guardò il tortino di Eric mentre lui guardava il suo. Poi alzarono entrambi gli
occhi e i loro sguardi si incrociarono per l’ennesima volta. In quello di Eric
c’era un’espressione trionfante.
Ride bene chi ride ultimo, pensò
Linda.
Il vincitore
«Signore,
è arrivato il momento di conoscere i nostri giurati di oggi. Siete pronte?»
Sandra era in piedi davanti al pannello scorrevole che nascondeva la giuria
misteriosa. Partì un rullo di tamburi, le luci si abbassarono un po’ per creare
un’atmosfera di aspettativa e il vociare del pubblico si spense. «Che entri la
giuria!»
Il
pannello scorse e...
Linda
percepì distintamente la reazione di Eric, che si irrigidì come un tronco di
pino davanti ai tre giurati. Anzi, ai mini
giurati.
Perché
quel giorno, a decidere chi avrebbe vinto la gara sarebbero stati tre bambini.
Se ne stavano uno accanto all’altro sotto le luci e fra gli applausi del
pubblico con un’aria furbetta e compiaciuta.
Sandra
si avvicinò e chiese i loro nomi. «Siete pronti per assaggiare i tortini che
hanno cucinato i nostri due concorrenti?»
I tre
annuirono.
«Allora,
correte!»
Subito
i tre bambini, due femminucce e un maschietto, si precipitarono davanti a Linda
ed Eric. Studiarono i due dolci, osservando lo zabaione, le bacche di vaniglia
e gli amaretti sbriciolati che decoravano quello di Eric in un guardingo
silenzio e riservando gridolini eccitati agli Smarties e alla panna rosa di
Linda.
«Con
quale volete cominciare?» chiese Sandra, chinandosi su di loro?
«Quello.»
«Quello.»
«Quello.»
Tutti e
tre indicarono il tortino di Linda, che riuscì a resistere alla tentazione di
guardare il suo avversario. Mancava ancora il colpo di grazia, in fondo.
I
bambini si avvicinarono al tortino e il maschietto affondò per primo il
cucchiaio nella panna e nella pasta soffice. Subito, dalla fessura scivolò
fuori un piccolo rivolo di lava multicolore che lasciò tutti prima senza fiato
e poi scatenò un’ovazione entusiasta, mentre i bambini osservavano quel goloso
arcobaleno.
Fuori onda
«Lo
sapevi, vero?»
Linda
si voltò di scatto. Eric riempiva lo specchio della porta, appoggiato allo
stipite con le braccia conserte.
«A cosa
ti riferisci?» gli domandò, mentre un sorrisino colpevole iniziava a piegarle
in su le labbra. Non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura che una sua amica
lavorava per la stazione televisiva ed era riuscita a passarle alcune preziose
informazioni prima della messa in onda.
«Sapevi
chi sarebbero stati i tre giudici misteriosi.» Eric calcò l’intonazione su misteriosi e si staccò dalla porta per
invadere il camerino. La sua stavolta non era una domanda ma un’affermazione.
«No,
non lo sapevo» cercò di negare lei.
«Panna
montata rosa, zuccherini, stelline» le fu davanti e le bloccò ogni via di fuga,
«gli ingredienti giusti per conquistare dei bambini. E da chi era composta la
giuria? Da tre bambini, guarda un po’.»
Linda ebbe
la faccia tosta di sostenere il suo sguardo, nel quale brillava una luce
divertita. Per fortuna Eric la stava prendendo sportivamente.
«Un
caso.»
«Come
no.» Eric sollevò una mano, si inumidì l’indice e le sfiorò la clavicola. Poi
osservò il polpastrello, sporco di impasto. «Visto che hai vinto, sono
obbligato ad assaggiare.» Si portò il dito alle labbra e lo succhiò. «Dolce»
stabilì, dopo aver finto di pensarci su.
Linda
sentiva il cuore martellarle alla base del collo, vicino al punto in cui lui
l’aveva sfiorata. Alzò a sua volta una mano, si inumidì un dito e gli sfiorò lo
zigomo, dove anche Eric aveva uno sbaffo di pastella al cioccolato. «Forte» gli
disse, dopo averlo leccato via. E vide il suo sguardo farsi torbido.
«Allora
neghi che la gara fosse truccata?» insistette lui con voce roca. Si piegò in
avanti e appoggiò le mani ai lati del tavolino, imprigionandola.
«Solo
se tu ammetti di essere un arrogante prevenuto.»
«La
cucina è un’arte.»
«Quando
si ha tempo di coltivarla.»
Eric si
avvicinò ancora. Linda sentiva il suo respiro sulle labbra, come una carezza.
«Forse...»
mormorò lui. «Ma la cosa fondamentale è un
bravo maestro.»
Le loro
bocche ormai si sfioravano.
«Come
te?» gli chiese.
«Per
esempio.» Eric le lambì le labbra con un piccolo colpo di lingua che la fece
sussultare di piacere. «Poi servono gli ingredienti giusti.» Un altro colpetto
di lingua. «Passione.» Un altro. «Maestria.»
Tremante,
Linda gli afferrò la giacca bianca. «Ma quando non c’è tempo, bisogna saper
passare subito al sodo.» Lo attirò a sé e lo baciò.
Eric
emise un gemito soddisfatto e le sue braccia scattarono attorno a lei,
stringendola con forza. Le cercò la lingua con la lingua e gliela accarezzò
lentamente, fino a quando Linda non salì a infilargli le dita fra i capelli
morbidi, per essere certa che lui non si staccasse. Voleva che quel bacio
durasse in eterno. Voleva che lui liberasse nella passione l’antagonismo che si
era accumulato fra loro. Voleva che la soggiogasse fisicamente come aveva
cercato di fare verbalmente per tutti quei mesi.
«Oh,
scusate!»
Una
voce tutt’altro che dispiaciuta si fece largo nella mente di Linda. Ma quando
lei e Eric si staccarono, sulla porta non c’era più nessuno.
«Non è
questo il posto per andare al sodo» ansimò lui, sfiorandole una tempia. «Vieni
da me stasera.»
«Pensavo
di non piacerti.»
«Ho
cambiato idea.»
Linda
gli scivolò con le mani lungo il collo, sul petto, fermandosi dove il suo cuore
batteva fuori controllo. «Il regolamento lo consente?»
«La
gara è finita. E tu hai vinto. Barando...»
«Non ne
avrai mai la certezza.»
«Non ne
ho bisogno.» Eric la guardò intensamente. «Vieni.»
Linda
non aveva nessuna intenzione di resistere a quell’invito. Inalò il profumo di Eric,
che sapeva di uomo, vaniglia e cioccolato. Dopo quel primo assaggio non poteva
tirarsi indietro davanti all’offerta del banchetto completo.
«Ok.»
Titoli di coda
Quando Eric
aprì la porta del suo appartamento, il pianerottolo venne invaso da un brano di
musica classica. Linda osservò senza parole quel metro e ottanta di maschio in
jeans e maglietta rockettara.
«Sei un
uomo contraddittorio, vero chef Russell?» gli chiese, indicando la stampa dei
Queen che aveva sul petto, mentre i suoi battiti cardiaci si lanciavano alla
carica.
Lui si
scostò per farla entrare. «Non proprio. Trovo che Musorgskij sia molto rock.»
«Musor...
chi?»
Eric
alzò gli occhi al cielo, ridendo. Poi si accorse che Linda stringeva i manici
di un sacchettino da regalo. «Cos’è?» le chiese, sospettoso.
«Il
dolce» gli rispose lei con un sorriso candido.
«Una
delle tue prelibatezze confezionate?»

«Non
parlarmi di tortini» gemette lui, cercando di afferrare il sacchetto.
Linda
fu più veloce e lo nascose dietro la schiena. «Questo è speciale.»
«Speciale?»
Eric la guardò con un luccichio interessato negli occhi blu.
«Esatto.
Devi indovinare cos’ho nascosto nel ripieno.»
«Non so
se mi conviene giocare con te, visto che hai il brutto vizio di barare»
commentò lui, avvicinandosi.
Linda
arretrò di un passo. «Codardo.»
«E se
indovino?» le chiese Eric, giocando con una ciocca dei suoi capelli.
«Decidi
la mia penitenza.»
«E se
sbaglio?» Si arrotolò la ciocca su un dito e l’attirò verso di sé.
«Decido
io la tua» ansimò lei, quando sentì il seno entrare in collisione con il petto
di Eric.
Lui le
tolse di mano il tortino, lanciandolo sul divano alla sua destra, e le circondò
la vita. «Lo sai che un vero cuoco assaggia sempre quello che cucina?»
«Sì.»
«E tu
lo fai?»
«Sì»
ripeté Linda.
«Bravissima»
mormorò lui, prima di baciarla. Insinuò la lingua fra le sue labbra e la leccò,
come per assaporarla.
Linda
emise un gemito lungo, arrendevole. Eric la mordicchiò, la accarezzò.
«Cannella.»
Linda
aprì gli occhi, come risvegliandosi da un meraviglioso sogno erotico. «Co...
come?»
«Cannella.
Nel cuore del tuo tortino c’è una crema alla cannella.» Le depose un altro
piccolo bacio sulle labbra. «E biscotti sbriciolati.»
«Mi hai
baciata per sentire il sapore che avevo in bocca?» gli chiese lei cercando di
divincolarsi. «Hai barato!»
«Così
siamo pari» rise lui, senza lasciarla andare. «Ma adesso non baro più.»
L’afferrò
per la nuca e senza lasciarle il tempo di ribattere si impossessò di nuovo
della sua bocca.
L’autrice:
Nonostante
questa passione per i romanzi d’amore, ho sempre letto di tutto. Fra i miei
autori preferiti ci sono Tolkien, Ende, Grisham, Cecilia Ahern, Anne Rice,
Stephen King, Agatha Christie e Thomas Harris, oltre ai più classici Kafka,
Buzzati, Goethe, Austen, Dickens, Wilde e Poe.
Alle
spalle ho un percorso scolastico schizofrenico: un diploma in ragioneria
(conseguito con una pistola puntata alla tempia, perché in quegli anni ci
voleva il “pezzo di carta”), una laurea in letteratura tedesca, un master in
economia, un diploma di traduzione. Ho cantato in un coro polifonico... e
ancora non mi capacito come, visto che sono stonata. Ho studiato danza per
vent’anni togliendomi qualche soddisfazione e mettendo da parte qualche bel
ricordo.
Da più
di dieci anni lavoro come traduttrice editoriale e oggi collaboro con Harlequin
Mondadori, Piemme e Feltrinelli, spaziando dai manuali di acchiappo, ai memoir,
ai romanzi rosa, ai romanzi per ragazzi.
Dopo
tanti dai e ridai, nel novembre 2013 Harlequin ho pubblicato il mio primo,
sospirato, romanzo, Ballando con il
fuoco.
E, ahi
a voi, non intendo fermarmi qui!
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Potete trovare qui i racconti di "Amore fra le righe 2013"
bellissimo
RispondiEliminadivertente e originale, questo è senza dubbio il racconto che mi è piaciuto di più.
Tra scaramucce e frecciatine, questi due si son fatti la guerra e come "coce" la sconfitta non è vero grande chef'? ahahha
e il finale? come si dice? chi la fa l'aspetti
Divertente, impertinente, sexy insomma davvero bello!!
RispondiEliminaLe scaramucce tra i due chef esilaranti!!
Ma il pezzo forte è il finale dolce e piccante!! *.*
Davvero carino!
RispondiEliminaUn racconto allegro e frizzante.
Brava!
che carino!!! antagonismo simpatico e frecciatine divertenti condite con attrazione... Ottima ricetta
RispondiEliminaChe bellissimo racconto!!!
RispondiEliminaSenza dubbio il mio preferito finora ♥♥
Frizzante, divertente e dal ritmo incalzante, mi ha conquistata e mi ha fatto ridere un sacco!
Come dice un detto... gli uomini vanno presi per la gola? ;)
Bravissima!!!!
Davvero carinissimo. Humour, sensualità e romanticismo in un mix perfetto.
RispondiEliminaEdy continua così, sei bravissima!
Complimenti Eddy un racconto frizzante e intrigante come in bicchiere di ottimo prosecco. Una lei seducente con grande intelligenza ed ironia e un lui sussiegoso, ma già conquistato dal primo sguardo. Entrambi vittime e carnefici insieme nel suadente balletto dell'amore. Milena
RispondiEliminaVeramente carino, scritto benissimo, divertente e sensuale. Personaggi simpatici e accattivanti. Persino il titolo della trasmissione è azzeccato. Complimenti!
RispondiEliminaBrava Edy, è sempre un piacere leggerti! ♥♡♥♡
RispondiEliminaDelizioso...con una traccia di piccante per smorzare il dolce retrogusto! <3
RispondiElimina:-))
Grazie mille ragazze. Sì, questo raccontino era proprio pensato per farvi divertire. Me lo sono visto davanti, Eric, tutto prodotti biologici e perfezione, che deve gareggiare con una che serve bastoncini di pesce... Mi sembrava una situazione buffa! Sono contenta che vi sia piaciuto.
RispondiEliminaBacioni!
MA CHE FIGATA QUESTO RACCONTO!!!
RispondiEliminasarà che lavorando in un ristorante mi sono sentita a "casa" ma la tassi mi ha stupita e catturata. davvero bellissimo!
Racconto ben costruito, sagace e frizzante insieme. Concretizza il detto " gli opposti si attraggono ". Lui algido e sussiegoso ha bisogno di essere sconvolto ben bene e Lei, ironica e tatticosa ha bisogno di metodo e professionalità , poiché non si vive solo di approssimazione . Però in fondo la creatività è tutto .....in ogni situazione. Bravissima Eddy. Milena
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