Genere: Giallo
Editore: Baldini & Castoldi
Pagine: 237
Prezzo: 13.60€
Uscita: 11 Marzo 2015
Sinossi:
La nebbia autunnale avvolge Milano quando Aiace Pardon, un mite senzatetto che vive e mendica presso la stazione Centrale, inizia a ricevere strane donazioni: prima 5, poi 10, 20 e 50 euro. Il vecchio è ipovedente e del misterioso benefattore vede solo la punta delle scarpe, eleganti e lucide anche nei giorni di pioggia. Quando 100 euro cadono nel bicchiere dell'elemosina il gioco giunge al termine e il barbone, poco dopo, sparisce. È stato ucciso dall'uomo con le scarpe lustre? Ne è convinta una senzatetto sua amica, che si reca alla Polizia a denunciarne la scomparsa. Il commissariato al completo si raduna ad ascoltare la deposizione della donna, tanto ripugnante nell'aspetto quanto colta e raffinata nei modi, ma proprio questa stranezza - un ossimoro, direbbe lei - fa sì che nessuno la prenda sul serio. Aiace Pardon sarebbe destinato a rimanere l'ennesimo clochard dimenticato, se le parole di "quella palla da bowling che ha mangiato un dizionario" non colpissero Alex Lotoro, un giovane sbirro che della vecchia è l'esatto opposto. Iniziano così le indagini che porteranno i due a scavare nel passato di Aiace, fino alla scoperta della verità.
E’ possibile leggere un giallo e ridere dall’inizio alla fine?
Con questo primo romanzo di Alessandra Selmi, sì. E di gusto.
A partire dall’improbabile accoppiata protagonista - un giovane poliziotto superficiale e una barbona vecchia, sudicia e incredibilmente colta - il romanzo propone un personaggio indimenticabile dopo l’altro. Le descrizioni sono brevi, ma irresistibili. Anche le comparse si fanno ricordare.
Sullo sfondo, una Milano senza tanti fronzoli percorre tutto l’arco delle stagioni, con i suoi cieli e la sua nebbia e gli abitanti della città si materializzano principalmente per guardare storto “la strana coppia”.
Tra gelati, vassoi di paste e costosissimi pasti a sbafo, il poliziotto Alex Lotoro e l’anziana barbona cercano di scoprire chi abbia ucciso Aiace Pardon, un anonimo clochard della stazione Centrale. Un indizio alla volta, è difficile capire chi stia aiutando chi: è l’agente Lotoro ad assistere la vecchia indigente o è lei a servirsi delle ricerche della polizia verso un finale che conosce già?
In una narrazione fitta di dialoghi, la strada verso la soluzione del mistero è una divertentissima serie di botta e risposta, a suon di correzioni, sinonimi e lezioni di storia, arte e astronomia.
Il romanzo si legge tutto d’un fiato: ridendo, scovando gli indizi, sbirciando nelle vite private di protagonisti e comparse - dai cartoni unti della stazione agli attici in centro, dagli uffici minimal-chic alle vecchie taverne lombarde.
Insieme ad Alex Lotoro, apriamo una porta su un mondo che non ci piace, tappandoci spesso il naso, dove la storia può essere grandiosa o squallida e, con le parole dell’autrice, sentiamo “un desiderio pruriginoso di spingerla a viva forza dentro i canoni della normalità”.
Da parte mia, mi sono già affezionata a questa insolita investigatrice e al suo capitano Hastings tamarro. Una coppia decisamente mal assortita che non ha niente da invidiare alle altre “strane coppie” dell’investigazione.
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