Amore fra le righe: "UN BACIO" di Amelia R.

L'appuntamento di oggi di "AMORE FRA LE RIGHE" si tinge di mistero.


"Un bacio" di Amelia R. รจ un romantico e affascinante racconto di un'autrice italiana molto amata, che scrive per questa rassegna sotto pseudonimo, regalandoci uno dei suoi primi esperimenti letterari.
Scoprite chi รจ!






UN BACIO di Amelia R.

Questo racconto ha avuto una vita travagliata. All’inizio era nato come un esperimento con personaggi originali ambientato nel mondo di vampiri e licantropi, creature soprannaturali che non avevano mai trovato spazio nei miei romanzi, ma una volta concluso non sapevo in che modo proporlo al pubblico. Allora ho deciso di modificarlo per renderlo una fan fiction inserita nel mondo di Anita Blake, la cacciatrice di vampiri creata da Laurell K. Hamilton, e poterlo pubblicare in un forum dedicato a quest’autrice. Adesso, in occasione di questa rassegna di racconti a tema romantico, lo ripropongo nella sua forma originale: spero che incontri il vostro favore.

1
L’aria del tardo pomeriggio profumava di terra umida, un annuncio di pioggia per la sera imminente. Lasciare l’automobile sulla strada deserta e addentrarsi a piedi tra gli alberi era una tentazione forte. Immergersi nell’avanzare delle ombre e scivolare tra i tronchi, accarezzare il muschio verde che li ricopriva, rotolarsi sul tappeto di foglie rosse e gialle, abbandonarsi al calore e mutare.
Le lepri nascoste nel sottobosco avrebbero dovuto attendere ancora, perchรฉ non era la caccia lo scopo della sua gita. Aveva promesso di fare una cosa, un favore a quella che con un po’ di fortuna sarebbe potuta diventare sua amica.
Sarebbe stato bello avere di nuovo un’amica, qualcuno con cui parlare e ridere, invece di un altro abbraccio tremante nel comune orrore. Condividere le sevizie non era la base migliore su cui costruire un rapporto sereno, aiutava al risveglio dagli incubi e niente di piรน. Oppure lei e Nadia, l’unica altra femmina che era sopravvissuta come lei all’ordalia del loro passato, avevano semplicemente dei caratteri troppo diversi, che si stavano rivelando in contrasto adesso che entrambe potevano esercitare il diritto di scegliersi una vita.
Parcheggiรฒ accanto al cancello e rimase per qualche istante immobile a guardare la villa. Ci era giร  stata altre volte da quando si erano uniti al nuovo branco, dopotutto ci viveva l’alfa, perรฒ mai da sola. In quella stagione i fiori che bordavano il vialetto non erano altro che cespugli verdi leggermente rinsecchiti, i colori vivaci dei petali solo un ricordo della sua prima visita, il giorno della loro liberazione.
Si era aspettata un nuovo terribile padrone, allora, le era sembrato inconcepibile che qualcuno in grado di eliminare Byron, l’enorme lupo nero che aveva dominato la sua vita per troppo tempo, possedesse anche un animo buono. Il potere conduceva alla follia, lo aveva sperimentato sulla sua stessa pelle in molteplici occasioni. Si era sbagliata, era stato l’amore a salvarli tutti.
Una nuova Signora dei vampiri era arrivata in cittร , seguita dal suo personale branco di lupi, alcuni dei quali la servivano da centinaia di anni. Cora non tollerava torture inutili nei confronti di quelli che avrebbero dovuto aspettarsi protezione dai propri capi, perciรฒ aveva deciso di ignorare tutte le leggi che regolavano la convivenza tra le varie specie soprannaturali, intromettendosi nella politica del branco e benedicendo uno scontro all’ultimo sangue tra Byron e Kellan, l’alfa al suo seguito. Kellan non possedeva la stazza impressionante di Byron, ma il potere della sua padrona l’aveva sostenuto e aiutato a vincere.
Ora i due branchi erano stati uniti sotto il suo dominio.
Un tempo, in un mondo sfumato di colori differenti dal rosso del sangue, anche Estelle aveva compiuto scelte importanti in nome dell’amore. Un sentimento travolgente e profondo che credeva l’avrebbe cullata per il resto della vita. Il prezzo di quello sbaglio lo portava inciso nel cuore e nella carne, un memento indelebile.
Qualche ora prima, quando si era offerta per quel compito, l’aveva fatto sull’onda di uno slancio sincero, ma adesso si stava rendendo conto di provare un pizzico di timore. Non aveva paura del dolore, una sensazione che ormai il suo corpo non era quasi piรน in grado di provare, ma del ritrovarsi da sola in un posto dove non si sentiva del tutto bene accetta. Era innegabile che lรฌ tutti i lupi del branco fossero i benvenuti, eppure loro, che prima avevano costituito un piccolo gruppo separato, avvertivano ancora una sorta di diffidenza. Fidarsi di qualcuno, soprattutto se potente come Cora e i suoi seguaci, era molto difficile dopo essere stati assoggettati per anni a un sadico bastardo.
Le scie violacee che si allungavano all’orizzonte la esortavano a sbrigarsi, il tramonto era imminente. Scrollรฒ le spalle, uscรฌ dall’auto e si decise a comporre il numero sulla tastiera del telefono.
“Estelle?”. Susan, la lupa che era venuta a sostituire, rispose al primo squillo.
“Sono davanti alla casa”.
“Bene. Ho lasciato una chiave per te nel paletto destro del cancello, se lo tocchi alla base sentirai un buco, nascosto dall’erba”.
Si accucciรฒ e frugรฒ ai piedi del pilastro di legno. “L’ho trovata”.
“Quella apre la porta principale. Adesso devi solo entrare e aspettare, non ci vorrร  molto. Non sai quanto ti sono grata per la tua disponibilitร , quando mi hanno chiamata dall’ufficio non sapevo proprio cosa fare”.
“Mi fa piacere essere d’aiuto, non รจ colpa tua se hai avuto un imprevisto. Non preoccuparti, me la caverรฒ”.
“Non devi avere paura”.
“Tranquilla”.
“Adesso devo andare, grazie ancora”.
“Ciao, buon lavoro”.
Silenzio, Susan doveva avere davvero una gran fretta per lasciarla cosรฌ. Curare gli aspetti legali dell’impero economico di Cora era il tipo di lavoro che non lasciava mai un attimo di tregua, molto diverso da quello che faceva lei. Servire caffรจ e torte in una tavola calda non si poteva definire un’attivitร  impegnativa, almeno non nel buco semideserto in cui passava i suoi pomeriggi da cameriera sottopagata.
Lo scatto della serratura risuonรฒ nel soggiorno deserto. Nella villa, di solito piuttosto affollata, quella sera non c’era nessuno, non ancora. Corrugรฒ la fronte davanti ai divani immacolati, il bianco non le sembrava una scelta saggia, data la natura della maggior parte dei frequentatori abituali dell’abitazione. Vampiri e licantropi tendono a lasciarsi dietro tracce di sangue.
Non intendeva violare in alcun modo quello spazio che non le apparteneva, sebbene sentisse la curiositร  di girare per le stanze e annusare un po’ qua e lร . L’odore ormai familiare di Kellan era ovunque, insieme a quello di svariati altri lupi e vampiri. L’aroma antico di Cora dominava su tutti, a Estelle era sufficiente quello per capire quanto fosse potente la vampira che li aveva accolti sotto la sua ala protettrice.
Accese una lampada, perchรฉ stare da sola al buio sarebbe stato troppo morboso, e si sedette nell’angolo del divano piรน vicino all’entrata, in attesa. Lasciรฒ vagare lo sguardo sulle pareti, tappezzate di dipinti e cimeli che testimoniavano la lunga vita della padrona di casa, ma finรฌ per contemplarsi la punta delle scarpe.
Forse non era vestita nel modo giusto, avrebbe dovuto scegliere qualcosa di piรน elegante, ma era la prima volta che si trovava in una situazione del genere. Jeans e maglietta la facevano sentire a proprio agio, non aveva pensato all’impressione che davano di lei. Trascurata? Cosa sarebbe accaduto se non gli fosse andata bene?
Si era intrecciata la massa di capelli crespi, piรน per tenerli a bada che per apparire piacente. Era da molti anni che non pensava a se stessa in termini di bellezza fisica, per quanto ricordasse di aver ricevuto molti complimenti nel frattempo. Attenzioni non volute nรฉ gradite. Byron, nella sua mente malata e perversa, l’aveva sempre preferita alle altre femmine del branco, tra le poche che erano riuscite a sopravvivere anche solo a una notte con lui, Estelle era stata il suo giocattolo favorito.
Sapeva che gli altri credevano che le piacesse soffrire, dato che dopo un po’ non si era opposta quasi piรน a ciรฒ che le faceva. Non era cosรฌ, semplicemente a un certo punto lei aveva cessato di provare delle sensazioni. Ricordava il momento esatto in cui, con la punta della lama d’argento affondata nello sterno, i suoi recettori del dolore si erano spenti.
La consapevolezza di essere stata abbandonata aveva compiuto quello che le torture di Byron non erano riuscite a fare: liberarla dallo strazio di perdurare in vita. Si era spenta, da allora poco le era importato di ciรฒ che accadeva a quel corpo che si ostinava a sopravvivere. Quella era la maledizione di tutti i mannari: sanguinare e straziarsi, ed essere sempre pronti a rifarlo poco tempo dopo.
Insieme al dolore erano scomparse quasi tutte le altre sensazioni, niente piacere nรฉ tenerezza nรฉ compassione nรฉ rabbia. Era vuota, dentro di lei non c’erano quiete o pace, ma almeno adesso c’era silenzio.
Per questo incontrava tante difficoltร  a farsi una nuova amica, ora che era libera. Non c’era motivo di affannarsi, nessuna gioia da conquistare. Solo piccole cose, come sentire la gratitudine di Susan al telefono, per fingere anche con se stessa di migliorare e non destare troppe preoccupazioni in chi vegliava su di lei. Il branco si occupava del benessere di tutti i suoi componenti, ma Estelle non desiderava attirare troppo l’attenzione, quella che aveva suscitato nel suo vecchio alfa le era bastata per almeno una decina di vite.
Il cigolio della maniglia destรฒ la sua attenzione. Alzรฒ gli occhi: la porta del seminterrato era aperta, lui si era svegliato.

2
Si fissarono in silenzio.
Estelle deglutรฌ, sapeva che tutti i vampiri sotto il dominio di Cora erano creature affascinanti, ma quello in particolare non l’aveva mai incontrato prima. L’uomo che stava in piedi davanti a lei era alto e snello, con lunghi capelli del biondo piรน chiaro che avesse mai visto e occhi simili a zaffiri splendenti.
“Chi sei?”. Aveva una voce calda e profonda, indurita appena dalla punta di un accento straniero.
“Sono Estelle, una… dei nuovi lupi”, balbettรฒ lei.
“Io sono Connor. Perchรฉ sei qui, Estelle?”.
“Susan mi ha chiesto di… sostituirla”, arrossรฌ, “Deve lavorare e non puรฒ…”.
“Sei qui per nutrirmi”.
“Sรฌ”. Il peso di quello sguardo, calmo e neutro, la fece arrossire ancora di piรน. “Se per te… vado bene”. Susan aveva detto che lui beveva solamente da donne, ma forse avrebbe voluto scegliere qualcun’altra tra le lupe disponibili. Estelle non le aveva ancora conosciute tutte, preferendo tenersi ai margini nelle rare occasioni in cui non poteva esimersi dal partecipare alle riunioni del branco, ma ne aveva notato che molte di loro sfoggiavano senza vergogna morsi freschi di vampiro, segno che fungevano regolarmente da donatrici volontarie.
“Non sei obbligata”. Un sorriso gentile gli increspรฒ appena le labbra. “Quando non lavoro a volte mi nutro di Susan, ma nessuno ti costringe se sei a disagio”.
“No, non รจ un problema”. Cercรฒ di sorridere, senza successo.
Non aveva mai creduto che la presenza di un vampiro potesse affascinarla tanto, eppure non riusciva a fare altro che guardarlo. C’era qualcosa in lui, non il potere che avrebbe potuto emanare, se solo avesse voluto, ma qualcos’altro. Una sorta d’inquietudine che si agitava sul fondo di quegli occhi azzurri, che invece sembravano fissarla in placida attesa.
“Dove… vuoi farlo?”.
“Qui andrร  bene”.
Connor si avvicinรฒ a passi lenti, quasi temesse di farle paura, e scivolรฒ in ginocchio accanto a lei, non meno aggraziato di un felino. Quando lei accennรฒ a sfilarsi la maglietta, scosse la testa e le rivolse un altro breve sorriso.
“Stendi il braccio, per favore”.
Estelle arrotolรฒ la manica della maglia, sforzandosi di non tremare, non capiva se per timore o trepidazione. Osservรฒ quasi ipnotizzata il vampiro accogliere il suo avambraccio tra le mani fredde. Il contrasto tra quella pelle pallidissima e il marrone intenso della sua era nettissimo, pareva accentuare il colorito di entrambi.
Si era preparata a… qualcosa, forse un alito di dolore, ma fu la carezza di due labbra morbide a sfiorarle il polso proteso. Poi ci fu pace, e calore.

3
L’ho fatta scappare.
Non avrei dovuto blandirla, ma il suo animo sembrava cosรฌ freddo, cosรฌ solo… credevo che le avrebbe fatto piacere.
Pensavo di aver conosciuto tutti i nuovi lupi ormai, sono mesi che si sono uniti al branco eppure lei non era mai venuta in questa casa. Non riescono ancora a sentirsi a loro agio.
Come biasimarli?
Dopo quello che hanno passato…
Potrei parlare, dire che nemmeno se vivessero altri mille anni dimenticherebbero…
Io non dimentico, non perdono, non capisco. Se mai c’รจ stato qualcosa da capire. Si puรฒ davvero comprendere il terrore? Trovare un significato all’orrore? Non credo.
La mia Padrona respirava dolore, io soffrivo, nient’altro.
Dovrei esserle grato, dopotutto le mie ossa sarebbero polvere da secoli e secoli se non mi avesse mutato, eppure non ci riesco. Morire migliaia di volte mi ha tolto qualsiasi senso di riconoscenza.
Dovrei odiarla, per avermi creato debole, eppure, anche se non mi possiede piรน, non posso darle altro che paura.
Se il mio fosse sonno, urlerei preda degli incubi.
Se la mia fosse vita, morirei un minuto dopo l’altro.
Sono un vampiro: non sogno, non vivo.
Sono fortunato.
Di aver destato la pietร  di Cora, di essere stato riscattato per servirla. Le รจ bastato vedermi una sola volta per capire che la mia Padrona mi aveva portato al limite, che non avrei sopportato ancora per molto tempo le sue attenzioni prima di perdere del tutto la ragione. Non avevo alcun debito con lei, eppure Cora mi ha salvato. Non aveva bisogno di un vampiro debole e spezzato al suo servizio, perรฒ mi ha tenuto con sรฉ.
Sono fortunato.
Di essere sopravvissuto piรน di mille anni alle torture di una vampira antica, potentissima… completamente folle. Una Creatrice crudele che ha infuso in me appena una briciola del potere sufficiente a riportarmi in vita dalla morte atroce che mi aveva inflitto, godendo della mia debolezza mentre mi uccideva migliaia di altre volte, una notte dopo l’altra.
Fortunato…
Quando servivo la mia Padrona, vivevo nelle segrete del suo palazzo. Adesso Cora mi ha portato nel mondo, dove posso ammirare il cielo e respirare aria che non sia intrisa di sangue e morte. Un mondo che tollera i vampiri, dove i vampiri possono amare ed essere ricambiati. Cora pretende obbedienza e il rispetto dei nostri donatori, ma le sue regole sono poesia in confronto al giogo del mio passato.
Le donne che cercano i vampiri mi disgustano. Mordimi, mordimi… sanno dire solo questo. Come se essere vampiri ci privasse di qualsiasi sentimento, di ogni desiderio. Non siamo tutti cosรฌ, io non lo sono. Forse perchรฉ nei lunghi anni della mia vita oscura non sono mai stato neppure in grado di svincolarmi dal servaggio.
Sviluppare meno potere allontana meno dall’umanitร ? Io non credo. Cora รจ sfolgorante nel suo, eppure, a dispetto dei miei iniziali timori, quando pensavo di essere passato da una Padrona crudele a un’altra, รจ insolitamente umana per essere una vampira plurimillenaria. Il suo potere รจ uno scudo sfolgorante, qualcosa sotto cui rifugiarsi e sentirsi al sicuro.
Servire Cora significa vivere con lei, in questa villa abitata da vampiri e licantropi. Io le sono grato, ma nessuno qui comprende cosa significhi essere una vittima immortale.
Estelle.
Quella donna, il suo sapore. Lei conosce la solitudine, la sofferenza ha modellato il suo animo come ha fatto con il mio.
Volevo donarle qualcosa.
L’ho fatta scappare.
Il mondo รจ cambiato, ciรฒ che ho trovato fuori dalle mura della mia prigione รจ una sorpresa continua. Eppure il dolore non cambia mai, nรฉ chi รจ costretto a portarselo dentro.
L’ho guardata, seduta ad aspettarmi. Ho giร  visto quello sguardo, nello specchio, quando sono solo e posso essere qualcosa di piรน di un vampiro impenetrabile.
Sotto la patina opaca della paura, perรฒ, รจ una donna bellissima. Lineamenti delicati e morbide labbra da baciare, e gli occhi… Dolci ombre grigie screziate d’azzurro, stelle luminose, rese opache dal terrore.
Nel mondo perduto della mia infanzia, prima del dolore e del sangue, prima della notte nera, quelle stelle hanno giร  brillato davanti a me. La donna che mi ha allevato, madre in una vita dimenticata, quando ero un guerriero celta perennemente in guerra, pregava l’effige di una fanciulla leggiadra e invocava la sua protezione per me, figlio votato alla spada. Occhi grigi screziati d’azzurro, colori dipinti ma non meno vivi, ascoltavano le sue preghiere.
Brigit rispondeva alle preghiere, avvezza all’adorazione.
Quella donna, Estelle, rifugge gli sguardi altrui. Non desidera l’adorazione, ne ha paura. Dovrebbe camminare come una regina tra gli umani, invece scivola nella notte e si nasconde.
Un morso e un sorriso, solo questo abbiamo avuto.
 Un bacio.
Avrei dovuto darle un bacio.

4
Le gocce di acqua tamburellavano sul vetro della doccia a ritmo incostante, invisibili nella nuvola di vapore che la avvolgeva. Con la testa china ad accogliere il getto bollente, Estelle si sforzava di respirare tra i singhiozzi, mentre l’acqua lavava via lacrime che credeva di non poter piรน versare.
Non si era chiusa in bagno per nascondersi, sebbene da quando potesse scegliere non amasse farsi vedere nuda nemmeno dal resto del branco. Del resto, il rumore dell’acqua che scorreva non era sufficiente a coprire quello del suo pianto alle sensibili orecchie dei suoi coinquilini, gli altri sopravvissuti alla follia di Byron.
Sentir piangere non era affatto insolito per chi aveva vissuto sotto il loro vecchio alfa, ma questa volta era diverso. Estelle piangeva perchรฉ era felice. Per la prima volta da anni, non ricordava nemmeno quanti, era realmente felice per qualcosa.
Un tempo la gioia non le era cosรฌ estranea, persino la trasformazione alla sua prima luna piena era stato bella. A differenza di quasi tutti i suoi compagni, lei aveva scelto di diventare una mannara, per seguire un amore che credeva l’avrebbe protetta da qualsiasi male. Daniel l’aveva trasformata perchรฉ lei l’aveva supplicato, per mesi e mesi, di renderla uguale a lui, in modo che le loro vite fossero finalmente uguali in tutto.
Una coppia di lupi liberi, in perenne viaggio, felici. Finchรฉ non avevano incontrato il branco di Byron ed Estelle aveva deciso di fermarsi, solo per poco tempo, una breve pausa in un gruppo accogliente e sereno. Non era trascorso molto tempo, perรฒ, prima che Byron mostrasse il proprio vero volto.
Daniel non era mai riuscito a perdonarla, la incolpava per quel fato infausto, per aver voluto aggregarsi a quel branco, persino per essere diventata suo malgrado la vittima favorita del loro nuovo padrone. Togliersi la vita, a dispetto della volontร  implacabile di Byron, era stata la sua unica prova di forza. Non si era preoccupato delle conseguenze, eppure sapeva che ce ne sarebbero state, doveva saperlo. Forse tagliarsi la gola di nascosto era stata una vendetta nei suoi confronti, per averlo amato e portato alla rovina.
Quali fossero le reali intenzioni di Daniel, Estelle le ignorava, ma non avrebbe mai potuto dimenticare come aveva appreso del suo suicidio. Incatenata a un letto, in attesa dell’ennesima notte alla mercรฉ di Byron, l’aveva visto avanzare furioso verso di lei trascinando un corpo inerme, quello del suo amato morto. Gliel’aveva buttato addosso, percuotendola con quelle membra ormai rigide, urlando che, se Daniel era stato cosรฌ codardo da abbandonarla, sarebbe stata lei a subire la sua punizione.
All’inizio lo shock di quella rivelazione era stato smorzato dalla speranza che, finalmente, la rabbia di Byron l’avrebbe spinto a esagerare con le sevizie, portandola oltre la soglia di una morte che non si sognava nemmeno piรน di immaginare. La fine agognata, la pace.
Le lame d’argento con cui l’aveva trafitta bruciavano nelle ferite, inchiodandola in uno strazio infinito, ma ancora lei aveva sorriso dietro le urla, in fiduciosa attesa. Quando Byron aveva affondato il pugnale nel suo petto ne era stata certa, sarebbe morta. Lui aveva rigirato la lama avanti e indietro, incidendo solchi tra i suoi seni, avvicinandosi sempre piรน al cuore, infine aveva affondato una mano parzialmente mutata dentro di lei e l’aveva stretto quasi gentilmente, quell’organo che batteva sempre piรน lento.
L’aveva baciata, lentamente e a lungo, con la dolcezza di un vero amante, non di un torturatore sadico, e poi aveva sfilato la mano, un sorriso compiaciuto sulle labbra e un’assoluta mancanza di pietร  negli occhi.
“Tu vivrai”, aveva detto. “Tu sei mia e non mi lascerai mai”.
Allora Estelle aveva gridato davvero, incapace di articolare parole, urlando il dolore della perdita e la rabbia dell’abbandono. Aveva gridato e gridato, incatenata tra lenzuola calde del suo stesso sangue, che lentamente si erano asciugate e seccate, durante i lunghi giorni di febbre e delirio che erano occorsi al suo corpo per guarire. Solamente quando quell’orribile ferita si era richiusa, Byron l’aveva liberata, costringendola a sopravvivere alla morte del proprio animo.
Persino adesso, nascosta agli occhi del mondo, Estelle non osava alzare la mano e sfiorare la cicatrice che le correva sullo sterno, una linea frastagliata piรน fredda del resto del corpo, il memento indelebile che anche i mannari non potevano guarire del tutto da certe ferite, almeno non quelli poco potenti come lei.
Dalla notte del suicidio di Daniel, lei era stata una sorta di morta vivente, una sonnambula della vita impermeabile a qualsiasi emozione. Fino a quella sera. Fino a quando la doppia puntura delle zanne di Connor le aveva regalato un istante di dolcezza, quasi di piacere.
Il vampiro si era comportato in modo encomiabile, da vero gentiluomo, nutrendosi senza quasi toccarla. E, un istante prima che si staccasse, Estelle aveva avvertito un brivido caldo correre dal punto in cui erano in contatto su lungo il braccio e poi giรน, fino al nucleo ghiacciato in cui era intrappolata la sua anima. Ignorava se lui l’avesse fatto di proposito, non aveva osato chiederglielo.
Connor aveva lambito con la punta della lingua il segno del suo morso, aveva guidato con gentilezza la sua testa sui cuscini del divano e atteso in silenzio che lei si riprendesse. Passata la spossatezza per averlo nutrito, Estelle si era sentita goffa come non mai, mentre schizzava fuori da quella casa borbottando un saluto.
Il vampiro l’aveva accompagnata all’auto senza tradire la benchรฉ minima traccia di emozione, il volto inanimato come quello di una statua, una splendida e freddissima statua. Solamente quando lei aveva aperto la portiera, le aveva rivolto la parola.
“Ti ringrazio, spero che non sarร  il nostro unico incontro”. A dispetto dell’apparente distacco, la sua voce era stata dolce. Dopo le aveva sorriso, un sorriso vero, che gli aveva illuminato gli occhi e addolcito i lineamenti severi.
Il calore di quel sorriso la stava ancora riscaldando, piรน dell’acqua che le scorreva addosso da circa venti minuti. Per un attimo fugace, Estelle si era sentita bene, come se qualcun altro fosse in grado di capire davvero quello che aveva passato, le esperienze che le avevano forgiato il cuore in una corazza gelida e impenetrabile.
Impaurita dal risveglio inaspettato delle proprie emozioni, era scappata via senza salutarlo. Non aveva osato nemmeno ricambiare il sorriso, quasi temesse di non saperne piรน fare uno sincero.
Adesso si pentiva di quel comportamento, non tanto per la scortesia dimostrata, quanto per la remota speranza di poterlo nutrire ancora, e magari provare di nuovo quella piacevole sensazione dentro di sรฉ.
Estelle voleva sentirsi viva, di nuovo.
La porta del bagno tremรฒ sotto una scarica di colpi, riportandola violentemente al presente.
“Ci vuoi invecchiare lร  sotto?”. Il ringhio di Benjamin la fece trasalire, il suo coinquilino non si era ancora ripreso dalle sevizie subite per mano di Byron, forse non l’avrebbe mai fatto.
Questo non gli impediva di comportarsi come un vero stronzo.

5
Le luci intermittenti accarezzavano una folla in movimento, poco piรน che figure indistinte tra la calca a occhi umani. Non ai suoi. Estelle fissava un punto preciso, un corpo che pareva fluttuare nel gruppo, una macchia di colore tra i toni scuri che lo circondavano.
Si era ritrovata a programmare quella serata in modo furtivo, dapprima quasi di nascosto anche da se stessa. Era stato facile non dire a nessuno che quello era il suo giorno libero, evitando che qualcuno spostasse i propri impegni per non lasciarla sola.
Nadia era alla scuola serale, accompagnata da uno dei lupi del branco, perchรฉ senza scorta praticamente non muoveva un passo fuori da casa. Stava provando a riannodare i fili della sua vecchia vita, prima della catastrofe, quando frequentava il college e non trasaliva al minimo accenno d’interazione da parte di un estraneo.
Kellan era impegnato, in qualitร  di capobranco, a sostituire Cora a una riunione della comunitร  soprannaturale, perchรฉ lei era fuori cittร  insieme a molti dei suoi seguaci, per adempiere a non meglio precisati doveri da Signora dei vampiri.
Nessuno sapeva che Estelle, al posto della divisa azzurrina della tavola calda, aveva indossato un abito verde mare che le lasciava scoperta gran parte della schiena, forse un po’ troppo corto per i suoi gusti, ma uno dei pochi nel suo armadio abbastanza accollato da coprire del tutto la cicatrice sul petto. Con la massa di capelli sciolti, comunque, si sentiva la schiena abbastanza al sicuro dagli sguardi altrui.
Il fulcro attorno al quale avevano ruotato i suoi pensieri nell’ultima settimana, in un misto di timore e curiositร , si trovava adesso qualche metro sotto di lei, sulla pista da ballo del club che apparteneva a Cora, un locale in cui gli umani potevano mescolarsi con i vampiri e offrirsi come pasto in tutta sicurezza. Il suo profumo antico era una nota chiara nel miasma del sudore e dell’eccitazione umana. La donna abbandonata tra le sue braccia lo ignorava, persa in fantasticherie fin troppo evidenti, ma il suo cavaliere non era realmente attratto da lei. I movimenti sinuosi del vampiro erano forzati, privi della grazia innaturale di cui era capace.
Chissร , forse a Connor non piacevano le rosse. Stringeva un poco di piรน le labbra ogni volta che i capelli della donna, assecondando il ritmo del ballo, scivolavano verso di lui e gli sfioravano il petto o le braccia. Sembrava che gli importasse maggiormente evitare il contatto con quelli, piuttosto che con i fianchi che la sua compagna, dimostrando ben poca discrezione, gli premeva a intervalli regolari contro l’inguine.
Appoggiata alla balaustra della balconata del primo piano, Estelle osservava la scena. Quella era la sesta donna che vedeva ballare con lui, la prima che sembrava suscitargli qualcosa di diverso dal sorriso seducente e impersonale che sfoggiava da quando lei era arrivata. Probabilmente quella era la sua espressione professionale, la maschera che le clienti del locale si aspettavano di vedere sul volto di un vampiro. Flirtare con il pericolo doveva apparire loro come un’enorme trasgressione, danzare con la belva, arrivare persino a nutrirla, ma uscirne incolumi. Molto sciocco e ingenuo, nonchรฉ umiliante per un vampiro che, per quanto ne sapeva lei, doveva essere al mondo da parecchie centinaia di anni. La mancanza di potere, tuttavia, poteva comportare conseguenze ben peggiori di una piccola umiliazione, nessuno l’aveva scoperto bene, o male, quanto lei.
La musica sfumรฒ in un ritmo piรน tranquillo ed Estelle si protese, incuriosita, in cerca della prossima che lui avrebbe invitato a ballare. Connor, perรฒ, non si avvicinรฒ a una delle donne ferme lungo il bordo della pista, in attesa di essere scelte dai vampiri presenti. Alzรฒ la testa senza muovere un passo, come se sapesse giร  con precisione dove guardare, come se l’avesse individuata da tempo e avesse aspettato solo quella pausa per puntare su di lei l’insondabile profonditร  del proprio sguardo.
Non ci fu spazio per domande o incertezze. Estelle scivolรฒ verso la pista con la potenza fluida del lupo nascosto in lei, il calore crepitante della bestia indusse le persone a scostarsi per lasciarla passare e creรฒ un corridoio vuoto nella calca.
Posรฒ la mano sul palmo proteso di Connor e si lasciรฒ condurre in un ballo lento, armonizzando senza difficoltร  la propria grazia soprannaturale all’altrettanto soprannaturale eleganza del vampiro. La camicia parzialmente slacciata scopriva uno spicchio di petto candido proprio davanti ai suoi occhi ma, al contrario delle donne che l’avevano preceduta, Estelle non lo fissรฒ incantata. Si concentrรฒ sulla trama della stoffa, cercando di respirare, improvvisamente nervosa dopo aver ostentato tanta sicurezza.
“Mi stavi guardando”. La voce di Connor era profonda come ricordava.
“Sรฌ, io…”, deglutรฌ, “Ti guardavo ballare”.
“Faccio il mio lavoro, intrattengo le clienti”.
La nota amara se l’era immaginata o c’era davvero? Estelle si morse il labbro, si sentiva una vigliacca ma non osava alzare lo sguardo e controllare.
“Adesso non vuoi piรน guardarmi?”. Una richiesta sussurrata, priva di derisione.
“No, cioรจ… sรฌ”. Un sorriso timido affiorรฒ dal passato, da quella che lei non sarebbe mai potuta tornare a essere. Quasi al rallentatore reclinรฒ la testa e vide il suo di sorriso, quell’espressione dolce che l’aveva rincorsa dal loro primo incontro e che, come allora, riversรฒ dentro di lei un rivolo di calore. Un’ombra di vita.
“Buonasera, Estelle”. Su quelle labbra sottili il suo nome aveva un sapore nuovo, diverso.
“Buonasera, Connor”, riuscรฌ a rispondere lei.
“Sei venuta per ballare?”.
“No, volevo solamente… vederti”.
Estelle sentรฌ la propria voce pronunciare quelle parole e capรฌ che quella non era la veritร . No, lei sperava, lei aveva bisogno, lei doveva… toccarlo ancora una volta, sentirlo. Sentire se stessa.
L’espressione dubbiosa di Connor, quel sopracciglio sollevato a formare un arco dorato, diceva chiaramente che nemmeno lui credeva alla sua risposta. Eppure tacque, la condusse in una danza vorticosa e dolce, priva della lussuria strisciante che li circondava. I loro piedi volavano senza incontrare ostacoli, Estelle planรฒ senza sforzo sui tacchi smisuratamente alti che si era messa per compensare in qualche modo il dislivello che li separava. Si lasciรฒ portare, abbandonandosi a lui priva del timore che l’accompagnava sempre.
Eppure l’abitudine riuscรฌ a insinuarsi in quel momento sospeso, guastandone la perfezione. Gli sguardi bramosi attorno a loro sviarono l’attenzione di Estelle, rendendola improvvisamente consapevole delle persone che li osservavano. Le coppie sulla pista erano rapite dalla sensualitร  innata scatenata da quelle due creature sovrannaturali, che per una volta si stavano comportando con naturalezza al di fuori del loro mondo nascosto.
La paura, sentimento quanto mai familiare, le attanagliรฒ lo stomaco. Deglutรฌ, pronta a fermarsi, ma non ebbe il tempo di fare altro, perchรฉ Connor la avvicinรฒ maggiormente a sรฉ, spostando un braccio a cingerla con intento protettivo. La sua mano era talmente grande da ricoprirle la parte bassa della schiena, i polpastrelli leggermente ruvidi le accarezzavano la pelle con delicatezza.
Per un istante Estelle si concesse di stupirsi per quel particolare: quale attivitร  poteva guastare la perfezione del suo corpo innaturalmente vivo? Poi un movimento li portรฒ ancora piรน vicini, essere quasi avvolta da quel fisico massiccio si rivelรฒ, incredibilmente, piacevole. Il suo corpo era una solida realtร  contro quello di Estelle, non solo conturbanti membra da bramare. Connor le stava offrendo se stesso, non il vampiro da vetrina ma la persona che stava dietro la sconfinata distesa azzurra del suo sguardo.
Estelle lesse una forza pacata in quegli occhi. Quelli erano semplici umani, invidiosi di ciรฒ che desideravano ignorando la veritร : grazia immortale e bellezza erano condanne, non virtรน. Loro, perรฒ, sapevano, loro condividevano piรน segreti di quanti i pochi istanti trascorsi insieme avrebbero mai potuto racchiudere.
La musica si spense troppo presto, o forse troppo tardi. Non c’era piรน tempo per tornare indietro, per disfare quel qualcosa senza nome che si era intrecciato tra loro. Ecco perchรฉ Estelle annuรฌ, quando si sentรฌ chiedere: “Posso accompagnarti?”.
Connor sciolse l’abbraccio che ancora li univa ma la tenne per mano, mentre raggiungevano un vampiro alto e moro che controllava il locale, in piedi accanto all’entrata. La sua stretta era leggera, le dita fredde e delicate.
“Ho bisogno di andarmene prima stanotte”. Connor sussurrava, sapendo che l’altro vampiro poteva sentirlo. “Devo riportare a casa una dei lupi”.
Il vampiro lanciรฒ un’occhiata a Estelle, alle loro mani unite, senza rispondere.
Connor fece un cenno con la testa. “Grazie”.
Evidentemente quello era stato un assenso. Estelle non conosceva abbastanza i vampiri da comprenderli.
Connor chinรฒ la testa e i suoi capelli, un velo color oro pallido, le solleticarono il volto. “Ti dispiace se mi cambio, prima?”.
Estelle scosse la testa, le sembrava di non essere piรน capace di parlare. O forse non ce n’era alcun bisogno, lui sembrava capire quello che voleva meglio di lei stessa. La osservรฒ in silenzio allontanarsi per riprendere la borsetta dalla guardarobiera, poi riaccolse la mano che lei, con un timido accenno di movimento, gli stava porgendo. Restare separati sembrava improvvisamente sbagliato.
Attraversarono il locale, scivolando tra la gente come acqua tra le rocce, leggeri, impalpabili. Una porta mimetizzata nella tappezzeria li introdusse in un corridoio bianco su cui si affacciavano numerose stanze. Connor entrรฒ nella prima e chiuse anche quella porta. Erano di nuovo soli, la musica assordante solo un mormorio indistinto. Una calma insolita e straordinariamente benvenuta fluiva dal vampiro a Estelle attraverso l’intreccio di dita che li univa.
“Aspettami, ci metterรฒ un attimo”. Le indicรฒ un divanetto e sparรฌ dietro a un paravento.
Estelle si sedette e accolse in grembo la mano che lui aveva appena lasciato, sentendosi improvvisamente persa, nervosa. Gli specchi appesi alla parete di fronte a lei riflettevano la sua immagine: una donna minuta con una criniera di capelli crespi color caramello, labbra carnose e occhi spenti. Un tempo qualcuno l’aveva definita una bellezza creola, secoli prima, in un’altra vita.
Gli specchi, perรฒ, mostravano anche qualcos’altro. La schiena pallida di Connor che lasciava cadere la camicia dalle spalle, il flettersi dei suoi muscoli mentre prendeva una maglia verde e l’infilava, l’evidente mancanza di biancheria intima quando iniziรฒ a slacciarsi i pantaloni di pelle.
Gli occhi di Estelle saettarono per la stanza, alla disperata ricerca di un angolo privo di specchi, invano. Fissรฒ il pavimento lucido per alcuni interminabili secondi, persino lei riusciva a fiutare la reazione istintiva del proprio corpo. Incredibile, dopo tutto quel tempo era di nuovo in grado di eccitarsi per qualcuno. Anche lui doveva essersene accorto. Per forza, era un vampiro, non un semplice essere umano. Eppure, misericordiosamente, non proferรฌ parola.
Tornรฒ da lei in jeans e maglietta, ancora meraviglioso nonostante la mancanza di stoffe lussuose e costumi di scena. A braccia incrociate, con i fianchi appoggiati allo stretto tavolino che correva lungo la specchiera, Connor taceva e, per la prima volta, Estelle si domandรฒ se non fosse nervoso quanto lei, dietro la maschera pallida della sua non morte.
“Vuoi che ti accompagni a casa?”.
Una richiesta semplice, formulata con voce dolce, senza l’intento di liberarsi di lei, tutt’altro. Non serviva l’intuito di un mannaro per cogliere la speranza di una risposta negativa insita in quelle parole.
Estelle prese un respiro, poi un altro. “Perchรฉ non ti piacciono le donne con i capelli rossi?”.
La superficie perfetta del volto di Connor s’incrinรฒ, l’attesa serena si sgretolรฒ lasciando trapelare angoscia, terrore. Adesso fu il suo turno di inspirare profondamente, in cerca di ossigeno, che in realtร  non sarebbe stato di alcuna utilitร  al suo corpo. La fissรฒ per qualche istante, poi sollevรฒ un angolo della bocca in un sorriso imbarazzato. “Sei un’ottima osservatrice”.
Lei si strinse nelle spalle, quasi pentita di avergli chiesto spiegazioni.
“Colei che mi ha fatto aveva i capelli rossi”.
Questo chiariva molte cose. “Quindi non fu una tua scelta”.
Le onde bionde splendettero come fili dorati mentre Connor scuoteva la testa.
“Io pretesi di essere morsa”. Ricordi sbiaditi le strapparono un sospiro. “Il mio compagno era un lupo, non potevo sopportare che la sua… diversitร  ci separasse”.
Il vampiro inclinรฒ la testa, sembrava riflettere. “Un amore invidiabile”.
“Tu credi?”.
“Non sono in grado di giudicare, non con la mia… esperienza”.
Estelle si accigliรฒ, pensava che un essere pluricentenario avesse sperimentato qualsiasi cosa. “La mia”, si sfiorรฒ il petto con una mano, “mi ha insegnato abbastanza”.
“E mi hai cercato per questo?”.
“No, volevo chiedere un morso anche a te”.

6
Probabilmente solo colpendolo al petto con un paletto di legno Estelle avrebbe potuto provocare una reazione simile in Connor. Il vampiro, se possibile, sbiancรฒ. Aprรฌ la bocca, forse per parlare, senza dire nulla.
Estelle deglutรฌ, gli doveva delle spiegazioni, per quanto difficili potessero essere. “Tu sai… del nostro passato, di quello che il mio branco ha subito”.
“Sรฌ”. Una sillaba, gli fu sufficiente una sillaba per dimostrarle che lui capiva. Lo scintillio di quei bellissimi occhi si fece mesto, dietro c’era un abisso di orrore che entrambi avevano attraversato, non incolumi ma vivi, o almeno non morti.
“Io da allora… sono…”. Non riusciva a trovare le parole, forse non esistevano.
“C’era solamente il dolore, e poi non c’รจ piรน stato nient’altro”, mormorรฒ Connor.
“Sรฌ”. Fu il suo turno di essere laconica e infinitamente loquace insieme. “Ma l’altro giorno, quando ti sei nutrito da me… io ho sentito qualcosa”. Estelle strinse i pugni. “Io devo sapere se… posso…”.
“Sentire”, terminรฒ il vampiro.
“Suona meschino detto in questo modo, perรฒ…”.
“Non sei affatto meschina. Sarei felice di poterti aiutare”.
Ancora una volta Connor avanzรฒ verso di lei lentamente, forse per non spaventarla, e posรฒ un ginocchio a terra, vicino eppure attentissimo a non sfiorarla, nemmeno quando protese una mano, pronto ad accogliere il suo polso. Non la stava guardando in faccia, ma non per mancanza di rispetto. Dal modo in cui aveva contratto le spalle, sembrava volersi bloccare, trattenersi dal fare qualcosa… Toccarla?
Estelle ammirรฒ la linea perfetta delle sue labbra, rosse per il contrasto con il biancore assoluto della pelle. Si scoprรฌ quasi golosa. Voleva scoprire il loro sapore. Le avrebbero ricordato il sangue delle sue prede?
Osservandolo lรฌ, inginocchiato ai suoi piedi in attesa, odiรฒ se stessa. Ma cosa stava facendo? Chiedere un morso non era un comportamento migliore di quello di tutte le umane che aveva visto strusciarsi contro di lui, come se fosse un anonimo giocattolo sessuale. Quello che lei era stata per lungo tempo. Come poteva umiliarlo a quel modo, lei che conosceva l’umiliazione meglio di una parte del proprio corpo?
Connor fu attraversato da un brivido e iniziรฒ a scostarsi. “Scus…”.
Estelle lo interruppe posandogli una mano sulla guancia. “Fermati”.
Il volto di Connor sussultรฒ a contatto con la sua pelle innaturalmente calda. “Hai cambiato idea, va bene”.
Quel sussurro la pugnalรฒ. Conosceva l’emozione in grado di spezzare cosรฌ il respiro, la lesse negli occhi che lui alzรฒ su di lei. Non credeva che un vampiro potesse provare vergogna. Avvertรฌ il suo desiderio di sfuggirle e gli cinse il volto anche con l’altra mano per trattenerlo.
“Non voglio usarti”.
Connor deglutรฌ, sembrava spaventato. “Non mi stai usando”.
“Pretendere un morso del tuo potere senza darti niente in cambio…”. Tacque. Era evidente dal tremore che gli attraversava il corpo che lui stava ricevendo qualcosa da lei.
Estelle sorrise, deliziata da quella scoperta. Colmรฒ il soffio che li separava e lo baciรฒ, una carezza a fior di labbra.
Connor non si mosse. Le sue labbra erano soffici e tremavano a contatto con le sue, quasi fosse terrorizzato da quel contatto. Estelle aprรฌ gli occhi e vide la paura di essere respinto, vide il desiderio di essere amato: vide se stessa riflessa nella luce brillante delle sue iridi.
Continuรฒ a fissarlo e lo baciรฒ ancora, poi restรฒ in attesa, l’aria che solo lei stava respirando unico velo tra loro.
Connor strusciรฒ due volte una guancia contro la sua mano, lentamente. Posรฒ la bocca sulla sua e imitรฒ il suo bacio. Gli sfuggรฌ un sospiro e un lungo fremito gli attraversรฒ il corpo. Un altro bacio lieve, un incontro di labbra esitanti, poi un singulto strozzato crebbe nella gola del vampiro, che succhiรฒ con forza il labbro inferiore di Estelle prima di ritrarsi.
Avevano entrambi il respiro affannoso adesso.
Estelle sorrise ancora e questa volta Connor la imitรฒ. L’azzurro intenso dei suoi occhi sfavillรฒ, incorniciato dalle mani scure della lupa.
Se anche ci fosse stato bisogno di parole, in quell’istante Estelle non si sentiva fisicamente in grado di pronunciarle. Il desiderio di essere baciata le sbocciava in gola, correva nel sangue che le imporporava le guance, pulsava nel punto in cui la loro pelle s’incontrava.
Lentamente, Connor sollevรฒ una mano e seguรฌ con la punta delle dita il contorno del
suo viso, scese lungo il collo e sfiorรฒ i ricci adagiati sulla spalla. “Sei… calda”, mormorรฒ, poi storse la bocca in una smorfia imbarazzata, quasi sapesse di aver sottolineato l’ovvio.
“Io…”. Il brontolio basso della lupa, risvegliata da quell’accenno di passione, si mischiรฒ al sussurro di Estelle, incupendole la voce.
La mano del vampiro girรฒ a cingerle con delicatezza la nuca. Il lento massaggio delle sue dita spinse Estelle a ruotare la testa, invocandone ancora. Lo sguardo di Connor si fissรฒ sui denti che lei affondรฒ nel labbro inferiore.
In un attimo Estelle si ritrovรฒ contro lo schienale del divano, il corpo del vampiro incuneato tra le gambe, le sue mani appoggiate gentilmente sui fianchi, gli occhi una disperata richiesta a pochi millimetri dai suoi.
Estelle sollevรฒ il mento come risposta e si offrรฌ come pensava di non poter fare mai piรน. Quello di Connor non fu il bacio affannoso che lei si aspettava. Un bacio dolce, la punta della lingua che le schiuse piano le labbra e s’insinuรฒ nella sua bocca ansante, le zanne che premevano senza scalfire, un sapore ramato che accomunava le loro diversitร .

7
Il corpo di Connor era stranamente freddo a contatto con il suo di licantropo. Mentre lui si sfilava la maglia, Estelle gli succhiรฒ la clavicola e assaporรฒ la sua pelle. Scese con una scia di baci sul suo petto di perla, vagamente conscia che quello che stava per succedere era, per la prima volta da anni, una sua scelta. Qualcosa che non avrebbe comportato nรฉ dolore nรฉ umiliazione.
Connor le cinse di nuovo la nuca con una delle sue grandi mani, le rovesciรฒ la testa all’indietro e percorse l’arco del collo con la bocca. Un tocco umido che divenne un bacio sul lobo dell’orecchio.
“Dimmi tu quando vuoi che mi fermi”, mormorรฒ.
Lei ansimรฒ. “Non fermarti”.
L’altra mano le accarezzรฒ il fianco, scostรฒ l’orlo del vestito e risalรฌ sotto la stoffa. Il palmo freddo si riscaldava accarezzando la sua carne calda. Le dita un tocco leggero sulla coscia, ancora sul fianco, un giro a sostenere il suo peso. Seguรฌ l’orlo liscio degli slip, sotto cui pelle ancora piรน liscia fremeva per essere toccata.
Connor cercรฒ il suo sguardo e la sua bocca. Mentre si baciavano, in uno scambio di lingue sempre piรน affannoso, la accarezzรฒ con la punta di un dito e assorbรฌ nel proprio corpo il lungo brivido che la attraversรฒ. Affondรฒ piano dentro di lei senza smettere di fissarla negli occhi, le palpebre socchiuse e un’espressione di assoluta riverenza sul volto.
Sciogliendosi poco a poco in quella carezza umida, Estelle si aggrappรฒ alle sue spalle e gli offrรฌ la gola, certa che i suoi baci o eventuali morsi non l’avrebbero squarciata come altri in passato. Il calore crescente in lei riverberรฒ in respiri spezzati e ansiti che Connor bevve dalla sua pelle e dalla sua bocca.
Quando infine le mancรฒ la voce, il vampiro la distese sul divano e la sovrastรฒ, ma sollevato sulle mani, senza gravarla con il proprio peso, come se temesse che lei non l’avrebbe tollerato. Le baciรฒ il seno, la succhiรฒ attraverso la stoffa del vestito, ultimo confine che sembrava guardarsi bene da rimuovere, cosa di cui Estelle gli era grata. Nascondere se stessa era piรน semplice che spiegarsi.
Lo voleva piรน vicino. Infilรฒ le dita nella coltre spessa dei capelli che gli ricadevano a lato del volto, glieli lisciรฒ all’indietro e ammirรฒ i riflessi di oro bianco che li percorrevano. L’insicurezza in quegli occhi luminosi le diceva che aspettava di essere scacciato, come se ormai vi fosse abituato.
Con un sorriso, e un’audacia di cui si scoprรฌ incredibilmente ancora capace, Estelle lo attirรฒ sopra di sรฉ. Premette le mani in una duplice carezza a esplorare la levigata perfezione della sua schiena, incontrรฒ il bordo ruvido dei pantaloni e decise che era il momento di diventare ancora piรน audace. Gli slacciรฒ i bottoni uno per volta, una serie di schiocchi decisi che accesero un lampo divertito sui loro volti vicini, e gli fece scorrere i jeans giรน per le lunghe gambe muscolose.
La pelle di Connor possedeva una grana finissima, lontana dalla rigiditร  che ci si sarebbe immaginati nella non morte dei vampiri. Estelle gli massaggiรฒ i glutei sodi e percorse con l’indice la sua lunghezza tesa, strappandogli un sibilo dalle labbra dischiuse. Aveva voglia di baciarlo, di scoprire il suo sapore, di morderlo piano…
Lui non le lasciรฒ il tempo. Con una mano le sfilรฒ gli slip, lasciandoli a pendere da una caviglia, e con l’altra si guidรฒ fino a lei, domandando ancora una volta il permesso senza parlare. Gli bastava guardarla per farsi capire. Estelle gli andรฒ incontro e si lasciรฒ colmare. Un incontro di carni palpitanti, per una volta ugualmente calde.
Fremiti identici li percorsero entrambi, mentre esitavano con le fronti e i respiri congiunti. Estelle lo baciรฒ, mordicchiandogli le labbra e strusciando la lingua contro le zanne, e allora Connor prese a muoversi dentro di lei. La forza che avrebbe potuto spezzarla imbrigliata nelle spalle contratte e nelle braccia tese.
Lei, perรฒ, non era umana, non aveva paura. Intrecciรฒ le dita con le sue e le guidรฒ dove sentiva che volevano andare, strette ai suoi fianchi, premute contro i seni protesi. Ogni spinta li avvicinava di piรน, finchรฉ lo spazio del divano sembrรฒ non essere piรน sufficiente per contenerli. Senza lasciarla, Connor la sollevรฒ per i glutei e si sedette reggendola in grembo. Estelle afferrรฒ i suoi capelli per mantenere l’equilibrio, strappandogli una smorfia, allora con un risolino di scuse spostรฒ le mani e gli cinse il collo.
L’onda di movimento impressa ai loro corpi dai colpi di Connor avvicinรฒ i loro sorrisi. Erano felici. Liberi nel piacere reciproco. Non vampiro e licantropa intrappolati nelle spire del potere, ma uomo e donna, semplicemente.
Un altro bacio, un'ultima spinta, un urlo roco si riversรฒ dall’uno all’altra. Scoprire di poter respirare ancora li fece scoppiare a ridere.
Con gesto elegante, Connor si portรฒ le sue mani alla bocca e posรฒ un bacio sulle nocche senza smettere di guardarla e sorridere.
La dolcezza disarmante del suo sorriso spaventรฒ Estelle. All’improvviso si sentรฌ troppo vulnerabile, mezza nuda in grembo a un vampiro semisconosciuto. Una fitta di panico le bloccรฒ il respiro, il suo corpo s’irrigidรฌ, perso nel gorgo oscuro dei ricordi.
“Cosa…?”. Connor corrugรฒ la fronte.
Incapace di rispondergli, Estelle strappรฒ le mani dalle sue e saltรฒ in piedi. Raccolse i sandali, che non ricordava nemmeno di aver perso, e la borsetta dall’angolo in cui era caduta. Si precipitรฒ fuori, via, lontano. Da lui e da se stessa.

8
Ancora. L’ho fatta scappare ancora.
I suoi occhi accesi dalla passione sono veramente due stelle. Brillavano su di me, poco fa. Brillavano per me.
Che cosa ho fatto per farla scappare?
Mi ha lasciato un brandello di stoffa. Dovrei tenerlo, come pegno, come ricordo.
Farei meglio a gettarlo.
Cora รจ comprensiva, ma se scoprirร  che ho contravvenuto alle regole sarรฒ punito. Non mi รจ consentito stare con le clienti qui nel locale, solamente nutrirmi.
Estelle, perรฒ, non era una cliente. Non รจ venuta ricoperta di lascivia per strusciarsi contro il mio corpo immortale. Ha detto di desiderare un morso, come molte altre, ma non l’ha chiesto per lo stesso motivo.
Prima del dolore, prima di trovare un padrone crudele, doveva essere una donna mirabile, splendida nel proprio raro coraggio. Scegliere di mutare per amore… Provare un simile sentimento non mi รจ stato concesso, ero solo quando la mia Creatrice mi ha trovato. Forse รจ stato meglio cosรฌ, non ha potuto portarmi via anche quello.
Risvegliarsi dall’inedia indotta dal dolore รจ difficile, spesso impossibile. Io stesso non sono certo di averla sconfitta, forse mi limito a scorgere i bagliori oltre la soglia senza poterla oltrepassare.
Con lei tra le braccia mi sono illuso, per un attimo fuggevole, ma sbagliavo.
L’avrei morsa.
Solo quello, se avesse voluto.
Mi ha concesso molto di piรน.
Mi ha donato tutto.
Potrei perdermi nei suoi occhi, per il dolce stupore con cui mi guarda, per la tenerezza del suo sorriso. E il suo calore…
Ho avuto altre donne, dopo… la mia Padrona. Sesso vuoto, triste.
Il desiderio di Estelle era sincero. Dolcissimo.
Ho avvertito la sua essenza ferale da quando รจ entrata qui, stasera. Ho ballato solo per i suoi occhi, finchรฉ non รจ stata pronta.
Leggiadra piccola regina, Brigit sarebbe stata onorata di prendere in prestito le sue sembianze.
Ho avuto il bacio che desideravo.
Ora vivrรฒ nella notte solo per baciarla ancora.

9
“Guarda guarda…”.
Estelle sussultรฒ, non si era accorta che ci fosse qualcun altro nell’appartamento. Era corsa via dal locale, fermandosi in un vicolo il tempo necessario a calzare i sandali e rendersi conto di aver dimenticato la biancheria intima sul pavimento del camerino. Non poteva pensare a quel che aveva fatto insieme a Connor, a come lo aveva lasciato senza una spiegazione nonostante il suo incredibile dono.
Quel vampiro, quel bellissimo uomo dagli occhi dolci, le aveva ridato una parte di se stessa che credeva perduta per sempre. Poteva ancora provare piacere, sentirsi amata.
Era terrorizzata.
“Da dove vieni vestita cosรฌ?”. Benjamin attraversรฒ il soggiorno a passo malfermo e, con una spalla appoggiata alla porta del bagno per non cadere, inclinรฒ la testa per guardarla.
La bottiglia di tequila che aveva in mano era quasi vuota ma non bastava a spiegare il suo stato. I licantropi non barcollavano dopo una bottiglia, forse dopo due o tre. Doveva aver preso dell’altro.
“Hai ricominciato con le pasticche? Kellan si arrabbierร ”. Sarebbe stato bello vederlo tremare davanti al loro alfa, gli avrebbe tolto quel ghigno strafottente dalla faccia.
Benjamin buttรฒ la testa indietro e ingollรฒ il resto della tequila. “Paparino si arrabbierร , che paura…”. Rise, una risata sgradevole che la fece rabbrividire. “E cosa mi farร ? Cosa farร  per punirmi che non mi sia giร  stato fatto? Sopravviverรฒ”.
Non voleva parlare con lui, aveva bisogno di restare sola. “Fossi in te, mi darei una ripulita prima che torni Nadia e glielo dica”. Rifugiarsi sotto la doccia non era fattibile, non con lui che bloccava la porta.
“E tu non vuoi pulirti?”. Benjamin annusรฒ l’aria e rise di nuovo. “Oh… sorpresa! La principessa di ghiaccio si รจ sciolta per qualcuno”. Fiutรฒ ancora, poi fece una smorfia. “Un vampiro? Ti sei lasciata fottere da un vampiro?”.
“Sta zitto!”. Gli passรฒ davanti diretta alla propria camera. “Chiudi la bocca e fatti gli affari tuoi”.
“Ma questi sono affari miei”. Benjamin la afferrรฒ per un braccio. “Ti ho avuta sotto abbastanza volte perchรฉ quello che hai combinato stasera mi riguardi”.
Estelle sgranรฒ gli occhi, sconvolta. Nessuno di loro parlava mai del passato, era un tacito accordo fingere che nulla di tremendo fosse accaduto al loro branco. Serviva per andare avanti.
“Io ti piacevo”. Le strusciรฒ la bocca sulla guancia. “Quando lui mi buttava su di te, ti piaceva”.
“Lasciami!”. Estelle scrollรฒ il braccio. Non riusciva a credere che Benjamin stesse parlando di Byron con una tale noncuranza. Come se quel mostro non avesse torturato anche lui innumerevoli volte.
“Ti sei fatta legare dal tuo vampiro?”. La presa di Benjamin si rafforzรฒ, le sue dita affondarono nella sua carne scura sbiancandola. “Gli hai detto cosa ti piace?”.
“Non mi รจ mai piaciuto quello che mi faceva, lo sai, a nessuno di noi piaceva!”. Si divincolรฒ inutilmente. “Lasciami andare!”. Era impossibile che stesse succedendo di nuovo. Non dopo essersi finalmente liberata del gelo, non dopo… Connor.
“Hai fatto divertire un morto”, Benjamin usรฒ il fondo della bottiglia per sollevarle il mento, “Non vuoi farlo anche con me?”.
La morsa del panico le strinse la gola e per un attimo Estelle si paralizzรฒ. Conosceva la frenesia che si agitava negli occhi di Benjamin, sapeva cosa sarebbe successo. Se stava ferma e buona, forse lui non le avrebbe fatto troppo male… Un grido rabbioso le crebbe dentro. “No!”, gli sibilรฒ davanti alla faccia, “Tu non sei Byron, non puoi farlo e restare impunito: Kellan ti ucciderร ”.
“Pensi che ti crederร ? Dopo tutto quello che ti sei lasciata fare dal nostro padrone?”.
Estelle voleva interrompere la sua risata con uno schiaffo, ma Benjamin fu svelto a mollare la bottiglia e afferrarle la mano. La gettรฒ a terra con una spinta e subito le fu sopra, schiacciandola con tutto il proprio peso. Le bloccรฒ le mani sopra la testa con una sola delle sue, mentre l’altra scendeva a palparle il seno. Lei scalciรฒ nel tentativo di colpirlo, sperando di riuscire a conficcargli nella carne i tacchi aguzzi, ma i suoi movimenti servirono solamente a far rimbalzare lontano i sandali.
“Sei sempre dolce come ricordo?”. Scese ancora con la mano, incontrando solo pelle nuda, e sogghignรฒ. “Hai lasciato un pegno d’amore al tuo bello o sei uscita senza?”.
I gemiti e le contorsioni di Estelle suscitarono altre risate. Benjamin strinse la presa, con entrambe le mani, e le leccรฒ una guancia. “Ricordavo bene”.
Com’erano dure e brutali le sue dita a confronto con le carezze di Connor… Pensare a quanto era stato dolce il vampiro la aiutรฒ a riprendere il controllo. Divincolarsi era inutile, lui era piรน forte di lei. Lo sapeva, aveva giร  vissuto quella scena, con Benjamin e con molti altri. Allora invocare aiuto era stato inutile e lottare aveva solo peggiorato le sevizie, adesso, perรฒ non erano piรน prigionieri di Byron.
“Se mi lasci adesso”, cercรฒ di controllare la voce, di non far emergere la paura, “non griderรฒ. I vicini chiameranno la polizia se mi sentiranno urlare. Tu, perรฒ, non vuoi finire in una cella, vero Benjamin?”. La prigione non era un buon posto per i licantropi, quelli come loro rischiavano di non uscire mai piรน.
“Che cosa sono un po’ di strilli tra amici?”. Non sembrรฒ preoccuparsi della sua insinuazione, perรฒ le strappรฒ il collo del vestito e glielo ficcรฒ a forza in bocca.
Estelle era ripiombata nell’incubo. Mani crudeli la toccavano ovunque, fiato fetido le invadeva le narici, qualcosa di duro e sgradevole si strusciava contro di lei, un ginocchio la costringeva a divaricare le gambe… Chiuse gli occhi.
No, no, no! L’urlo silenzioso le aveva invaso tutta la mente, spazzando via ogni altro pensiero. Era in trappola, nessuno sarebbe venuto a salvarla, il dolore… Presto il dolore sarebbe ricominciato e si sarebbe portato via tutto quello che sperava di aver ritrovato.
L’improvvisa assenza di peso le fece spalancare gli occhi. Benjamin non incombeva piรน sopra di lei: pendeva come un sacco informe dalla mano di un giovane lupo, in quel frangente disperato Estelle non avrebbe potuto ricordare il suo nome nemmeno se costretta.
“Cosa stai facendo?”. Il ragazzo lo lanciรฒ con violenza in un angolo e gli si avventรฒ contro.
Il volto di Nadia, rigato di lacrime, entrรฒ nel campo visivo di Estelle. Le tolse la stoffa dalla bocca e le posรฒ una mano sul braccio, ma lei si scostรฒ e strisciรฒ goffamente fino alla parete. Nella sua mente, altre mani la stavano ancora toccando, zanne aguzze la straziavano, l’argento bruciava nel suo petto. C’era odore di sangue, il suo.
“Estelle? Va tutto bene, mi senti?”. La voce ansiosa di Nadia non le arrivava al cervello.
Quando anche l’altro lupo si avvicinรฒ e si chinรฒ per prenderla in braccio, Estelle aprรฌ la bocca per lasciar uscire il grido che la stava assordando. Urlรฒ e urlรฒ. Non vedeva i suoi compagni che si affannavano per calmarla, non sentiva le loro voci rassicuranti, l’odore del branco che le si stringeva addosso la soffocava. Qualcuno la avvolse in una coperta e tutto divenne buio.

10
Quando la sua coscienza si risvegliรฒ, Estelle galleggiava vicino alla superficie della realtร  in un luogo sconosciuto. Luci e suoni non appartenevano all’appartamento in cui viveva, ma gli odori non le erano del tutto estranei. La superficie morbida sotto la sua guancia profumava di potere, di lupo e vampiro.
L’avevano portata nel palazzo di Cora.
Respirรฒ a fondo. Si sentiva giร  meglio: dopotutto cos’era qualche livido, se il termine di paragone erano squarci sanguinanti e ossa rotte? Non avrebbe permesso a quell’aggressione di rispedirla nel pantano dell’insensibilitร , non dopo che le dolci premure di Connor l’avevano ricondotta alla vita.
Socchiuse gli occhi e si ritrovรฒ a osservare il soggiorno quasi dalla medesima posizione della volta precedente. Ma non era sola adesso. Sentiva delle voci attorno a sรฉ.
“Quando arriva Kellan?”. Il tono sommesso di Susan era molto vicino.
“Presto”, la risposta stanca di Nadia le giunse dall’altro lato della stanza.
“Meno male che la Signora era fuori cittร  questa sera”. Una pausa di silenzio. “L’avrebbe ucciso se fosse stata qui”.
“Non la toccare, ricomincerร  a gridare”.
Ridestata da quel commento, Estelle si raddrizzรฒ di colpo. Era rannicchiata su un angolo del divano, con Susan seduta ai suoi piedi. Una mano della lupa era sollevata, bloccata nell’atto di accarezzarla. Sotto il suo sguardo vitreo lei la abbassรฒ lentamente.
“Non aver paura. Sei al sicuro qui”.
Estelle sentiva le sue parole ma non era certa di comprenderne il significato. Sapeva solo che non voleva essere toccata, da nessuno, soprattutto se odorava di lupo. Un angolino razionale della sua mente le disse che quello non era un comportamento sensato, che l’abbraccio del branco l’avrebbe fatta sentire meglio, ma l’urlo che minacciava di ricominciare a infuriarle nella testa zittรฌ quel pensiero.
Il rumore della porta che si apriva la fece rannicchiare ancora di piรน su se stessa. Scappare via sembrava una buona idea, peccato che le gambe, pesanti come macigni, si rifiutassero di muoversi. La luce della lampada catturรฒ i riflessi dorati dei capelli di Connor e lei, ancora prima di aver formulato il pensiero, scoprรฌ invece di poter correre. Dritta contro il petto duro del vampiro, avvinghiata a lui con tutta la forza che le era rimasta.
Connor la cinse nel proprio abbraccio con un riflesso automatico, poi girรฒ la testa a osservare le altre due mannare in cerca di spiegazioni.
“C’รจ stato un… problema, con uno degli altri lupi”, balbettรฒ Susan, stupita dal loro comportamento.
Gli occhi di Connor percorsero il corpo seminudo di Estelle, il vestito stracciato che pendeva di lato, i lividi che le arrossavano le cosce. “Lui dov’รจ?”. Del ghiaccio che si spezzava avrebbe avuto un suono meno sinistro.
“Sono faccende del branco, non ti riguardano”. Nadia si avvicinรฒ, forse intenzionata a riprendersi Estelle, ma le sue parole la indussero a fermarsi.
La lupa non si rivolse alle sue compagne di branco, parlรฒ come se loro non fossero nemmeno nella stanza. “Non lasciarmi”, sussurrรฒ contro il petto del vampiro.
Connor la sollevรฒ tra le braccia, attento a che il vestito non si sollevasse troppo, e attraversรฒ la stanza. “Quando arriva Kellan, ditegli che mi occuperรฒ io di lei”, disse, prima di scomparire nel passaggio che conduceva al sotterraneo sotto lo sguardo allibito delle due lupe.
“Grazie”, mormorรฒ Estelle.
Il vampiro se la accostรฒ ancora di piรน al petto ma non le rispose. Scese la scala buia, imboccรฒ il primo dei vari corridoi che si diramavano sotto il palazzo e dopo una decina di metri aprรฌ una porta sulla sinistra. Estelle sbirciรฒ oltre la spalla massiccia che le sosteneva la testa: l’aveva portata nella sua camera. Pareti verde pallido, un armadio di legno scuro, una poltrona blu e un letto sopra il quale erano appese due spade incrociate. Una bara lucida era chiusa in un angolo.
Cosรฌ era quello l’aspetto delle stanze private di un vampiro. Sembrava tutto normale, a parte la bara ovviamente.
Connor mosse un passo verso il letto, ma avvertendo la sua improvvisa tensione cambiรฒ direzione e si avvicinรฒ alla poltrona. La depose delicatamente a sedere e fece per sfilare le braccia, ma lei gli strinse i polsi. Si guardarono, i volti vicini come poche ore prima, con sentimenti totalmente diversi negli occhi.
“Non voglio lasciarti”, sussurrรฒ Connor, “Vado ad aprire l’acqua della doccia”.
Estelle annuรฌ e lasciรฒ scivolare via le sue mani mentre si alzava. La porta di fronte al letto evidentemente era quella del bagno. Sentรฌ l’acqua scrosciare e in un attimo lui fu di nuovo lรฌ accanto.
“Vieni”, le porse una mano pallida.
Estelle si lasciรฒ condurre nel bagno, si sentiva stordita, come se tutti i suoi sensi fossero attutiti. Persino osservare il grigio livido dei propri occhi nello specchio non le trasmise niente, ma poi vide il modo in cui il vampiro la stava guardando.
Il bel volto di Connor era deformato da una smorfia rabbiosa che, invece di spaventarla, la fece sentire bene, protetta. Con la punta delle dita le accarezzรฒ i graffi che il bavaglio improvvisato le aveva lasciato attorno alla bocca. Scostรฒ i capelli per seguire i segni violacei che le solcavano il collo e il petto, dove il vestito strappato copriva a malapena l’impronta di un morso sul seno destro. Il vampiro la accarezzรฒ piano con il pollice e quel piccolo movimento bastรฒ a far crollare definitivamente lo scarso equilibrio rimasto al vestito. La stoffa, il cui verde aveva esaltato cosรฌ bene la sua carnagione a inizio serata, abbandonรฒ il petto di Estelle, lasciando scoperto ciรฒ che lei aveva voluto nascondergli.
Alla vista del cordone scabro della cicatrice che le solcava lo sterno, Connor si lasciรฒ sfuggire un gemito e Estelle chinรฒ il capo, sconfitta. Il suo strazio era lรฌ, pronto per essere ammirato. Connor, perรฒ, coprรฌ quel segno frastagliato con la mano e si piegรฒ per poterla guardare negli occhi. Lacrime rosate gli solcavano la pelle candida.
“Chi…?”.
Estelle scosse la testa. “No, questo… non adesso”. Non aveva la forza per spiegarsi.
Connor sospirรฒ e levรฒ la mano. Le tolse quel che restava del vestito e digrignรฒ i denti quando, abbassandosi per sfilarglielo dalle gambe, fu all’altezza dei lividi che le ricoprivano le cosce.
“Lo vuoi morto?”.
Una richiesta semplice, formulata con un tono piatto che non la trasse in inganno. Il tremito che stava attraversando le braccia del vampiro trasmetteva tutto quello che lui stava cercando di nascondere.
“Non mi ha… non ci รจ riuscito, l’hanno fermato in tempo”.
“Credi che abbia importanza?”. In un lampo, Connor fu di nuovo in piedi e la sovrastรฒ con la propria altezza, ma senza avvicinarsi troppo e diventare opprimente, come se sapesse che facendo cosรฌ l’avrebbe turbata, nel precario stato emotivo in cui si trovava. “Il fatto che gli abbiano impedito di profanarti non lo esime da colpe”.
Profanare, che strano verbo da usare in una situazione del genere. Estelle sorrise, una smorfia triste, e gli posรฒ una mano sulla guancia. “Avrei dovuto incontrarti molto tempo fa”.
Entrambi sapevano cosa aveva voluto dire. Entrambi sapevano anche che un vampiro poco potente come Connor non avrebbe potuto contrastare in alcun modo un licantropo terribile come Byron.
“Ti lascio, cosรฌ puoi lavarti”. Come se improvvisamente stare insieme a lei, nuda, in quel bagno immacolato, fosse troppo.
Estelle lo guardรฒ in silenzio oltrepassare la soglia, poi prese un respiro per farsi coraggio e lo chiamรฒ. “Connor”. Subito quegli occhi azzurri e tersi furono su di lei. “Mi dispiace essere scappata via, io…”. Sorrise, sperando che questa volta fosse un sorriso luminoso come quello che lui le aveva rivolto qualche giorno prima. “Mi รจ piaciuto moltissimo fare l’amore con te”.
Se non fosse stato un vampiro, avrebbe giurato di averlo fatto arrossire. Connor le si accostรฒ, adesso con la premura di un amante, e le posรฒ un bacio lieve sulle labbra. “Anche a me”, sussurrรฒ, poi uscรฌ e chiuse la porta.

11
L’acqua calda terminรฒ l’opera iniziata da quel bacio, cosรฌ Estelle uscรฌ dal bagno molto piรน rilassata, con un ampio asciugamano legato al petto e uno piรน piccolo sui capelli.
Connor la aspettava seduto sulla poltrona. Il velluto blu incorniciava in modo sublime il volto pallido e la cascata dorata dei capelli, gli occhi risplendevano come gioielli mentre si alzava e le andava incontro.
“Hai bisogno di qualcosa?”.
Scosse la testa.
“Vuoi che ti chiami qualcuno?”.
“No, grazie”. Erano domande gentili, volte a metterla a suo agio, ma tutto ciรฒ di cui aveva bisogno era giร  nella stanza.
Il vampiro aggottรฒ la fronte, perplesso. “Credevo che voi mannari trovaste conforto nel contatto con i vostri simili”.
Annuendo, Estelle gli passรฒ accanto e salรฌ sul letto, cominciando a strofinarsi la testa per asciugare i capelli. “Di solito รจ cosรฌ, ma so per esperienza che quando chi ti ha aggredito ha l’odore del branco non รจ molto confortante essere circondati da altri lupi”. Sospirรฒ, quasi incredula di riuscire a parlare con qualcuno di certi argomenti. “Immagino che per voi vampiri sia diverso. Oppure no? Ti confesso di non avere molta esperienza in materia”.
Connor sedette accanto a lei e sostituรฌ le proprie mani alle sue, massaggiandole la testa con lenti gesti circolari. “Dipende dalle caratteristiche che prevalgono nella nostra linea di sangue”. Parlรฒ piano, vicino al suo orecchio. “Da come ci ha trattati il nostro Creatore”. Scivolรฒ alle sue spalle e la avvolse nell’abbraccio congiunto di braccia e gambe. “Da quello che ci ha fatto”.
Il suo tono triste le diceva che anche per lui il contatto significava conforto, perciรฒ Estelle si lasciรฒ andare contro il suo petto e gli appoggiรฒ le mani sulle cosce, accarezzando i muscoli forti che la sostenevano come una poltrona vivente. O meglio non vivente.
Presto il massaggio dalla testa si spostรฒ sulle spalle ed Estelle si godette quei gesti gentili finchรฉ dalla gola non le uscรฌ un mugolio sonoro, segno che entrambe le sue nature gradivano quelle attenzioni.
“Spero non significhi che stai per mordermi”. La voce di Connor si era abbassata ancora di piรน.
“Oh, no”. Estelle si stirรฒ pigramente e con una lenta contorsione si rigirรฒ tra le sue braccia. “Significa che hai una lupa molto soddisfatta”.
Le zanne del vampiro balenarono per l’ampiezza del suo sorriso. “Non credo di aver mai avuto una lupa”.
“Bene”. Scalรฒ la distanza che li separava. “Potrei diventare gelosa”.
Il bacio nacque dolce e lento, ma divenne presto un incontro di lingue dardeggianti e labbra fameliche che s’interruppe quando Estelle lo spinse all’indietro e si sedette sopra di lui. Non le importava che l’asciugamano le fosse scivolato mollemente intorno ai fianchi, lui l’aveva giร  vista. Lui capiva. Gli lisciรฒ i capelli, che si erano aperti come raggi attorno alla sua testa, poi sorrise.
Connor le accarezzรฒ una guancia. “Sono felice che ti senta meglio”.
“Sembra che tu possieda il dono di curarmi”. Si sentiva languida e sensuale, bellissima. Tutte sensazioni che temeva di aver perso per sempre. Evidentemente si era sbagliata. Si piegรฒ verso le sue labbra morbide e riprese a baciarlo, ma una nuova tensione la fermรฒ. “Cosa c’รจ?”.
Il sorriso di Connor accendeva una tale gamma di sentimenti sul suo volto che pareva impossibile che sopra quei lineamenti potesse albergare anche un’impassibile maschera da vampiro. “Niente mi farebbe piรน piacere che riprendere da dove la tua fuga ci ha interrotti, ma l’alba รจ molto vicina”.
Lo osservรฒ, steso sotto di lei, pallido e splendente, e si rese conto che un amante vampiro le era estraneo sotto molteplici punti di vista. “Scusami, non mi ero mai dovuta preoccupare prima di certi particolari”.
“Non importa, ma non voglio iniziare ciรฒ che non potrei terminare”, rise, poi si incupรฌ, “Con il rischio di intrappolarti sotto di me, di farti male”.
Pronunciรฒ quelle ultime parole come se fossero la peggiore delle bestemmie. Estelle credeva di aver capito perchรฉ prima, nel bagno, lui avesse parlato di profanazione. La stava guardando con un’adorazione totale, la toccava con gentile riverenza, come se lei fosse una cosa preziosa da proteggere.
“Cosa c’รจ?”. Connor ritrasse la mano e si morse il labbro inferiore. “Ti ho spaventata, scusami”.
Lei si portรฒ le sue dita alla bocca e le baciรฒ una a una. “Credo che non potresti farmi nulla di male, mai”.
“No, non potrei”.
“Perciรฒ… dovremmo dormire?”, chiese Estelle titubante.
“Tu forse, io… io muoio”, si strinse nelle spalle. “Ti lascio il letto, io starรฒ benissimo anche nella mia bara”.
Estelle bloccรฒ il suo accenno di movimento stringendogli le gambe attorno alla vita. “Perchรฉ? Questo letto รจ abbastanza grande per entrambi”.
Connor sollevรฒ un sopracciglio. “Al sorgere del sole io morirรฒ e diventerรฒ freddo”.
Fu il turno di Estelle di alzare le spalle. “Al tramonto, perรฒ, tornerai da me, ed io sono abbastanza calda per entrambi”.
Alzรฒ le mani in segno di resa. “Mi dichiaro sconfitto”.
“Saggia decisione”. Gli schioccรฒ un bacio e scivolรฒ giรน dal suo petto. “Hai intenzione di dormire con i jeans?”.
“E tu hai intenzione di dormire nuda?”.
Il suo tono caldo le torse qualcosa nello stomaco, o forse piรน in basso. “Se non hai niente da prestarmi”.
“Mi dispiace, dovrai accontentarti di me”.
Decisamente piรน in basso.
Estelle si sentรฌ andare a fuoco e maledรฌ l’alba. Scostรฒ il copriletto blu e si distese tra candide lenzuola, contemplando quello che poteva definire il suo vampiro levarsi con posata grazia i vestiti. Quando erano stati insieme, non l’aveva visto completamente nudo, ma si ripromise di non commettere di nuovo quell’errore. Connor possedeva un corpo elegante e flessuoso, con muscoli di rilucente perla plasmati da una lontanissima vita di combattimenti. A meno che quelle spade non fossero vuoti cimeli. Estelle ne dubitava.
I suoi occhi brillavano di fuoco azzurro quando si posarono su di lei.
“Che cosa guardi?”, si schernรฌ lei, imbarazzata dall’intensitร  di quello sguardo.
“Te”. Scivolรฒ nel letto accanto a lei e la cinse in un abbraccio. “Non hai idea di quanto tu sia bella”.
Estelle si girรฒ su un fianco, come faceva sempre per dormire, e si accoccolรฒ nella culla offerta dal suo corpo. “Buonanotte, o meglio”, gli baciรฒ una mano e se la posรฒ nuovamente in grembo, “buona giornata”.

12
Molto tempo dopo, Estelle fu svegliata da qualcuno che bussava alla porta. Ancora
circondata dall’abbraccio di Connor, si rizzรฒ a sedere, coprendosi il seno con il lenzuolo.
“Chi รจ?”, chiese senza alzare troppo la voce. Sapeva che era sciocco da parte sua, Connor non si sarebbe certo svegliato per il rumore.
“Sono Susan, posso entrare?”.
Quella lupa era una delle persone piรน gentili che avesse mai conosciuto, ma non le sembrava giusto esporre alla vista di un’estranea Connor mentre era morto per il mondo. Forse perรฒ non erano estranei, dopotutto vivevano insieme, appartenevano entrambi a Cora. In realtร  lei sapeva ben poco di com’era la vita quotidiana in quella casa.
“Non importa”. Susan interpretรฒ il suo silenzio come un rifiuto. “Ti lascio qui fuori i vestiti. Quando vuoi, noi siamo di sopra: ho preparato la colazione”.
“Grazie, salgo tra poco”. Mangiare qualcosa era un’ottima idea.
“Bene”.
Rimasta sola, Estelle guardรฒ ammirata il vampiro accanto a lei. Non respirava. Gli sfiorรฒ una spalla. Era freddo e rigido. Eppure nel giro di qualche ora un oscuro potere, emanazione di una qualche volontร  superiore, avrebbe colmato il suo corpo inerte. Connor avrebbe riaperto quegli splendidi occhi azzurri, avrebbe sorriso e parlato. Sarebbe stato vivo, bisognoso di sangue altrui ma a suo modo vivo.
Lei era giร  viva, perรฒ, e aveva fame. Gli accarezzรฒ i capelli e si sfilรฒ dalla sua presa. Dietro alla porta trovรฒ una borsa con dentro alcuni vestiti che qualcuno doveva aver preso dal suo armadio.
Fu piacevole indossare biancheria pulita, una tuta morbida e le sue pantofole preferite. Quel qualcuno era stato veramente premuroso.
In bagno trovรฒ una spazzola e la usรฒ per tentare di dare una forma decente alla nuvola vaporosa in cui si erano trasformati i suoi capelli dopo essersi asciugati senza balsamo. Avvicinรฒ il viso allo specchio e costatรฒ che i segni erano giร  spariti.
I ricordi non l’avrebbero fatto, si sarebbero uniti ad altri molto piรน sgradevoli, ma quel giorno Estelle non voleva pensarci. Contava di costruirsi presto dei ricordi migliori.
Posรฒ un bacio sulla guancia gelida di Connor e salรฌ al piano superiore. Dove scoprรฌ due cose: dalla luce esterna dedusse di aver dormito molto piรน del solito, tanto che non doveva mancare troppo al tramonto, e ad aspettarla nel soggiorno c’era Kellan, con un’espressione affranta sul volto.
“Perdonami”, avanzรฒ verso di lei, incerto se toccarla o no.
“Non รจ colpa tua, non potevi prevederlo”. Estelle si chinรฒ e gli prese una mano portandosela alla bocca, pronta a salutarlo come gli spettava, ma lui la trasse a sรฉ per abbracciarla.
“Spettava a me proteggerti e ho fallito”.
Si strinsero in un lungo abbraccio e, come sempre, Estelle dovette sforzarsi di non rabbrividire, mentre inspirava l’odore muschiato del lupo che abitava nel corpo massiccio del suo alfa. Quando l’aveva visto lottare contro Byron, azzannando e straziando la carne dell’enorme lupo nero come lui aveva fatto innumerevoli volte con lei e tutti gli altri membri del branco, Estelle aveva sentito nascere dentro di sรฉ una gratitudine immensa nei confronti di Kellan. Lo rispettava profondamente per averla liberata dal suo carnefice, lo amava come di rado capitava a un capobranco. Kellan sapeva punire, se necessario, ma con loro non aveva mai dovuto farlo.
Non dopo Byron, mai… fino a ora. Benjamin sarebbe stato punito, probabilmente aveva giร  sofferto per averla aggredita.
Estelle si scostรฒ. “Posso chiederti una cosa?”.
“Quello che vuoi”, la prese per mano, “Vieni, avrai fame”.
In cucina, Susan li aspettava davanti a una tavola preparata, piรน che per una colazione, per il pasto suggerito dall’ora tarda. Estelle si gettรฒ famelica sul pane appena sfornato e sulla bistecca, solo quando iniziรฒ a sentirsi sazia, si accorse di essere la sola a mangiare.
“Scusatemi”. Sorrise, imbarazzata, ma senza riuscire a smettere.
“Sono felice che ti piaccia”, le rispose Susan, un’espressione quasi materna sul volto.
“Sei una cuoca eccezionale”, disse addentando un altro pezzo di pane. Masticรฒ lentamente, in cerca delle parole giuste per formulare la sua richiesta. “Suppongo”, guardรฒ Kellan, “che Benjamin…”.
“รˆ stato punito per quello che ha fatto”, la interruppe l’alfa con tono cupo, “In effetti, il suo castigo รจ appena all’inizio, non posso tollerare che ricada nelle vecchie abitudini”.
Non era sicura se si riferisse agli stupri o alla droga, forse Kellan neppure sapeva dello stato in cui si trovava Benjamin la sera precedente. “Non era in sรฉ ieri, credo che abbia ricominciato a impasticcarsi”. Servivano droghe pesanti per influenzare il metabolismo accelerato dei licantropi.
“Smetterร  anche di drogarsi”. Le mani di Kellan, appoggiate al bordo del tavolo, si contrassero, come se ricordassero i gesti compiuti quella notte. “Ma non รจ una scusante per il suo comportamento”.
Il calore sferzante che si sollevava da lui fece rizzare il pelo della sua lupa. “Non puoi ucciderlo!”, sbottรฒ. Subito si rese conto di non poter dare ordini al proprio capobranco e si gettรฒ ai suoi piedi, implorando pietร .
Kellan la risollevรฒ e le accarezzรฒ una guancia. “Non lo farรฒ, ma capirei se tu mi chiedessi la sua testa”.
Per qualche istante Estelle si crogiolรฒ nel calore rassicurante di quel tocco. “Abbiamo giร  sofferto troppo, tutti noi”. Abbassรฒ gli occhi. “Perรฒ non voglio piรน abitare insieme a lui, se mi รจ permesso”.
“Si troverร  un’altra casa”.
“No”. Incrociรฒ di nuovo lo sguardo addolorato dell’alfa. “Ho deciso che sarรฒ io ad andarmene”.
Kellan fece una smorfia e poi non riuscรฌ a trattenere un sorriso. “Mi hanno detto che hai trovato un… amico”.
Estelle arrossรฌ. “Sรฌ, credo… di sรฌ”. Non aveva pensato di dovergli chiedere il permesso di stare con Connor, dopo tutto quello che avevano patito, era la prima volta che uno di loro trovava il coraggio di frequentare qualcuno. Sarebbe stato suo diritto di capobranco proibirglielo, ma lei non credeva che Kellan avrebbe disapprovato la sua scelta. Non era uno sconosciuto incontrato per caso, era un vampiro che apparteneva a Cora, che era anche la loro Signora.
“Sono felice per te, per entrambi”.
“Grazie”.
Kellan la invitรฒ con un gesto a sedersi di nuovo. “Adesso vorrei chiederti una cosa, se te la senti”.
“Certo”.
“Benjamin deve scusarsi con te”. Lo disse come se quello fosse parte integrante della punizione.
Estelle si morse le labbra ma assentรฌ con la testa, poteva farcela. Allora Kellan guardรฒ Susan, che era rimasta per tutto il tempo appoggiata al bancone della cucina, e lei andรฒ ad aprire la porta del patio esterno.
Per primo entrรฒ uno dei lupi di Cora, non quello che l’aveva soccorsa, uno piรน vecchio, che Estelle credeva si chiamasse Lachlan, poi Benjamin lo seguรฌ. Indossava ancora i jeans della sera precedente, adesso scuriti dal sangue colato dai tagli giร  in via di guarigione che gli costellavano il petto. Non lo avevano torturato con dei coltelli, come amava fare il loro antico padrone, la pelle si era spaccata per la violenza dei colpi subiti. Il suo corpo era una costellazione di lividi bluastri e, quando alla scrollata che gli diede l’altro lupo alzรฒ la testa, Estelle potรฉ vedere che naso e zigomi erano sicuramente fratturati.
Ricordรฒ le parole pronunciate da Susan la notte precedente: se lo avesse colto in flagrante, Cora lo avrebbe ucciso. Da quel che aveva sentito raccontare dalle altre femmine del branco non ne dubitรฒ, la vampira non conosceva pietร  per chi maltrattava i piรน deboli, soprattutto se le appartenevano. Nemmeno Kellan era da meno.
Le si chiuse lo stomaco. Sapeva che Benjamin si era meritato ciascuna delle percosse, aggredendo lei e tradendo la fiducia del branco, ma vederlo ridotto in quello stato la faceva ripiombare nel passato. Dal modo in cui Kellan serrรฒ i denti, nemmeno lui sembrava fiero della punizione che era stato costretto a infliggere.
Benjamin guardรฒ fugacemente il loro capobranco, poi si buttรฒ in ginocchio davanti a lei. “Mi dispiace”.
Aveva la voce roca, Estelle sapeva che gridare troppo a lungo faceva quell’effetto. La sua voce era stata cosรฌ innumerevoli volte…
“Non avrei dovuto”, continuรฒ Benjamin, leccandosi le labbra spaccate.
Per Estelle fu troppo, non lo toccรฒ ma si chinรฒ verso di lui. “Lo so. Non l’avresti fatto se non fossi stato drogato. Io…”, guardรฒ gli altri lupi e scosse la testa, “Io sto bene, non c’รจ bisogno di picchiarlo ancora”.
“No”. Kellan si alzรฒ e il crepitare del suo potere lo fece apparire piรน alto e imponente di quanto giร  non fosse. “Non ce ne sarร  bisogno perchรฉ Benjamin ha capito come non ci si deve comportare, a meno che non preferisca essere scacciato dal branco”.
“No”. Benjamin strisciรฒ ad abbracciargli i piedi, umiliandosi totalmente. “Non mandarmi via, io ho sbagliato, non succederร  ancora”.
“No, non succederร ”. La voce profonda di Connor li colse di sorpresa. Il sole era tramontato mentre parlavano e lui si era destato.
Doveva essersi precipitato di sopra, perchรฉ indossava solamente i jeans che si era tolto davanti a lei. Estelle si alzรฒ e gli andรฒ vicino. Lo fece automaticamente, senza riflettere, perchรฉ accanto a lui si sentiva al sicuro.
Connor sorrise e le baciรฒ la mano con antica galanteria, poi guardรฒ Kellan. “Posso chiarire un punto?”.
Anche l’alfa sorrideva. “Prego”.
In un lampo, veloce come solo una creatura soprannaturale poteva essere, Connor fu davanti a Benjamin e lo afferrรฒ per la gola. I suoi capelli si gonfiarono per lo spostamento d’aria quando lo sbattรฉ contro la parete. “Vedi quella dama? Quella splendida dama?”.
Il lupo roteรฒ gli occhi verso Estelle e cercรฒ di annuire, dato che la mano del vampiro gli impediva di parlare.
“Se la tocchi un’altra volta”, Connor gli si avvicinรฒ fino a sfiorarlo mentre gli sibilava contro, “io ti ucciderรฒ. Non importa se la mia Signora mi punirร  per averlo fatto. Io ti ucciderรฒ. Hai capito?”.
Benjamin mosse ancora la testa, ansimando in cerca d’aria.
“Se ti azzardi anche solo a guardarla”, Connor strinse la presa e lo sollevรฒ da terra, “ti caverรฒ gli occhi”. Lo sbattรฉ contro il muro cosรฌ forte che i pensili vibrarono. “Lei รจ mia”. Aprรฌ la mano e Benjamin cadde a terra con un tonfo.
“Bene”, commentรฒ Kellan, “Direi che ci siamo capiti”.
“Sรฌ”, Connor si avvicinรฒ a Estelle e le tese una mano.
La lupa la prese, incantata per un istante dal profondo contrasto tra loro, dal modo in cui la pelle candida del vampiro sembrava riflettere la sua color cioccolato, perรฒ, quando incrociรฒ il suo sguardo, ogni altra cosa perse di significato. La gioia sfolgorava in quelle gemme azzurre e, non appena lei lo guardรฒ, si trasmise anche al resto del volto. Estelle si alzรฒ in punta di piedi e si appoggiรฒ al suo petto per baciarlo. Un dolce incontro di labbra che lasciรฒ senza parole tutti i presenti, che mai avevano visto l’uno o l’altra comportarsi cosรฌ, nรฉ in pubblico nรฉ in privato.
“Non dovresti nutrirti?”. Non le importava che anche gli altri potessero udire quel sussurro sensuale.
Connor le indicรฒ la porta da cui era salito con un elegante gesto della mano e un mezzo inchino, Estelle sorrise e si lasciรฒ condurre via.





L'autrice:



Amelia R. รจ lo pseudonimo di un'autrice italiana di urban fantasy, che ogni tanto si diverte a scrivere racconti con ambientazioni fantasy piรน classici.
Molto amata dalle lettrici italiane, in occasione della rassegna "AMORE FRA LE RIGHE", ha donato al blog Insaziabili Letture una delle sue prime novelle.






Ti รจ piaciuto il racconto di Amelia R.? 
Lascia qui un tuo commento per farci sapere cosa ne pensi!




Potete trovare qui i racconti di "Amore fra le righe 2013"






Se ti piace questo racconto clicca g+1 
Commenta il post per farci sapere la tua opinione!

5 commenti:

  1. Spero che il mio piccolo "esperimento" con vampiri e licantropi sia di vostro gradimento...

    RispondiElimina
  2. Un bel racconto, con una fascinosa ambientazione. Molto delicato nel trattare il tema della violenza carnale e psicologica.
    Ottima prova. Brava ^_^

    RispondiElimina
  3. connor ed estelle sono dolcissimi!!!! ho adorato ogni singola parola di questo racconto! bravissima! ps. ti chiedo scusa perchรจ non ho riconosciuto il tuo stile. purtroppo leggo piรน racconti di autori stranieri che italiani, ma prometto che appena scoprirรฒ il tuo nome correrรฒ a leggere i tuoi libri!!! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. purtroppo qui non posso svelarmi (non sto facendo la preziosa, giuro), perรฒ se mi dici come contattarti su facebook ti manderรฒ tutte le informazioni che vuoi)

      Elimina
  4. bello e delicato.....come quei fiori che bucano la neve per riuscire a trovare la luce e il calore....come i protagonisti del racconto....Brava, complimenti...e poi? Il resto a quando <3 <3 <3

    RispondiElimina

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicitร . Non puรฒ pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse.
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
Alcune immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, รจ sufficiente comunicarlo via e-mail e saranno immediatamente rimosse - See more at: http://www.comenonpagare.com/condizioni-duso/#sthash.Y3EQJmde.dpuf
I contenuti e le immagini sono stati utilizzati senza scopo di lucro ai soli fini divulgativi ed appartengono ai loro proprietari. Pertanto la loro pubblicazione totale o parziale non intende violare alcun copyright e non avviene a scopo di lucro.
L'autore non ha alcuna responsabilitร  per quanto riguarda i siti ai quali รจ possibile accedere tramite i collegamenti posti all'interno del sito stesso, forniti come semplice servizio agli utenti della rete. Il fatto che il blog fornisca questi collegamenti non implica l'approvazione dei siti stessi, sulla cui qualitร , contenuti e grafica รจ declinata ogni responsabilitร .
L'autore del sito non ha alcuna responsabilitร  per le segnalazioni riportate nei commenti e per i loro contenuti. Ciascun commento o post inserito vincola l'autore dello stesso ad ogni eventuale responsabilitร  civile e penale.